Chi delle donne della mia generazione (le nate negli anni ’80) non ha visto almeno una puntata di Lady Oscar?
Io sono una di quelle bambine che si è incuriosita così tanto alle vicende narrate che, complice un padre laureato in storia e innamorato della Francia, ha fatto della Rivoluzione Francese una vera e propria ossessione. Ho cominciato così a leggere e a studiare questo periodo così ricco in modo sempre più sistematico. Ho scoperto che ciò che mi appassionava di più era leggere direttamente le parole dei protagonisti: discorsi politici, trattati, lettere, appunti… Certo, il periodo si presta particolarmente, perché il Settecento è ricco di persone che scrivono. Non a caso, uno dei generi più diffusi sono proprio le memorie.
Le memorie sono particolarmente interessanti perché ci permettono di conoscere anche voci che spesso nella storia ufficiale rimangono silenziose: quelle delle donne. Proprio di queste voglio parlarvi, presentandovi alcuni testi particolarmente significativi e interessanti. Molti di questi testi non sono mai stati tradotti in italiano per intero, altri ancora sono di difficile reperibilità, ma non è proprio questo il bello della ricerca?
Ho scelto di presentarvi quattro testi diversi fra loro, per storia, per stile, per scopo e non ultimo perché sono diverse le autrici: le memorie di Rosalie Lamorliére, Marie-Jeanne (“Manon”) Philipon-Roland, Charlotte Robespierre e Élisabeth Duplay.
Chi sono le donne che scrivono.
Il Settecento in Francia è il secolo che conosce l’espansione dell’alfabetizzazione, soprattutto fra la borghesia e gli abitanti delle città: anche molte donne cominciano a ricevere l’istruzione fondamentale e ad avere il desiderio di tenere un diario o tramandare i propri ricordi. Ma anche chi non sa né leggere né scrivere desidera raccontare quello che ha vissuto, come nel caso di Rosalie Lamorliére.
La capacità di scrivere e leggere significa però acquisire un certo grado di controllo sulla propria storia e quindi sulla propria autodeterminazione: non è strano quindi che nel Periodo Rivoluzionario quando le persone da meri sudditi capiscono di poter essere cittadini, artefici del proprio futuro personale e collettivo, anche le donne dei diversi ceti sociali comincino a far sentire, in maniera più o meno consapevole, la propria voce. E questa voce è spesso fresca, interessante da leggere, capace di immergerci in una mentalità e in una quotidianità che può ancora dirci molto sulle radici del nostro presente.
Alla prossima puntata: Rosalie, l’ultima cameriera di Maria Antonietta (14 febbraio 2019).
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