Il sito http://velmastarling.com/ è dedicato all’attività creativa di Velma J. Starling, in particolare al progetto The Silent Force: un universo fantasy nel quale si collocano un romanzo e svariati racconti.
Il romanzo è ancora in lavorazione e sulle pagine del sito Velma J. Starling condivide le tappe della sua stesura: le fonti di ispirazione, gli inevitabili dubbi ed errori, gli spunti, i materiali di progettazione. Dal sito è anche possibile scaricare gratuitamente alcuni racconti. A quelli già presenti se ne aggiungeranno altri. Non tutti fanno parte di The Silent Force, ce ne sono diversi a tema libero.
Tra i racconti disponibili, oggi ho scelto “Quasi quanto me“. L’ho letto e ho lasciato una piccola recensione come ringraziamento. Fatelo anche voi.
L’autrice presenta il racconto
Salve!
Ti ringrazio per aver letto “Quasi quanto me”.
Un tentativo di furto in metropolitana è la cosa più banale del mondo, però, quando ti ci trovi in mezzo, ti tremano le gambe.
O, almeno, a me è successo.
Mi sono anche sentita fortunata per essermene accorta in tempo, sia chiaro. E consapevole che non potevo permettere a questo episodio di rovinarmi la giornata, perché ero tornata a Roma per vedere una delle mie migliori amiche e questa era l’unica cosa che contava davvero.
Eppure, il ricordo che ho più chiaro in testa è l’espressione impietrita di quella ragazzina, come se si aspettasse da un momento all’altro che succedesse chissà cosa.
Mentre io ero occupata a tenere ferme le ginocchia e a non mollare la presa sul palo. Un vero cuor di leone.
OoO
Titolo: Quasi Quanto Me
Sinossi: Possibile che una donna d’affari e una zingarella abbiano qualcosa in comune?
Tags: Tema Libero
La metropolitana è un non-luogo. Uno di quei posti dove i destini si incrociano e le facce si confondono. Anche quelle di persone troppo diverse per ammettere di essere, dove conta davvero, almeno un po’ simili.
Copertina: Elena de’ Grimani.
OoO
“Stazione Termini è un casino, ma il mio casino preferito.
Odio la confusione, la gente, la fretta, i facchini e le macchinette gialle che non funzionano mai. Però adoro la familiarità dei binari, la solidità del marciapiede sotto i miei passi, i pini marittimi che ho intravisto dal finestrino, l’odore del McDonald, l’accento degli impiegati.
Amo persino le centomila deviazioni per raggiungere la metro – anche perché devo prenderla tre volte l’anno, non di più. Ci sono i lavori in corso da mesi: per prendere la linea rossa verso Battistini, ti tocca fare un giro che nemmeno a Tokyo.”
Stazione Termini, Roma. Una situazione che tanti hanno vissuto: un tentativo di furto in metropolitana. Capita spesso, in mezzo alla ressa. E non sempre (quasi mai) ci accorgiamo di essere stati alleggeriti del portafogli.
La protagonista è fortunata: blocca la ragazzina e torna in possesso del maltolto. Niente di grave, in fondo: eppure, le si piegano le ginocchia, le viene l’affanno. Ha paura. La stessa paura che vede negli occhi della ladruncola, che le complici stanno trascinando via.
Per un momento le due sono sorelle nella pena: una donna in carriera, pronta per fare il salto di qualità come capo-area, e una ragazzina, infagottata in un piumino taroccato, che sbarca il lunario alleggerendo i viaggiatori della metropolitana.
Un racconto breve, ma che ci fa conoscere -attraverso un episodio di poco conto- due figure femminili agli antipodi ma, per un momento, unite da un sentimento. Una storia intensa, commovente. Alla fine, non sappiamo più per chi parteggiare.
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