ROBERTA CIUFFI consiglia IL MISTERO DEL LONDON EYE, di Siobhan Dowd.

Ted Spark non sente un gran bisogno di diventare normale, però ha capito che esiste una cosa che (agli occhi della gente) lo avvicina a quella condizione: dire bugie. Lui che in 12 anni non ha mai mentito, adesso, è costretto a dirne tre in due soli giorni per salvare l’indagine parallela condotta insieme a sua sorella Kat alla ricerca del cugino Salim. Salim è sparito, facendo un giro sulla gigantesca ruota panoramica di Londra. Un giallo avvincente, la storia di un ragazzo inglese nel cui cervello gira un sistema operativo diverso da quello delle altre persone. La voce narrante del libro è proprio quella di Ted, affetto da sindrome di Asperger, una forma di autismo che non viene mai nominata come è giusto che sia perché tutti (chi più o meno) siamo nello spectrum autistico.
Età di lettura: da 12 anni.

Questo libro è catalogato come ‘Narrativa sui bisogni speciali per ragazzi’ e difatti molti recensori hanno segnalato il fatto che sia tale. Io lo trovo solo un romanzo delizioso.
Ted e Kat accompagnano il cugino Salim al London Eye, lo vedono entrare ma non lo vedono più uscire. Scomparso. La tesi privilegiata di Ted è l’autocombustione, ma viene scartata… Un passo dopo l’altro fratello e sorella seguono le tracce del cugino scomparso, soprattutto grazie al cervello di Ted, dotato di una programmazione diversa…
Questa storia mi ha fatto pensare a quando sia successo che l’autismo abbia fatto irruzione nel mondo del fantastico. Forse è iniziato con Rain Man? Adesso però che l’interesse si è spostato su Asperger e autismo ad alto funzionamento, facendo di chi ne è portatore quasi un personaggio da commedia dell’arte, temo che la realtà dell’autismo più grave, che di sicuro non è così spettacolare ma è molto più dolorosa, finisca per essere messa in ombra.

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Il parere di Roberta Ciuffi ha sollecitato l’intervento di altri “Amici del Blog di Babette Brown”:

ALICE BRUNO: Il cervello delle persone nello spettro funziona diversamente, che si tratti di autistici ad alto o basso funzionamento, o asperger ad altissimo funzionamento. Può essere un dono, ma anche una maledizione. È come se avessero un linguaggio differente, che dall’esterno bisogna imparare a decodificare, e la stessa cosa vale per loro: spesso quando si relazionano con i normotipi, devono tradurre atteggiamenti, o schemi di pensiero che il più delle volte non riconoscono, ed ecco il perché delle difficoltà relazionali. Nelle serie e nei romanzi purtroppo è vero, prevale la macchietta, ed è davvero molto irritante per chi è toccato dall’argomento, ma un po’ per volta le cose stanno cambiando.

SARA BENATTI: Non l’ho letto ma… tendenzialmente, l’intrattenimento “leggero” – che sia progettato per minorenni o no – a meno di generi specifici non si focalizza sulle tragedie (se non per superarle). Semmai sulla comprensione e l’integrazione intesa come sforzo fatto da /tutte/ le parti coinvolte.
Per quanto riguarda il mondo dell’immaginario commerciabile, a me pare che Rain Man sia stato un caso di pattuglia avanzata troppo avanzata, per dirla con Che Guevara, e che l’irruzione ci sia stata con Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte. Diventato famoso nello stesso momento in cui riceveva premi La velocità del buio, uscito l’anno prima… ma vaglielo a dire tu alla critica mainstream dei tromboni compiaciuti che c’era già in giro da un anno un romanzo di fantascienza scritto da una donna! La velocità del buio, appunto. Narrato in prima persona dal POV di un personaggio autistico, e scritto da Elizabeth Moon, un’ottima scrittrice che ha un figlio autistico e che ha messo la sua esperienza in entrambi i campi. Oltretutto è pure un’ottima denuncia del capitalismo. E ha una buona sottotrama parzialmente gialla e una parzialmentente sentimentale. Insomma, ha tutto.

ROBERTA CIUFFI: Ho letto Lo strano caso, l’altro no. Ultimamente ho ascoltato L’amore è un difetto meraviglioso, delizioso anche quello. Comunque non penso che sia il caso di trattare la letteratura come una gara, non c’è chi arriva prima e chi dopo. L’autismo ad alto funzionamento offre la possibilità di forgiare storie apprezzabili, letterariamente, e adesso lo vediamo spesso anche nelle serie televisive, ma si tende a dimenticare che è il lato più ‘soleggiato’ di uno spettro che all’altra estremità sprofonda invece nell’oscurità.

SARA BENATTI: Appunto perché oscura (e senza possibilità di modifica dal punto di vista narrativo) rientra nella fascia tra dramma e tragedia…

Se vi fa piacere, date un’occhiata ai libri delle nostre “recensore”:

ROBERTA CIUFFI: MISS BOSWELL E SUA SIGNORIA.

ALICE BRUNO: BEAUTIFUL LIES.

SARA BENATTI: LA PRIMULA ROSSA (traduzione)