Ormai da più di un anno sto in questo paese e lo conosco un po’ meglio, negli aspetti piacevoli come in quelli che lo sono un po’ meno. La rete di informazioni, punti di riferimento e precauzioni che in Italia faceva parte della quotidianità, si sta formando anche qui. È indispensabile per sopravvivere in un paese straniero, quale che sia.
Eccola, in ordine alfabetico. Il nostro alfabeto, non quello sillabico. Anche se ormai parlo giapponese senza sforzo, con me stessa continuo a parlare italiano e non intendo cambiare.
Pronti, via!

A)    come amici. Punto dolente. In Giappone ci sono superiori e inferiori, colleghi anziani e colleghi giovani, ma il senso dell’amicizia non sembra molto sviluppato. Anche se si diventa amici, al minimo contrasto o a volte anche senza una ragione comprensibile, il legame si spezza. Per fortuna ci sono gli amici lontani.

A COME AMICI (foto di G. M. Francese)

B)    come bambini. Qui ce ne sono tanti. Hanno una spontaneità che crescendo va persa. Quelli delle elementari vanno a scuola da soli o insieme ai compagni, come facevamo noi. Spero che possano continuare a farlo, è un’esperienza preziosa in termini di autonomia.

C)    come combini, “convenience store”. Ce n’è a ogni angolo di strada: minimarket aperti dalle 7 alle 23, vendono generi di prima necessità. Non c’è una gran scelta, ma l’essenziale si trova e i prezzi sono buoni, essendo gruppi a distribuzione nazionale. Molto comodi. Il guaio è che così, strade e città sembrano tutte uguali.

D)    come discriminazione. Quella cosa che devi lasciarti scivolare via di dosso, se no finisce male. Si manifesta in modo subdolo: un’occhiata, il tono ironico di una frase, un trattamento diverso rispetto a quello riservato agli altri. Gli idioti che la manifestano più di così sono rari, per fortuna.

E)    come eleganza. Una caratteristica del Giappone in ogni cosa, dal modo di vestirsi a quello di impacchettare un regalo. Perfino la tecnologia riesce a essere elegante, qui. È una semplicità raffinata, senza fronzoli, che mette in risalto la qualità di ogni cosa.

F)     come fiordimaso.jp. Sia benedetta questa ditta italiana, che ha aperto in Giappone uno shop online! Senza di ciò sarei ancora in astinenza da formaggi freschi.

G)    come giardini. Piccole o grandi in abitazioni private, parchi pubblici o nei templi, svelano mille volti in tutte le stagioni. Adesso è il momento delle ortensie, ce ne sono infinite varietà. Qualunque sia la fioritura, forma uno splendido contrasto con gli elementi strutturali del giardino: massi, sentieri, pagode, laghetti, cancelli…

G COME GIARDINI (foto di G. M. Francese)

H)    come hoken, l’assicurazione sanitaria obbligatoria. Si paga: alla mia età sono 60.000 yen all’anno (circa 400 euro) per ottenere il diritto a pagare “solo” il 30% delle cure. La riscuotono i comuni. Se dimentichi di pagarla, pochi giorni dopo arriva un avviso e immagino che poi, agli insolventi venga sospesa. L’idea è la stessa del sistema fiscale giapponese: pagare cifre ragionevoli ma pagarle tutti, senza eccezioni e senza sprechi.

I)      come inu, cane. Se potessi mi prenderei subito uno shiba inu, sono troppo belli! Per ora non si può. Nei nostri programmi c’è un’altra parola che comincia con la i: Italia.

I COME INU (foto Pixabay free)

J)     come jodan, scherzo o battuta. Il senso dello humor è talmente diverso dal nostro che si rischia di non essere compresi, se non addirittura di risultare scortesi. Nel dubbio me ne astengo, ma un po’ mi spiace.

K)    come kimono. Quando venni in Giappone la prima volta, una trentina di anni fa, era normale vedere per strada gente in kimono, soprattutto donne. Sono sparite. Un vero peccato: capisco che non sia un abbigliamento pratico, ma erano stupende.

K COME KIMONO (foto Pixabay free)

L)     come lavoro. Lavorare in un’azienda giapponese dev’essere totalizzante: non tanto per gli orari, quanto perché è richiesto di fare squadra anche fuori dall’orario di lavoro. Forse per questo non coltivano amicizie. Hanno già quelle aziendali.

M)   come miai, incontro organizzato per combinare un matrimonio. Ci sono ancora. Fino a qualche decennio fa, il matrimonio combinato era la norma e anche adesso non è affatto una rarità. Temo che alcune aziende mettano il becco perfino in questo.

N)    come NHK, la tv nazionale. NeI lunghi mesi di ricovero, mio marito purtroppo ha preso l’abitudine di guardarla. News, approfondimenti e alcuni programmi a quiz sono fatti bene, ma non sopporto i dorama (sceneggiati): di ambientazione ospedaliera, avvocatizia o storica, sono tutti ugualmente melensi. Per me che in Italia non avevo la tv, vederla accesa è già un fastidio. Cerco di astrarmi. Intanto procede la disassuefazione.

O)    come onsen, le terme. Una goduria. Vale la pena di vivere in un paese vulcanico solo per questo. Vicino a casa ce ne sono due o tre, che hanno la peculiarità di ammorbidire pelle e capelli. Sono chiamate terme di bellezza. Diventerò bellissima.

O COME ONSEN (foto di G. M. Francese)

P)    come permesso di soggiorno. L’incubo annuale. Per ottenere il rinnovo bisogna dimostrare di avere un reddito e pagare le tasse, ma non finisce lì: bisogna pure far vedere di essere integrati nella società, in pratica un dossier personale. Rispetto della privacy? Che è?

Q)    come qualità della vita. Meglio Italia o Giappone? Se penso alla rapacità del fisco, all’inefficienza dei servizi, alla maleducazione dilagante in Italia, non ci sono dubbi. Ma quando paragono questa società ordinata alla nostra pittoresca confusione dove si aggiusta sempre tutto, o ai mille sapori e colori dei nostri paesi, il Giappone mi sembra triste. Quando tornerò in Italia, chissà se riuscirò a riabituarmi al casino. Forse vivendo all’estero si finisce per sentirsi stranieri ovunque, o a casa propria ovunque.

R)    come risparmio. A prescindere dal reddito, i giapponesi fanno attenzione a come spendono. I debiti, sia pure sotto forma di un mutuo immobiliare, non sono ben visti. Le persone serie sono quelle che risparmiano abbastanza da pagarla in contanti, la casa.

S)    come sake. Alcuni sono squisiti, lo ammetto, ma il vino è un’altra cosa. Pure i giapponesi se ne sono accorti e hanno cominciato a produrlo, con risultati incerti.

S COME SAKE (foto G. M. Francese)

T)     come terremoti. Dopo un po’ ci si abitua: andare in fibrillazione ogni volta non serve. Le case sono davvero antisismiche, almeno fino a un certo punto. Se poi l’intensità del sisma supera quel punto inutile pensarci, siamo fritti.

U)    come unagi, anguille. Una prelibatezza estiva. Le adoro.

U COME UNAGI (foto di G. M. Francese)

V)    come violenza: ferimenti, omicidi, aggressioni. Questo era il paese più sicuro del mondo, ma la situazione è cambiata. Sempre più spesso, fatti di cronaca atroci finiscono sotto il riflettore mediatico per qualche giorno e poi scompaiono.

W)   come William Bishop. Un fatto di cronaca inquietante messo a tacere, forse per non danneggiare il turismo. William, cittadino americano, fu ucciso a martellate (sì, avete letto bene) nella sua casa di Saitama, il giorno di Natale 2022. Non a scopo di furto. Qualche fuori di testa ce l’aveva con lui, poveretto. Chissà poi perché.

X)    non esiste.

Y)    come yen, la valuta locale. Mai stato così debole. Con il conto multivaluta Wise (minime commissioni e tasso di cambio reale, si può aprire online: lo consiglio non solo a chi risiede all’estero, anche a chi viaggia) cambiare euro in yen diventa ancora più vantaggioso.

Z)    come zetsumyō. Vuol dire straordinario, miracoloso. La guarigione di mio marito che procede grazie alla sua tenacia, e anche un po’ grazie al mio sostegno. Sarei andata a vivere in posti peggiori, pur di ottenere questo.

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