Venerdì 6 giugno, ultima tappa della crociera e ultima escursione, prima del rientro alla base di Southampton (UK).

Attracco al porto di Cherbourg. Cielo grigio (ci sono abituata!), sveglia alle 6. Colazione alla svelta al 15° piano. Meno male che il mare del porto è calmo, perché ieri si ballava parecchio.

Solite torture preparatorie: meeting point, cruise card alla mano, in fila per due (siamo tornati alla scuola materna) dietro alla guida con il lollypop tenuto alto.

Due ore di pullman, ma passano in fretta, perché la guida (bell’uomo, voce baritonale) ci parla dello sbarco in Normandia: oggi, si celebra l’anniversario e sento una reale commozione nel suo racconto. Il villaggio di Saint Mère Eglise scorre davanti a noi, con la sua celebre chiesetta. Il soldato John Steele divenne famoso per essere rimasto appeso al campanile durante l’operazione Overlord.

La prima apparizione del Mont Saint-Michel è accompagnata dagli “Ah” e “Uh” di prammatica. Partecipo anche io al coro entusiasta.

Parcheggio n. 7 e lunga coda per la navetta. Comitive, classi di bambini piccolissimi, altri gruppi della MSC Virtuosa (la nostra nave).

Pochi minuti e siamo in viaggio. L’arrivo è una meraviglia per gli occhi.

Ci arrampichiamo: millemila gradini. Chi li affronta tutti fino alla grande terrazza; chi, come me, si accontenta di arrivare alla cerchia di mura e poi si perde nel villaggio e fra i negozi di souvenir.

Arriva l’ora di pranzo e decido di concedermi un pasto gourmet da La Mère Poulard, locale famoso per l’omelette alla baveuse. Il costo di due uova sbattute con crème fraiche, sale e burro è astronomico: la versione “contadina” con cipolle, patate e lardo, costa 43 euro. Per esagerare, ordino un bicchiere di champagne Taittinger brut reserve e una crème caramel. Alla fine, mancia compresa, il conto sarà di 82 euro.

Bene. Baveuse, si diceva, cioè “bavosa”. La bava dovrebbe essere data dal burro che fa la “schiuma” e nel quale si cuoce la frittata; per poi chiuderla a portafoglio. Il piatto è scenografico, il gusto no. E mi dispiace, perché ero preparata a emozionarmi.

Mi consolo con un panino caldo appena uscito dal forno e una scodelletta di burro di Normandia (una favola). Lo champagne è divino -che ve lo dico a fare!-, idem la créme caramel. Da appassionata della Rubrica “Cosa mangiamo oggi?” di Giano e consorte, fotografo tutto per piazzarvi le immagini nell’articolo.

Il resto del tempo lo trascorro con una visita alla chiesetta del villaggio e vagando per la distesa di sabbia che circonda il Mont, demolendo definitivamente le scarpe che, dopo due anni di onorato servizio, alla sera metterò nel cestino dell’immondizia.

Il Mont Saint-Michel è un isolotto di sette ettari situato presso la costa settentrionale francese, alla foce del fiume Couesnon. Alto 92 metri sul livello del mare, raggiunge l’altitudine di 170 metri se calcoliamo la statua di San Michele che si trova sulla guglia della chiesa.
La baia in cui sorge l’isolotto è nota per l’eccezionale ampiezza delle maree (circa 14 metri di dislivello).
Dopo sei anni di lavori, dal 22 luglio 2014 i visitatori possono raggiungere il Mont Saint-Michel attraverso un nuovo ponte-passerella. I piloni del ponte sorreggono due percorsi pedonali e una parte centrale riservata alle navette. Per accedere al Mont Saint-Michel, infatti, bisogna parcheggiare In un’area apposita e prendere la navetta gratuita (o fare una passeggiata a piedi).
Il Mont Saint-Michel è il sito turistico più frequentato della Normandia e uno dei primi della Francia, con circa 3.200.000 visitatori ogni anno; l’intero sito fa parte dei Patrimoni mondiali dell’umanità dell’UNESCO.
Il Mont Saint-Michel è uno dei tre maggiori luoghi di culto europei intitolati a San Michele Arcangelo, insieme alla Sacra di San Michele (Val di Susa) e al santuario di San Michele Arcangelo (Gargano).

Copertina: elaborazione Canva di immagini free.

Nel testo: fotografie di Annamaria Lucchese.