Rocco Ballacchino, laureato in Scienze della comunicazione, ha curato la sceneggiatura dei cortometraggi Poison (2009) e Doppio Inganno (2010). È autore dei gialli, editi da Il Punto – Piemonte in Bancarella, Crisantemi a Ferragosto (2009), Appello mortale (2010) e Favola Nera (2012), quest’ultimo scritto a quattro mani con il giornalista Andrea Monticone. Dopo Trappola a Porta Nuova, edito dai Fratelli Frilli Editori, ha pubblicato Scena del crimine -Torino piazzaVittorio, Trama imperfetta -Torino piazza Carlo Alberto e Torino Obiettivo Finale, Tredici giorni a Natale, Il codice binario, Matematiche certezze (scritto con Maria Masella) e La persona sbagliata in cui al centro della scena c’è il duo investigativo composto dal commissario Sergio Crema e dal critico cinematografico Mario Bernardini (Fratelli Frilli Editori 2013-2016). Ha pubblicato, per Oakmond Publishing, il noir Non è un paese per buoni (2020). È tra i fondatori del collettivo di scrittori ToriNoir e curatore della collana di gialli per ragazzi I Frillini, sempre per i Fratelli Frilli Editori.
Fate due chiacchiere con lui su Facebook.
Che genere scrive? Ce ne parla? Ci racconta come mai ha scelto questo genere per esprimersi?
In questi anni ho pubblicato opere con diversi stili che adatto al tipo di soggetto che ho in mente. I migliori riscontri li ho però avuti nei gialli tradizionali, in cui cerco di abbinare un’indagine credibile all’esplorazione delle dinamiche sentimentali ed emotive tra i personaggi.
Come scrive? Penna e carta, Moleskine sempre dietro e appunti al volo, oppure rigorosamente tutto a video, computer portatile, iPad, iPhone?
Scrivo al PC e, per gli spunti che mi vengono in mente mentre vago per il mondo, utilizzo un’applicazione dello smartphone.
C’è un momento particolare nella giornata in cui predilige scrivere i suoi romanzi e racconti?
Scrivo soprattutto al mattino presto, nel week end, per un paio d’ore. Quando arrivo però nelle fasi cruciali di una storia saltano gli orari perché seguo l’ispirazione.
Quando scrive, si diverte oppure soffre?
I primi anni scrivevo soprattutto per divertimento, poi è subentrato il mestiere, poi, a volte, la noia. Soffro quando devo archiviare i personaggi, come è accaduto con il commissario Crema e il critico cinematografico Bernardini alla loro ultima indagine, Torino operazione secondo tempo.
Nello scrivere un romanzo, “naviga a vista” come insegna Roberto Cotroneo, oppure usa la “scrittura architettonica”, metodica consigliata da Davide Bregola?
Una via di mezzo: pur avendo chiari l’inizio e la fine, strutturo il romanzo per gruppi di capitoli. Quando arrivo al termine di quello spezzone di racconto faccio il punto della situazione e pianifico le “mosse” future.
Quando scrive, lo fa con costanza, tutti i giorni, come faceva A. Trollope, oppure si lascia trascinare dall’incostanza dell’ispirazione?
Avendo una vita normale e una famiglia scrivo soprattutto al mattino presto durante i week end. Poi seguo l’ispirazione nei momenti caldi del testo.
Ama quello che scrive, sempre, dopo che lo ha scritto?
Di solito mi detesto, penso capiti a tutti. Aspetto i pareri dei lettori per capire se piace.
Rilegge mai i suoi libri/racconti, dopo che sono stati pubblicati?
Solo se devo recuperare qualche stralcio per interviste o presentazioni varie. Sono, come molti, piuttosto critico nei confronti di me stesso.
C’è qualcosa di autobiografico nel suoi libri?
Per molti lettori il commissario Crema, con la sue finte diete e la tagliente ironia, sarei io. Penso non si sbaglino di molto…
Tutti dicono che per “scrivere” bisogna prima “leggere”: è un lettore assiduo? Legge tanto? Quanti libri all’anno?
Concordo assolutamente. In alcune fasi della mia vita ho letto tantissimo. Adesso un po’ meno per motivi di forza maggiore. Però un libro sul comodino c’è sempre. Spesso saggistica.
Ha mai partecipato a un concorso? Se sì, ci racconta qualcosa della sua esperienza?
Ho partecipato a qualche concorso, spesso con poca convinzione. Ultimamente ho però vinto il premio per miglior inedito (Indagine parallela) al concorso letterario la Quercia del Myr, una soddisfazione che mi ha regalato forti emozioni.
A cosa sta lavorando ultimamente?
Sto provando a “piazzare” Indagine parallela a livello editoriale. Penso che sia il noir più completo che abbia mai scritto. Sono poi attivo nella promozione nei miei testi teatrali, l’ultimo che ho scritto è una commedia musicale dal titolo Cantando sotto la doccia, ma questo è un momento davvero difficile per le motivazioni che tutti conosciamo. Aspetto che cambi il vento e non solo per le storie raccontate. Con una realtà del genere confesso che è davvero difficile persino sognare…
Commenti recenti