A me il vizio non passa mai. Non c’è niente da fare, mi lascio convincere, coinvolgere, e credo nella bontà e nella buona fede delle persone. Poi accade che ho aspettative enormi e che, più spesso che poco, rimango delusa.
Quando ho deciso di leggere Cristina Bruni e il suo “Come foglie sul fiume” pensavo davvero di immergermi in una lettura coinvolgente, soprattutto scritta in maniera ottima. E non è che non sia accaduto, ma non nella misura che mi ero aspettata.
Badate bene: questa non sarà una stroncatura, il romanzo c’è e va letto; le mie sono più che altro considerazioni alle sviste presenti nel testo che, spero, vengano sistemate una volta assorbito il colpo. Magari facendo meglio al prossimo. Lo so che il colpo ci sarà, non fa mai piacere ricevere recensioni non del tutto positive, ma io non posso dire una cosa per un’altra o tacere per simpatia. Perché c’è una cosa che terrei a sottolineare: a me non interessa affossare a titolo gratuito le persone, a me piace leggere e divulgare i bei romanzi. E se c’è del talento in un autore, mi piace anche esaltarlo e portarlo avanti. Non per mero gusto personale, ma per meritocrazia.

Dunque, torniamo al romanzo di Cristina Bruni. La storia si svolge ad Hana, piccolo villaggio al confine con l’Alaska, che conta poco più di duecento anime e che vede una società prettamente abitudinaria. È qui che conosciamo per la prima volta il sergente Seth Cohen, giubba rossa della Royal Canadian Mounted Police, un passato tormentato e doloroso alle spalle, nessuna prospettiva per il futuro. Le giornate di Seth scorrono su binari morti, noiosi e lenti, e tolgono pezzetti di cuore con ogni notte che incalza, ogni alba che sorge. Seth è grasso, per lo meno è questo ciò che pensa lui di se stesso (non viene mai descritto sul serio, lasciando capire quanto effettivamente sia grande il suo disagio nei confronti della vita) e non ha mai avuto una relazione seria con una donna. Mai. Lui paga per avere rapporti sessuali e non pensa neanche lontanamente a modificare questa condizione. Come non pensa agli uomini. Lui è sempre andato a letto con le donne e basta. Con le donne. Nessun tipo di attrazione verso gli uomini (non sono impazzita, vorrei solo rafforzare il concetto per DOPO).

Poi d’improvviso arriva un giornalista, Cole Danner, e la vita di Seth viene travolta. In tipo tre pagine. Quattro, dai, vado per eccesso. In quattro pagine Seth scopre di provare attrazione per il forestiero, lo chiama e considera amico e sente la sua mancanza se non lo vede per una mattinata.
Sì, è vero, esistono i colpi di fulmine. Oltretutto c’è da dire che la psicologia di Seth è particolare. A volte mi è sembrato alla stregua di Misery non deve morire, un po’ inquietante, ma ci sta. Perché ha subito dei traumi, perché sua madre si è suicidata, perché suo padre era un bastardo della peggior specie.
Però.
Però se un cristiano non ha mai provato attrazione per un altro uomo, può seriamente in due giorni sognare di toccare intimamente un altro? Può seriamente considerare che la sua infatuazione sia amore? E può fare in modo che, alla prima occasione, l’oggetto dei suoi desideri vada a stare a casa sua?
Non so, ci sto ancora riflettendo. Indubbiamente, anche se questo fosse possibile, dovrebbe essere reso mostrando al lettore le lotte interiori del protagonista, senza demandare a due o tre frasi il compito di svelare tutto ciò che c’è dietro la sua presa di coscienza.
La cosa che però mi è risultata davvero stonata, al di là dell’olio nella zuppa vietnamita in Alaska, è stato l’atteggiamento totalmente passivo del giornalista. Che non solo è gay, non solo ha tutte le coincidenze giuste per capitare tra le braccia di Seth e rimanerci, ma si innamora anche del sergente, chiamandolo sceriffo finché sembra convincersene anche l’autrice (le sviste di refusi non mi interessano, ma queste sì). Sempre in tipo quattro pagine, comunque. E lui ovviamente vede in Seth un uomo con qualche chilo in più, ma con un gran cuore. Da dove abbia capito che il sergente sia una bella persona, però, non è chiaro.

In teoria il resto del romanzo è volto a spiegare e approfondire l’introspezione del personaggio, ma in pratica non lo fa. Ovvero, lo fa, ma non coinvolge. Cristina ci descrive i sentimenti, ci fa vedere cosa prova Seth (ma mai Cole, che sembra un fantasma messo lì solo ed esclusivamente per la funzionalità della storia), ma non ci fa sentire il suo tormento, i suoi loop mentali, i suoi preconcetti o insicurezze.
Ovviamente il mio è un plurale maiestatis, ma parlo di ciò che ho provato e sentito io durante la lettura. Sarà che ho un’idiosincrasia per le prose stonate, quelle che mi mettono “gote” e “sino a che” in frasi con “uccello” e “culo”, e quindi sono stata abbastanza distratta, ma non mi sono sentita coinvolta. Sicuramente è un mio problema, tanto più che tendo a preferire il realismo in una storia, però credo che Cristina possa fare molto di più. Perché ha i numeri, perché ha la dialettica e lo stile, perché ha momenti alti che non dovrebbero calare come è accaduto in questo romanzo. Non tutto può essere perfetto e per me “Come foglie sul fiume” non lo è, ma credo fermamente che potrebbe diventare tale con l’esperienza e lo studio. Perché, ripeto, la base c’è tutta. E la trama, anche quella, non manca di certo.

Insomma, lo so, sono stata cattiva, però credo che, se letta con lo spirito giusto, la mia riflessione potrebbe essere un gradino per salire sempre più su.
Io spero davvero di leggere altro di Cristina ed entusiasmarmi per davvero.
Per ora ho visto una prova discreta, ma non ottima. Tre stelline.

Titolo: Come foglie sul fiume.
Autrice: Cristina Bruni.
Genere: Romance M/M.
Editore: Triskell Edizioni.
Prezzo: euro 4,49 (eBook).

Seth Cohen è una giubba rossa della Royal Canadian Mounted Police, in un piccolo villaggio nei pressi del confine tra Canada e Alaska. Ha diversi chili di troppo e un passato che lo ha segnato nel profondo e ha chiuso il suo cuore all’amore.
Tutto cambia quando, al villaggio, arriva Cole Danner, giornalista di Vancouver. Tra i due inizia una bella amicizia e Seth pian piano si innamora di Cole. Il sentimento lo sconvolge, non solo perché Cole è un uomo, ma perché questi è fermamente intenzionato a distruggere la corazza dietro cui Seth si nasconde.

FEDERICA D'ASCANI

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