Cos’hanno in comune un’astrofisica che non crede più nell’amore e un giocatore di football dall’animo romantico?
Niente cattivi ragazzi da redimere, ma il fatidico Piano B e un colpo di fulmine che diventa amore in uno sport romance senza angst e pieno di speranza.

Può un incontro fortuito cambiare tutto?
Braccato dai giornalisti e stanco di nascondersi nella sua stanza di hotel, Nathan MacGregor si rifugia in casa del suo amico Dan… solo per essere minacciato da una ragazza sconosciuta che brandisce una padella come se fosse un’ascia. A-DO-RA-BI-LE!
Sara Cherubini ha smesso di credere all’amore, e di cercarlo, quando un vichingo dalla risata travolgente e il sex appeal di una divinità nordica (qualcuno ha detto Thor?) le piomba in casa all’improvviso. La casa non è sua, ma sono dettagli.
Una storia d’amore dirompente, degli amici giramondo, un approccio sperimentale al sesso e la finale delle finali.
Il lieto fine è a portata di mano, ma il passato è in agguato e ci sono demoni che vanno affrontati e sconfitti. Cosa succede quando il tuo peggior nemico… sei tu?

Titolo: Gioco d’intesa
Autore: Nora June Peebles
Genere: Sport Romance
Formato: ebook (per ora)
Prezzo: euro 0,99 euro al lancio (LINK)

Nora June parla di sé…

Sono cresciuta in una città ai piedi di montagne che porto nel cuore ovunque io vada. Ho studiato Fisica e la passione per le stelle mi ha portato in giro per l’Europa. Le stelle mi hanno anche concesso (grazie!) di conoscere il mio personale vichingo, alle nove di mattina del mio primo giorno di lavoro. Cinque giorni dopo il nostro primo appuntamento, mi sono trasferita da lui e da allora siamo inseparabili.
Undici traslochi dopo, ho lasciato la scienza, ci siamo sposati e ora ci godiamo il nostro lieto fine movimentato con un pulcino di sei anni che crede di essere un pompiere e parla tre lingue mischiandole tutte insieme e un piccolo gigante di due anni che mangia senza pause da quando si sveglia a quando va a nanna, ama i gatti e inonda le nostre giornate di gioia. Viviamo in Germania, dove lavoro per una grande azienda, e scrivere mi aiuta a non dimenticare il mio amato italiano.

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Un estrattino? Certo…

«Perché non mi hai scritto?» chiese con fare inquisitorio, mentre lo sospingeva fino in soggiorno puntandogli un dito minaccioso al petto. «È stato il mio primo giorno a New York. Non avresti potuto chiedermi come stavo? Ti ho offeso e sono stata insensibile, ma tu non sei stato migliore di me. Mi inviti per colazione dopo due giorni dal mio arrivo e basta. Silenzio stampa. E io? Guardami: sto facendo una scenata degna dei peggiori cliché sulle ragazze-polipo.»
«Ragazze-polipo,» si limitò a ripetere Nate, mantenendo un’espressione neutrale.
«Sì. Quelle che ti si avviluppano addosso come un polipo impazzito. Non sono io. Non è il mio modo di fare. E sono ubriaca. Non ho neanche bevuto così tanto! E ho bisogno di farmi una doccia!» L’esasperazione che provava trasudava dalle sue parole. Erano ormai arrivati in soggiorno e l’atmosfera rilassata di quella stanza priva di cianfrusaglie la calmò a sufficienza da farle fare una pausa e riprendere fiato.
«Hmmm,» fu l’unico commento di Nate.
«Hmmm? Non dici niente?» chiese Sara, ormai pronta al secondo round, che però non arrivò.
Nate le circondò le spalle con un braccio, la spinse leggermente all’indietro e la fece cadere stesa su un enorme divano grigio ad angolo.
Sara soffiò via tutta l’aria contenuta nei suoi polmoni.
«Sono figlio di un avvocato e fratello di un laureato in legge. So come reagire in questi casi.»
«Placcando l’avversario e immobilizzandolo a terra?» domandò lei, concedendosi una risata dopo aver ripreso fiato.
«Sono un uomo d’azione. Con Alec funziona alla perfezione,» le assicurò il vichingo, con un ghigno soddisfatto. «Con mia madre non ho chance. Quella donna saprebbe intortare persino il diavolo in persona, tanto è loquace.»
«Fa paura pensarci.»
«Non lasciarti intimidire. Ti adorerà.»
«Nel tuo corso di italiano non hanno mai introdotto il concetto di suocera, vero?»