A Barcellona, leggenda, storia e tradizione sono amalgamate per dare vita a una festa che coinvolge un numero enorme di persone. Cittadini e turisti si mescolano e creano uno degli eventi più allegri e amati della città.

Da 22 anni, il 23 aprile (data simbolica in cui ricorre l’anniversario della morte degli scrittori Miguel de Cervantes e William Shakespeare) si celebra la Giornata Mondiale del libro. Manifestazioni in favore della lettura si moltiplicano in tutto il mondo, ma Barcellona è il luogo in cui questa festa è davvero sentita e celebrata.

La festa di Sant Jordi (San Giorgio di Cappadocia, patrono della regione) è un avvenimento che  per molto tempo ho sognato di vedere. E quest’anno ci sono riuscita.

Giusto per non negarmi niente, ho raggiunto Barcellona per mare, con la Nave dei Libri, in realtà un traghetto della Grimaldi Lines, che la rivista Leggere Tutti “requisisce” in parte per trasportare autori, editori e semplici lettori appassionati. La nave parte da Civitavecchia e fa sosta a Porto Torres. Durante il viaggio, vengono organizzati incontri con gli autori, che confidano anche vere e proprie chicche in merito alle prossime uscite (in fondo, una panoramica degli incontri).

Il 22 sera, sul tardi, siamo arrivati a Barcellona. Non immaginate la nave ancorata davanti alle Ramblas: eravamo circondati da porta-container! Qualche audace è sceso per una rapida ricognizione, altri sono andati in cabina a controllare se avevano portato un paio di scarpe super comode per il giorno dopo.

Colazione, le famose scarpe comode, bastone per sostenere le ginocchia, borsa. Già, la borsa “dei viaggi”, che ormai ha una certa età, ma alla quale non rinuncio. Tasche a non finire per avere tutto a portata di mano.

Il monumento a Cristobal Colon

Scesa dalla nave, ho cercato un taxi. “No, signora, alle 9 non trova più i taxi!” Perché? Non è dato saperlo.

L’autobus 88 (biglietto a euro 2,20: lo si paga al conducente) mi ha portato in cinque minuti alla piazza Colon (sarebbe Cristoforo Colombo, ma gli Spagnoli sostengono che il famoso navigatore non sia italiano…).

A pochi metri cominciano le Ramblas.

O la Rambla, fate voi.

Si allestisce un banco di rose

I banchi, di rose e di libri, venivano montati da schiere di organizzatissimi fiorai e librai (molti tavolini di editori di sinistra, quella extraparlamentare). Libri… libri… libri… Un orgasmo letterario che vi consiglio di provare. E rose, a non finire. Rose a gambo lungo, quasi sempre rosse, avvolte in carta e nastri. Cominciavano a circolare baldi giovanotti e signori in età da pensione con in mano le rose che avrebbero regalato alle donne amate, alle amiche. Per ricevere, in cambio, un libro. Un’usanza bellissima.

Fragole e ananas per colazione

Colazione con due bicchieroni di fragole e ananas, lavati e tagliati a pezzi: ho fotografato anche questo banco, una gioia per gli occhi e il palato.

Camminando a zig-zag, da un banco di rose a uno di libri, sono arrivata a Piazza Catalunya e mi sono congratulata con me stessa, perché le ginocchia avevano retto (poi, sarei morta di dolore, lo sapevo, ma la notte era ancora lontana). Tantissimi italiani, giovani e vecchi: coppie, gruppi, cani sciolti come me. Un vociare, tante risate. E tante rose, che soprattutto le ragazze accoglievano con malcelata timidezza: figliole, non siete abituate, vero? Male, fatevi regalare fiori a ogni occasione. È un gesto gentile, che riempie il cuore di profumi e colori.

Come non fare un veloce passaggio a La Boqueria, il mercato coperto Sant Josep? Una ressa da Guinness dei Primati.

Interno de La Boqueria, il mercato coperto Sant Josep

Tanto sforzo fisico meritava un premio: così, sono entrata in un ristorante e ho ordinato la paella di pesce. Con una birra. Il cameriere mi ha guardato e ha subito portato un bicchiere da 3/4 di litro. Da notare che tutti gli altri avventori, tranne uno, avevano bicchieri normali. Il tizio e io ci siamo guardati, affratellati da quel boccale, e silenziosamente abbiamo brindato. Prosit!

La paella era squisita, ben sistemata in un tegame di ferro che ho evitato anche di sfiorare, visto che era al calor bianco.

I Mossos de Esquadra

Corroborata dal pranzo, ho ripreso il cammino per tornare indietro, visitando tutti i banchi che avevo saltato all’andata.

La folla era diventata un fiume di gente che si faceva fatica ad attraversare.

I Mossos de Esquadra vigilavano sulla sicurezza delle persone. Furgoni corazzati erano collocati in modo che nessun automezzo potesse accedere al largo cammino pedonale. Rassicurante. Preoccupante.

Zoppicon zoppiconi ho raggiunto una panchina, miracolosamente libera. Sosta per controllare le fotografie prese e per due chiacchiere con una simpatica coppia di Forlì. E per una telefonata a Roberta Marasco, autrice italiana da anni trapiantata a Barcellona, per dirle che stavo trascinando verso la nave le stanche membra. Sarà per un’altra volta, Roberta!

Numerosi cartelli ricordano le recenti vicende politiche

Autobus o taxi? Il primo che si ferma, dai! Euro 4,40 di taxi per arrivare davanti al terminal della Grimaldi Lines. La cabina mi è sembrata un’oasi di fresco e di riposo. Gambe allungate sul letto, due cuscini a sostenerle.

Anche il Museo dell’Erotismo partecipa alla Festa

Cena di prodotti sardi (salumi, formaggi, pane e vino) offerti dal coro polifonico di Atzara, che ha allietato la serata con una fantasmagoria di canti; e un Carlos Primero al bar, per salutare Barcellona mentre la nave lasciava la banchina.

Gli incontri con gli Autori. Ne riporto quattro fra quelli che sono riuscita a seguire.

Cristina Caboni ha presentato i suoi libri: Il Sentiero dei Profumi, La Custode del Miele e delle Api, Il Giardino dei Fiori Segreti e La Rilegatrice di Storie Perdute. L’autrice, oltre a dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, lavora per l’azienda apistica di famiglia, occupandosi principalmente della cura delle api regine. Un’altra sua grande passione sono le rose, delle quali coltiva una grande varietà di specie.

Mario Capanna è molto diretto nel parlare con i numerosi intervenuti. Parte dall’esperienza del ’68, di cui fu uno dei leader, per giungere al problema devastante dei cambiamenti climatici e alla richiesta di tre rivoluzioni: delle coscienze (occorre cambiare il modo di pensare, capire che nessuno è isolato, ma siamo tutti collegati), dell’economia (con il soddisfacimento dei bisogni reali, non di quelli fittizi e/o indotti; con la modifica del modo di produrre e di consumare) e della politica (una accusa molto dura: oggi, la politica è irresponsabile).

Massimo Lugli, ovvero l’uomo con l’ego grande quanto un condominio. Ha lavorato come cronista e inviato di cronaca nera per Paese Sera e Repubblica. Attualmente, collabora con Repubblica e altre testate giornalistiche ed è spite fisso di alcuni programmi di attualità di diverse emittenti televisive. È tiratore sportivo, insegnante di Tai Ki Kung e appassionato praticante di arti marziali. Ha presentato “Lo chiamavano Gladiatore”, un noir scritto a quattro mani con Andrea Frediani e ha anticipato l’uscita (10 maggio) del libro sul canaro della Magliana.

Riccardo Mazzeo, che ha parlato di “Elogio della Letteratura”, saggio scritto a quattro mani con Zygmunt Bauman, è stato editor in chief di Erickson dal 1989 al 2014, quando ha dato le dimissioni per dedicarsi alla scrittura. Molto noto il saggio In Education, tradotto in varie lingue (la versione italiana è stata pubblicata con il titolo “Conversazioni sull’educazione”).