Stamattina ho guardato il calendario e ho visto che era il 18 gennaio! Con un moto di stupore, e una piccola stilettata di terrore, mi sono resa conto che mancava meno di un mese alla prima dello spettacolo teatrale di The Acrobat, e all’avverarsi di un sogno che mai e poi mai avrei creduto potesse realizzarsi!
Sono convinta che ogni scrittore, ben nascosto nel più piccolo recesso del suo cuore, coltivi il desiderio di vedere la propria opera prendere vita. Che sia a teatro, come nel mio caso, o in televisione e al cinema, l’emozione è la stessa.
Sapere che i personaggi che hanno popolato la tua immaginazione avranno un volto e si muoveranno su un palcoscenico è una sensazione difficile da descrivere, ma che ha di sicuro il sapore della felicità.
Facciamo un passo indietro, esattamente a due anni fa, quando questa fantastica avventura è iniziata. Far tradurre L’Acrobata in inglese mi ha aperto le porte del pubblico anglofono: il riscontro è stato favorevole, la storia di Liam e Vincent è piaciuta molto, ma a livello economico il rientro (considerate le spese di traduzione) è stato minimo, eppure… è proprio dalla decisione di tradurre la mia opera più amata che è cominciato tutto.
Infatti, The Acrobat ha stuzzicato l’interesse di Adrian Buckle, il direttore dell’Unifaun Theatre di Malta, che mi ha contattato in chat per espormi il suo progetto.
Colleghe autrici, dite la verità, cosa avreste pensato se uno sconosciuto vi avesse contattato dicendo di voler mettere in scena il vostro libro? Quello che ho pensato io: qualcuno mi stava facendo uno scherzo. Invece era tutto vero. Dopo l’iniziale incredulità, mi sono documentata e ho scoperto che Adrian era davvero chi diceva di essere (ahahhah). Dal quel momento è iniziata una bella collaborazione con una persona estremamente professionale, coraggiosa e attiva su vari fronti. Una persona che avrò finalmente il piacere di conoscere il 9 febbraio.
The Acrobat arriva al momento giusto, perché il tema dell’omosessualità è molto sentito a Malta, paese profondamente religioso, che sta cominciando ad aprirsi ai diritti civili delle minoranze sessuali. Infatti il progetto è sostenuto dalla Arts Council of Malta, inoltre ho appena saputo che a una delle rappresentazioni saranno presenti il vice premier e alcuni ministri. Una soddisfazione che mi riempie di onore.
In questi due anni Adrian mi ha tenuta costantemente aggiornata sull’andamento del progetto. Ho avuto il piacere di leggere l’adattamento del testo man mano che veniva steso, dando consigli e facendo piccoli appunti. I tempi del teatro sono diversi da quelli più dilatati di un romanzo, per non parlare delle ambientazioni, ed è normale che alcuni particolari siano stati leggermente modificati, ma ogni volta Adrian mi chiedeva se ero d’accordo e nel caso se ne discuteva insieme.
Ho avuto anche il piacere di conoscere di persona il bravissimo sceneggiatore Romualdo Moretti, italiano come me, che mi ha mostrato in anteprima i bozzetti delle location, del mobilio e delle sovrastrutture utilizzate nella rappresentazione.
Per ovvi motivi non ho avuto molta voce in capitolo nella scelta del cast, Adrian però mi ha inviato le foto di tutti gli attori che si sono presentati ai provini, chiedendo un mio giudizio spassionato, e quando era possibile seguendo anche i miei gusti.
Sono molto soddisfatta delle scelte fatte, il cast è internazionale ed è composto da ottimi professionisti provenienti da tutto il mondo. Lo ammetto, quando nel trailer ho sentito le voci di Marco Michel (Vincent) e Martin Székely (Bastien), mi sono venuti i brividi.
È la prima volta che scrivo un articolo, quindi vogliate perdonarmi se sono andata un po’ a braccio! Spero di avervi incuriosito e chissà, magari invogliato ad andare a Malta a vedere lo spettacolo. Per chi non ha paura dell’aereo, in un’ora si arriva, per me che sono una gran fifona, ci vorranno numerose ore di macchina e il traghetto. Cosa non si fa per veder realizzati i propri sogni!
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