Vorrei ampliare il discorso su come presentarsi al meglio a una CE.
Pensate che il “pitch” di cui abbiamo dibattuto nei giorni scorsi sia lo scoglio più difficile da superare?
Voi non avete idea…
Vi porto come esempio una big. Avete mai visitato il sito della Giunti?
Se visionate il loro form per l’invio manoscritti (sì, anche loro lo chiamano manoscritto. Evvai!) troverete diverse richieste. Il pitch non è previsto ma, in una delle ultime finestre, trovate la dicitura “Descrivi il lettore che dovrebbe leggere il tuo libro in 140 caratteri”.
Oh, cielo!
Chi ci ha mai dato consigli su cosa rispondere a questo?
“Romantico e amante dell’avventura”?
Non sarà troppo generico?
“Amante della fantasia e delle grandi storie d’amore”?
Banale?
Mah!
Passiamo all’ultima finestra, la più bella di tutte.
“I motivi per cui dovremmo pubblicare il tuo libro”.
E qui vi voglio!
Tirate fuori i manuali di scrittura e gli appunti dei corsi che avete fatto. Per rispondere a questo serve un lavoro di squadra.
“Dovreste pubblicarlo perché ci ho lavorato con tanta passione e lo amo follemente”.
Uhm… mi sa che non va bene.
“Dovreste pubblicarlo perché mia mamma e tutte le mie zie dicono che è un gran bel romanzo”.
No… direi proprio di no.
Insomma, a parte le battute, direi che tutto questo ha uno scopo preciso: testare la professionalità di chi manda manoscritti. Rispondere a queste finestre richiede studio e ponderazione su ogni parola.
Queste richieste, che sembrano fatte apposta per creare un percorso a ostacoli, costituiscono un’unica insegna al neon: NON SI ACCETTANO IMPROVVISAZIONI.
Non ci resta che studiare.
QUI trovate i libri di Fernanda Romani
Immagine di copertina creata con Bing ed elaborata con Canva
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