Londra. 1818.
Per Lady Caroline Webster, figlia del duca di Clarendon, è naturale sposare per convenienza James Cavendish, duca di Rothsay. E non trova nulla di anormale nemmeno nell’essere del tutto ignorata da lui dopo le nozze. Del resto, unico scopo della loro unione è il mantenimento del casato e il concepimento di un erede, obiettivo che richiede sporadica e taciturna applicazione.
Il tranquillo ménage precipita quando, in seguito a un aborto spontaneo, Caroline scopre che suo marito non è l’uomo freddo e posato che si è sforzato di apparire.
Titolo: Dita come farfalle.
Autrice: Rebecca Quasi.
Genere: Romance storico (Regency).
Editore: DRIEditore.
Prezzo: euro 2,99 (eBook); euro 9,31 (cartaceo).
“Dita come farfalle” parte al contrario di quello che di solito ci si aspetterebbe da un romance storico, perché il matrimonio tra i due protagonisti è l’evento di apertura della storia. Eppure, già dal modo in cui viene tratteggiata l’atmosfera di queste nozze è chiaro che non siamo davanti alla “solita” trama. Ed è questa è la caratteristica principale dell’autrice.
Rebecca Quasi sa introdurci in un mondo che pensiamo di conoscere e che invece si mostra controllato, distaccato, assuefatto a regole indistruttibili. L’atmosfera ovattata dei primi capitoli non spezza la voglia di leggere, perché sospesa nell’aria si percepisce una strana tensione, qualcosa che ci prende lentamente per mano e ci tira oltre una porta socchiusa. Ed è quando questa porta si apre che la storia ha davvero inizio! Senza perdere la compostezza che è propria dei personaggi e dell’epoca veniamo portati attraverso una serie di eventi che ribaltano sempre più la trama, trasformando la giovane duchessa pronta a mimetizzarsi dietro ai doveri coniugali in una donna decisa a ignorare il vuoto perbenismo della propria società per ascoltare il proprio cuore di donna prima ancora che di moglie.
E il duca? Ecco, lui forse è quello che personalmente ho trovato un po’ incostante (troppo rapido il passaggio dalla perdita del grande amore della sua vita all’infatuazione per la consorte), ma è pur vero che ormai nei romance – più o meno storici – i personaggi femminili sovrastano spesso quelli maschili.
Rebecca Quasi mi ha convinto con uno stile che non scimmiotta l’antico, ma lo sa far rivivere in modo naturale e fluido, un po’ come in quegli sceneggiati BBC in cui la macchina da presa nulla toglie alla magia di un’epoca lontana.
Quattro stelline.
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