Laura Vegliamore (QUI la sua Pagina-Autore), ci consiglia QUALCOSA PER CUI VIVERE, DI CHARLES ROPER.

Vi consiglio questo libro splendido, letto qualche mese fa.
Un protagonista meraviglioso, di quelli che avresti voluto creare tu. Così delicato e così ben delineato da entrarti nel cuore.
Un libro ironico, tenero, struggente… consigliato a chi ama le storie al limite del tragicomico, intense, profonde.

Gli appartamenti delle persone morte senza nessuno accanto hanno un odore particolare, quello della solitudine. Andrew lo sa bene: è un funzionario del Comune di Londra incaricato di rintracciare i parenti delle persone che muoiono sole. Spesso è l’unico presente ai loro funerali. Ma almeno a casa ha una famiglia ad aspettarlo, o così credono i suoi colleghi. In realtà l’unica cosa che lo aspetta sono i suoi trenini elettrici. Al colloquio per l’assunzione Andrew ha mentito, e da allora è incastrato nella sua bugia, al punto che ci crede un po’ anche lui. Ma a volte basta poco per mandare in crisi l’equilibrio di un’esistenza intera, come l’arrivo di una nuova collega. Di fronte al turbinio di allegria e libertà di Peggy, Andrew si ritrova spiazzato, con le spalle al muro. Di colpo si accorge che prendersi il rischio di vivere vale la pena.

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Macrina Mirti (QUI la sua Pagina-Autore) ci consiglia I GIORNI PIÙ BELLI, DI GIANCARLO MELOSI.

Un testo interessante, dalla narrazione storica talmente precisa che a volte si legge più come un saggio che come un romanzo. Per ammissione stessa dell’autore nella prefazione, l’istituzione del ghetto ebraico di Roma viene anticipata di circa trenta anni, ma in definitiva poco importa, se quello che la storia vuole comunicare è il senso di frustrazione, di disagio, di perenne sopruso e di ingiustizia che Michael De Segni, la sua famiglia e tutti gli appartenenti al popolo ebraico sono costretti a vivere nella Roma cinquecentesca. Un bel romanzo corale, scritto da un punto di vista “altro”, che aiuta a comprendere come il percorso delle minoranze sia sempre stato difficile e travagliato. Siamo nel XXI secolo, ma le discriminazioni etnico- religiose permangono.

La straordinaria epopea di una famiglia ebrea sopravvissuta alla Storia
Roma, 1520. La famiglia Di Segni è una delle tante che vivono a Roma nel serraglio degli ebrei, dove la sera si chiudono i cancelli e nessuno può più entrare né uscire.
Michael, giovane capofamiglia, è già un valente cerusico specializzato nella cura delle malattie con rimedi a base di erbe, ma, a causa delle ristrettezze economiche, vive in una casa fatiscente insieme alla moglie Ruth e la loro piccola Ariela.
Un giorno, Michael viene convocato dal banchiere Agostino Chigi detto il Magnifico, da tempo affetto da un male che lo tormenta, nonostante i tanti consulti di medici cristiani. Il potente e ricco mecenate vive nel fasto di Villa Chigi con la moglie Francesca Ordeaschi, ex cortigiana, e pur di guarire è disposto anche a passare sopra al fatto che il giovane sia ebreo.
Mentre Michael viene fatto trasferire alla villa per stare notte e giorno vicino al malato, Ruth e la figlia rimangono da sole e ai limiti della sopravvivenza…
E così, a poca strada dalla residenza dei Chigi, dove si sta organizzando la sfarzosissima festa dell’anniversario del matrimonio, per qualcuno le cose si mettono davvero molto male e Michael dovrà dimostrare tutta la sua capacità di medico e la sua determinazione, se vorrà un futuro per sé e per la sua famiglia…
Un esordio potente destinato a lasciare il segno.
Nella Roma oscura e affascinante di Raffaello e Michelangelo, una famiglia ebrea lotta per la sopravvivenza.
«C’è il mondo vero là fuori e noi ebrei non possiamo viverci.»

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Giorgio Ronco (QUI la sua Pagina-Autore) ci consiglia BRUCE CHATWIN, DI NICHOLAS SHAKESPEARE (edizione in lingua inglese).

Una biografia che è un romanzo sull’inquietudine e l’avventura. Una vita passata fra l’arte, i viaggi, gli amori e la scrittura. Una vita breve – Bruce muore a 48 anni – ma lunga ottocento pagine. Che ti si bruciano fra le mani.

La morte di Bruce Chatwin nel 1989 pose fine bruscamente a una carriera fulminea, da quando irruppe sulla scena letteraria nel 1977 con il suo primo libro, In Patagonia.
Lo stesso Chatwin era cose diverse per persone diverse: un giornalista, un fotografo, un collezionista d’arte, un viaggiatore irrequieto e un autore di bestseller; era anche un uomo sposato, un omosessuale attivo, una persona mondana che amava mescolarsi con i ricchi e famosi, e un solitario risoluto che esplorava i limiti dell’estrema solitudine.
Dall’accesso illimitato ai taccuini privati, ai diari e alle lettere di Chatwin, Nicholas Shakespeare ha compilato la biografia definitiva di una delle figure letterarie più carismatiche e sfuggenti del nostro tempo.

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