La piccola Gundeberga, albina e figlia illegittima di Cunimondo, re dei Gépidi, è cacciata dal villaggio con la madre, a causa del suo aspetto diverso, e costretta a rifugiarsi nella foresta. A lungo rimane da sola nella selva finché non incontra il Longobardo Gundulf, ferito da un orso. Tra i due si accende quasi subito una passione travolgente e combattuta. Nel frattempo, la principessa Gépide Rosmunda è rapita dai Longobardi per ordine di re Alboino che desidera sposarla per garantirsi la legittimità al trono.
Titolo: La figlia di Freyja.
Autrice: Giovanna Barbieri.
Genere: Romanzo storico (78 pagine).
Editore: Self-Publishing.
Prezzo: euro 0,99 (eBook).
Giovanna Barbieri ci presenta il suo nuovo romanzo storico.
Un pomeriggio estivo stavo camminando per Verona e mi sono imbattuta in un banchetto di libri usati. Non ho potuto fare a meno di curiosare tra i titoli e ho trovato “Rosmunda, la regina barbara” di Lia Pierotti Cei: la vita della principessa Gépide Rosmunda, figlia di Cunimondo, il cui popolo fu quasi sterminato dai Longobardi capeggiati da Alboino, che desiderava sposare la giovane donna per garantirsi la legittimità al trono.
Man mano che leggevo il saggio, la mia fantasia ha iniziato a volare. In principio, l’idea era di scrivere un racconto ma, come sempre, non ho il dono della sintesi e il racconto breve si è trasformato in una novella (o romanzo breve). Ho dovuto anche documentarmi su cosa mangiassero all’epoca, come vestissero, come si comportassero gli uomini Longobardi con le loro donne ecc.
Per quanto riguarda la principessa Gèpide Rosmunda e il re Longobardo Alboino, non ho dovuto inventare nulla. La loro storia è ben descritta nel saggio di Lia Pierotti Cei. La loro caratterizzazione psicologica non è stata complicata.
Ho creato anche due personaggi di fantasia: l’albina Gundeberga e il guerriero Longobardo Gundulf. Ho voluto creare una storia d’amore contrastata tra due persone di etnia diversa: i Gépidi e i Longobardi, in lotta tra loro. Ma dovevo anche fare in modo che si potessero incontrare da soli per vivere la loro passione e non potevano farlo né nel villaggio Longobardo (non c’erano prigionieri Gépidi, salvo forse qualche serva di Rosmunda, ma non nell’anno da me descritto) né in quello Gépide, dove al massimo i prigionieri di rango (non credo i guerrieri semplici) erano rilasciati solo dopo il pagamento di un riscatto in monete o in beni alimentari. Così ho pensato a un’albina, cacciata da bambina dal suo villaggio e costretta a vivere nella foresta. Nel periodo medievale, le persone comuni avevano paura degli albini, per loro troppo simili a spiriti, e ho ipotizzato che fossero uccisi o sacrificati agli dei, anche se la Storia non ne parla in modo chiaro.
Giovanna Barbieri nasce a Verona il 15/01/1974.
Appassionata da anni di Medioevo, alto e basso, nel 2013 apre un blog a tema medievale, dove posta numerosi articoli riguardanti la vita del periodo; racconti; recensioni di libri e film e altro ancora.
Nel 2014 pubblica il suo primo romanzo storico time travel (La stratega, anno domini 1164) e nel 2016 i seguiti: Il sole di Gerusalemme A.D. 1165-1170 e Il Ritorno A.D. 1170-1180. La Stratega trilogia è anche disponibile in Kindle Unlimited.
Nel 2015 pubblica con Arpeggio libero editori “Cangrande paladino dei ghibellini” (XIV secolo), disponibile in cartaceo.
Nel 2017 pubblica il romanzo storico sentimentale “Dell’amore e della spada: Beatrice e Giuliano A.D 1513” e “Silfrida la schiava di Roma” (V secolo), disponibile in tutti gli store on line solo in formato digitale con Delos Digital.
Nel 2018 pubblica il primo di una serie di gialli tardo medievali: “L’accusa del sangue”, con protagonisti Goffredo Fortespada, Fiamma ed Edmundo de la Turre.
Commenti recenti