Abbiamo con noi Simona La Corte (QUI la sua Pagina-Autore su Amazon), giunta al secondo libro di una trilogia di “music romance”.
Inventare e scrivere storie è stata la mia passione sin da bambina, periodo in cui le fiabe della Disney e le favole dei libri alimentavano la mia fantasia e si traducevano in disegni e vignette.
Alle medie e alle superiori ho avuto la possibilità di seguire corsi di teatro che, oltre alla recitazione, mi hanno permesso di imparare molto sulla sceneggiatura. Goldoni, Pirandello, Molière, Eduardo De Filippo… Questi sono solo alcuni dei grandi del teatro che abbiamo reinterpretato in dialetto siciliano.
Il periodo universitario, invece, è stato deludente perché l’unico corso di scrittura previsto nel piano di studi era un laboratorio di appena 15 ore. Divisi in gruppi, agli studenti era assegnato un insegnante diverso e il nostro era un redattore del Giornale di Sicilia che, come si può immaginare, ha centrato le lezioni su come scrivere un articolo di giornale. Esperienza utile, sì, ma avrei preferito un corso di scrittura creativa, soprattutto perché quelli erano gli anni in cui riempivo i miei quaderni con le storie che mi venivano in mente.
Non avevo mai pensato (seriamente) alla possibilità di pubblicare. Dicevo a me stessa “Forse un giorno lo farò”, finché quel giorno è arrivato. Ho sentito il bisogno di mettere nero su bianco la trama che avevo in mente e unire le mie due passioni: quella per i romance e quella per la musica.
Il mio prossimo obiettivo è seguire corsi di scrittura creativa e di editing.
Che genere scrive? Ce ne parla? Ci racconta come mai ha scelto questo genere per esprimersi?
Scrivo romance. Mi sono avvicinata a questo genere intorno ai sedici/diciassette anni, quando mia madre mi ha fatto leggere “il lupo e la colomba” di Kathleen E. Woodiwiss. Prima di allora, leggevo molti thriller e fantasy e, all’età di quattordici anni, ho abbozzato un breve romanzo fantasy ispirato a Il Signore degli Anelli. È ancora custodito in un quaderno, insieme a tante altre storie che ho raccolto negli anni… Forse, un giorno mi deciderò a svilupparlo. Ho scelto di esordire con un music romance perché ho voluto unire la passione per la musica a quella dei libri, ma in futuro ho intenzione di sperimentare altri generi.
Come scrive? Penna e carta, moleskine sempre dietro e appunti al volo, oppure rigorosamente tutto a video, computer portatile, ipad, iphone?
Prima scrivevo rigorosamente su carta; adesso su computer portatile. In borsa tengo un taccuino e una penna, ma, se lo dimentico, annoto sul cellulare le idee che arrivano all’improvviso.
C’è un momento particolare nella giornata in cui predilige scrivere i suoi romanzi e racconti?
Scrivo la notte perché è l’unico momento della giornata che posso dedicare alla scrittura. Con due piccole, adorabili, pesti non è facile durante il giorno!
Quando scrive, si diverte oppure soffre?
Né l’uno, né l’altro. Semplicemente, mi emoziono.
Nello scrivere un romanzo, “naviga a vista” come insegna Roberto Cotroneo, oppure usa la “scrittura architettonica”, metodica consigliata da Davide Bregola?
Sono più sulla linea del pensiero “naviga a vista” di Cotroneo, lasciando che la storia prenda forma da sé… come dice lui stesso nel suo Manuale di scrittura creativa.
Quando scrive, lo fa con costanza, tutti i giorni, come faceva A. Trollope, oppure si lascia trascinare dall’incostanza dell’ispirazione?
Se una storia preme per uscire fuori, scrivo ogni giorno. Altrimenti, lo faccio solo se sento l’ispirazione. Non sono quel tipo di persona che scrive “a comando”.
Ama quello che scrive, sempre, dopo che lo ha scritto?
Amo quello che scrivo perché ci metto il cuore; ma, quando rileggo un romanzo, vengo assalita dall’insicurezza e vorrei cestinare tutto. Poi questo momento passa (per fortuna!) e sorrido soddisfatta di aver “dato vita” alle mie idee, anche se possono non piacere agli altri.
Rilegge mai i suoi libri/racconti, dopo che sono stati pubblicati?
Sì.
C’è qualcosa di autobiografico nel suoi libri?
Sì, c’è molto di me. Non solo per quanto riguarda la mia passione per la musica, ma anche quelle parti del mio io che non sono mai riuscita a mostrare agli altri. Attraverso i miei personaggi, racconto me stessa.
Tutti dicono che per “scrivere” bisogna prima “leggere”: è un lettore assiduo? Legge tanto? Quanti libri all’anno?
Leggere è il presupposto fondamentale per poi scrivere. È cultura e, qualsiasi sia il genere e/o la tematica trattata, bisogna leggere e documentarsi. Prima di diventare mamma e dedicare la maggior parte del mio tempo a loro, leggevo tantissimo; ora ho poche ore a disposizione che devo dividere tra scrittura e lettura. Non ho mai tenuto conto del numero di libri letti.
Ha mai partecipato a un concorso? Se sì, ci racconta qualcosa della sua esperienza?
No, non ho mai partecipato a concorsi.
A cosa sta lavorando ultimamente?
Sto scrivendo un romanzo in collaborazione con una CE (non posso dire di più, al momento) e il terzo e ultimo romanzo della trilogia con la quale ho esordito.
Miranda Visconti è una giovane e talentuosa stilista che ha lasciato Palermo per stabilirsi a Londra, la città che le ha offerto il lavoro dei suoi sogni. Nella Carter’s Hall, una delle più celebri case di moda londinesi, ha l’occasione di essere ingaggiata come costumista dei Black Hearts, la rock band più popolare dell’ultimo decennio. Nella vita privata, Miranda ha sempre ostentato un atteggiamento compassato nei confronti degli uomini, ma l’incontro con Benjamin Sander, il dissoluto frontman della band, le cambierà la vita.
Benjamin Sander ha vissuto un’esistenza piena di sregolatezze, finché la bella Miranda non metterà in discussione tutto, per primo il suo cuore blindato.
La forza prorompente dell’attrazione reciproca obbligherà entrambi a perdere il controllo su loro stessi.
Una storia d’amore intensa e sofferta, di passione e tormento. Perché, a volte, un grande amore ha bisogno di compiere giri immensi.
Grazie per la bella intervista!