Un po’ santi, un po’ peccatori: Marie Sexton 

(Triskell Edizioni)

Levi Binder è un barista di Miami al quale interessano solo due cose: il sesso e il surf. Ostracizzato per la sua omosessualità dalla sua famiglia di fede mormone, Levi è determinato a vivere la vita a modo suo, ma tutto cambia quando incontra il massaggiatore Jaime Marshall.

Jaime è abituato a stare da solo. Ossessionato dagli orrori del suo passato, ha come unico amico un cane: la fedele Dolly. E non ha idea di come gestire un uomo splendido e vivace come Levi.

Completamente agli antipodi in superficie, sia Levi che Jaime desiderano qualcosa che possono trovare solo stando insieme. Attraverso l’amore e il potere terapeutico del tocco delle mani, troveranno un modo per guarirsi l’un l’altro e impareranno a vivere come peccatori in una famiglia di santi.

Tre stelle
Il problema di libri come questo è l’evolversi delle situazioni una volta che il climax è stato raggiunto. Di solito si va da un “volemose bene, l’amore ci salverà” a un “devo raccordare tutta la carne al fuoco che ho messo per creare quella tensione fino a metà libro”. Santi e peccatori non fa eccezione. Davvero, mi ero entusiasmata, specialmente negli scambi con la famiglia di Levi, davvero da ulcera. L’introspezione di Jamie non mi ha convinta, così come il suo “sbocciare”, e il particolare che ha il pene corto, ma tozzo, mi ha… diciamo smontata? Non perché volessi la bomba sexy, la storia è tutt’altro, ma Jamie è pieno di difetti, pieno, e ho capito che ha un corpo normale, l’aspetto normale, tutto quello che vuoi, ma forse si è spinto un po’ troppo su questo. Se l’autrice non avesse specificato, in alcuni casi, sarebbe stato meglio. In un libro del genere anche le sfumature giocano ruoli importanti, specialmente perché è su equilibri precari che si regge la comprensione verso uno e verso l’altro personaggio. Ci sono parti molto intense, davvero, ed è per questo il 3 stelle, ma altre che… uhm.

Aftertaste: Sammy Brighton

(Self-Publishing)

Brody aveva proposto a Garrett un grand tour in Europa e invece, chissà come, si ritrovava a passare la sua ultima estate da uomo libero -la sua ultima estate prima di entrare nel mondo degli adulti e trasferirsi a New York- nella ridente Pathlake, villaggio sperduto in quel di Otherlake, ad aspettare un’email dal Times che probabilmente non sarebbe arrivata mai.
E ovviamente, visto che le disgrazie erano come i conigli se non peggio, ecco saltare fuori dal cappello Lonnie, il fratello di Garrett, quel ragazzo forse omofobo (o forse no), forse etero (o forse no), forse intoccabile (o forse, forse no) che Brody aveva promesso a Garrett di non sfiorare nemmeno con un dito.
Però scappare non era un’opzione, non quando Garrett andava fiero di Pathlake quanto Brody del suo ultimo stilosissimo paio di scarpe.
E poi non erano altro che tre mesi, tre mesi e se ne sarebbe andato a New York, inseguendo il sogno di una vita: un lavoro come giornalista, soldi a palate, uomini stupendi, un biglietto di sola andata per la felicità.
Però a volte basta un assaggio, un assaggio alle torte di Lonnie, un assaggio a quel che saresti potuto essere se fossi nato in un momento diverso, in un posto diverso, con delle aspirazioni, dei genitori, degli amici diversi.
Un assaggio, e Brody non era più tanto sicuro di quel che gli serviva per essere felice.

Tre stelle
Un vero piccolo gioiellino, questo Aftertaste, sul serio. Il segno evidente che nel self qualcosa di infinitamente buono c’è. ChediamineLake è splendida, ti viene voglia di andarci a vivere, e ho apprezzato tantissimo la caratterizzazione dei personaggi. Nonostante Lonnie sia un po’ tanto “Honey” mi è piaciuto il fatto che a distanza di anni non fosse più il figo di una volta, ma in ogni caso il migliore in assoluto per Brody.

La stella in meno è per i troppi refusi, che spero davvero l’autrice toglierà in vista di una revisione generale. Il bello del self è poter porre rimedio quando se ne presenta l’occasione, ed è un peccato non rendere Aftertaste un lavoro egregio.

Gli articoli di e per Federica D’Ascani