Il commissario Antonio Mariani è appena ritornato da due settimane di ferie quando gli viene affidata un’indagine che, secondo il questore, verrà presto archiviata come “caso irrisolto”. In una cantina sulle alture di Sestri Ponente è stato ritrovato il corpo di un uomo di una settantina d’anni. Non ha documenti, è stato ucciso, ma l’omicidio non è recente, risale a circa due anni prima, come stabilisce il dottor Torrazzi. È quindi un “Caso Freddo”. Come il freddo che prova Antonio quando sente il nome della via e poi quando entra nella cantina. Riesce a dare un’identità al morto e con cocciutaggine ne ricostruisce il modo di vivere modesto. Perché quell’uomo, dalla vita semplice, è stato ucciso? Perché è stato sepolto in quella cantina lontana da dove viveva? Il commissario è convinto che quell’omicidio sia soltanto un dettaglio di un quadro molto più ampio e complesso e che per fare luce sia necessario allargare le indagini; quindi, si muove da Genova a Savona e poi a Pavia. Alcuni colleghi collaborano, altri no. E ci sono quelli che lo ostacolano. A ogni passo avanti la possibile ricostruzione dei fatti cambia, perché non è più una sola indagine, ma aumentano e si riverberano in un gioco di specchi. E Mariani soffre perché, una soltanto è ufficialmente sua ed è quella che sembra destinata a restare irrisolta.

Titolo: Un caso freddo. Un’indagine del commissario Antonio Mariani.
Autrice: Maria Masella.
Serie: Il Commissario Antonio Mariani.
Genere: Giallo. Noir.
Editore: Fratelli Frilli Editori.
Prezzo: euro 16,06 (copertina flessibile). Ebook presto disponibile.
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Il Questore ha fretta di archiviare il caso che ha affidato ad Antonio Mariani, appena tornato a Genova da una vacanza con la moglie Francesca. In una cantina, murato in un angolo, è stato rinvenuto il cadavere di un vecchio. La morte, ha decretato il medico legale Torrazzi, risale a due anni prima. Una faccenda di bande di delinquenti, forse narcotrafficanti, sentenza il questore, chiedendo che le indagini siano brevi; inutile perdere tempo con un caso che appare chiaramente come un regolamento di conti.

Mariani si mette al lavoro nel suo ufficio che la solerte Petri ha fatto ripulire: tutto bianco, niente odore di fumo, ordine e ancora ordine. Il commissario si sente quasi un estraneo, poi capisce che l’ispettrice è solo da ringraziare. Una collaboratrice che pensa anche al benessere del proprio superiore.

Il defunto, sui settanta/settantacinque anni, è privo delle dita. Qualcuno, l’assassino presumibilmente, gliele ha tagliate. Per non farlo riconoscere? Altri segni: abiti vecchi, ma che rivelano un taglio sartoriale e una stoffa di qualità. Un uomo impoverito, dopo una vita trascorsa nel benessere? L’uomo è sotto peso e ha una gamba più corta dell’altra, forse l’esito di un incidente. Le domande cominciano ad affollarsi nella mente di Mariani e nella lavagna che Petri si affretta a riempire con tutti i dati disponibili.

Mariani interroga i proprietari della cantina e tutti coloro che possono fornirgli informazioni sulla macabra scoperta. Già, perché se non ci fosse stata una puzza terribile, nessuno avrebbe aperto la cantina e sfondato l’intercapedine dove era stato murato il cadavere. Ucciso con? Presenta una contusione alla tempia destra e una profonda ferita alla nuca. Quindi, l’arma del delitto può essere stata una sbarra arrugginita.

L’indagine rimbalza fra il commissario, Petri e Nazareni. Mentre il questore continua a chiedere che il caso venga archiviato. Inutile perdere tempo.
E invece il tempo è necessario e porta non solo il nome dell’uomo assassinato, ma apre nuovi filoni di indagine in un carosello frenetico fra Genova, Savona e Pavia. Mariani trova colleghi che collaborano e altri che lo ostacolano e deve farsi strada in un dedalo di testimonianze che sembrano cancellarsi le une con le altre. Il ritmo è serrato, interrotto solo da pochi momenti che il commissario può dedicare alla famiglia. Preziosi quelli trascorsi con la moglie Francesca, che lo aiuta a dipanare la matassa grazie alla sua mente analitica.

La soluzione arriva e tutti i fili vengono sciolti. Mariani può concedersi finalmente di ricordare perché la vista della cantina in cui è stato trovato il vecchio ucciso lo abbia scosso nel profondo: i ricordi fanno male, ma costruiscono la nostra storia e la nostra vita.

Cinque stelline. Copia fornita dall’autrice.

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