Maria Grazia Swan si racconta:
Sono nata in Italia, per la precisione, sono Veneta. Ho vissuto in Belgio, Francia, Germania, California e Arizona dove abito tuttora. Naturalmente adoro l’Italia, ma quando mi chiedono dove ti piacerebbe vivere, rispondo: non si tratta di dove, ma con chi. Mi mancano le persone più che i posti. E allora continuerò a viaggiare avanti e indietro.
Ho sempre scritto storie, anche alle elementari, le scambiavo con barrette di cioccolato… Ecco perché la Nutella a casa mia la trovate sempre. Nutella e Prosecco, per la precisione.
Benvenuta, Maria Grazia. Sono felice di averti con noi.
Ciao Annamaria, tanto per cominciare, come ti chiamano a casa? Annamaria o Babette? È da quando ho trovato il tuo gruppo che muoio dalla voglia di chiedertelo.
Nessuno mi chiama più, a casa. Bonnie e i gatti non arrivano a tanto. Gli amici in carne e ossa mi chiamano indifferentemente Anna o Annamaria. Gli amici virtuali mi chiamano Babs.
Come ha avuto inizio la tua “carriera” di scrittrice?
Da piccola, quando pioveva, e pioveva spesso, salivo in soffitta, el granaro, dove lo zio che era andato in Canada aveva lasciato scatoloni di libri. Leggevo un giallo Mondadori ogni settimana. Molti di Agatha Christie. A un certo punto cominciai a scrivere non-fiction, allora ero già negli Stati Uniti, o in America come la chiamavano i nonni.
Ero stata assunta per scrivere una rubrica mensile per una rivista, quando una non-fiction mi aprì le porte: un Agente e un contratto con una Casa editrice. Ci furono altri agenti e altri contratti. Poi smisi di scrivere per circa dieci anni.
Quando ripresi, ero più vecchia, ma non più saggia.
Ho dato un’occhiata alla tua Pagina-Autore su Amazon: un bel po’ di romanzi!
Ho tre serie attive e parecchie short stories.
Il “rosa” ha voce in capitolo nei tuoi libri?
Intanto, ci tengo a precisare che cerco “la scintilla” nelle storie vere, nelle persone che ho conosciuto. E poi, sì, tutto quello che scrivo ha sfumature rosa; a volte anche i miei noir si tingono di rosa.
Quaderno, o tecnologia?
Dal 1989 uso il computer. Avevamo una compagnia che faceva floppy disk, perciò avere un computer “was a given”.
Allodola, o gufo?
Scrivo sempre di sera, perché sono molto coinvolta in un sacco di attività e di giorno il telefono mi fa impazzire. Ho una linea dedicata solo alla famiglia, cosi metto a dormire il cellulare dalle 9 di sera alle 8 di mattina.
Coinvolta nelle storie che scrivi, o distaccata?
Quando scrivo sono completamente sommersa dalle emozioni dei miei protagonisti. Quando ho scritto “Italian Summer”, mi son fatta tanti di quei pianti che non ti dico… le scatole di fazzoletti si sono sprecate. Se non “entro” nella testa dei personaggi non riesco a scrivere; spesso sono proprio loro che mi raccontano la storia. Per cui, non spalancare gli occhi!, scrivo senza conoscere la fine. Una fortuna, perché altrimenti la storia smetterebbe di interessarmi. Insomma, le vicende le vivo insieme ai miei personaggi.
Sei una forte lettrice?
Leggo libri quando posso rimanere seduta per ore. Leggo il giornale ogni giorno, un’abitudine che ho preso dal nonno. Sì, mi alzo e vado a raccogliere il giornale che mi lasciano sul vialetto di casa, tutte le mattine. L’idea di leggerlo su un tablet, proprio non mi va.
I concorsi: gioie e dolori. Che ne pensi?
Ho vinto il primo concorso quando avevo dodici anni, vivevo e andavo a scuola in Belgio. La storia breve fu pubblicata su un giornale. La “Moon series”, composta da tre libri, ha vinto quattro premi. Non è che i concorsi mi facciano vendere più libri, però avere USA TODAY Bestselling Author sulle copertine, secondo me aiuta.
Progetti per il futuro?
Sono due anni che non pubblico, le lettrici più fedeli sono preoccupate. In un certo senso sono fortunata, ho più di 15.000 iscritti alla mia newsletter. Mi hanno scritto chiedendomi dove fossi finita! Così finalmente ho un libro che esce in inglese a ottobre. Non ho la data esatta, sto ancora discutendo con l’editor e la “formatting assistant”, ma ho la copertina e il “blurb ready”. Si tratta del quinto volume della “Baker Girls Cozy Mystery Series”, uno dei più ‘dark’ che ho scritto. Ti faccio ridere: in questo libro ho la ricetta per la pizza… ispirata da un vecchio libro di Lisa Biondi, famosa perché insegnava a cucinare in una trasmissione radiofonica, prima che ci fosse la televisione. Il libro me lo regalò mia nonna quando mi sposai e sì, ho altri due libri che stanno per uscire: sono traduzioni in italiano. Ho le copertine pronte e tante speranze. Ciao carissima Annamaria-Babette. A big thank you and a bigger hug.
P.S. Qui tra scrittori mi chiamano “The queen of angst”.
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