Un viaggio lungo quattro libri.
Una trama che si snoda tra passato e presente, dal 1677 ai
nostri giorni, con al centro una creatura che decide di raccontarsi attraverso
quello che i suoi occhi e quelli di chi l’ha amata, odiata o ne ha subito il
fascino diabolico, hanno visto. Un viaggio che riporterà il vampiro Raistan Van
Hoeck a casa… forse.
Editore: Marlin (Collana “Il
Portico”).
Prezzo: euro 14,88 (copertina
flessibile).
In un fluido alternarsi di passato e presente, Raistan
Van Hoeck, nato in Olanda nel 1677, racconta com’è diventato un vampiro e
traccia un ritratto indimenticabile della sua creatrice, una vampira irlandese
di nome Shibeen, che si troverà accanto, fedele amica e ineguagliabile amante,
nelle fasi più drammatiche dei suoi tre secoli di vita. In questo primo libro
della saga, Raistan è alle prese con un folle estremista che progetta di creare
un esercito invincibile con cui dominare il mondo. Per realizzarlo, cattura
prima Raistan e poi il suo eterno nemico, Greylord, capo del più temibile
branco di licantropi dell’Europa Occidentale, al fine di incrociare le due
razze e di ottenere guerrieri ibridi che nessuno potrà mai sconfiggere. Quella
di Shibeen sarà una vera e propria corsa contro il tempo per tentare di
salvarli, mentre Raistan e Greylord, alleati per necessità, dovranno affrontare
orrori che metteranno a dura prova la loro resistenza fisica e mentale.
Il romanzo alterna pagine di grande tensione emotiva
con altre più leggere, attraversate da una sottile vena di tenerezza,
impensabile in un vampiro, come quelle in cui Raistan torna a trovare la
famiglia umana della piccola Ellie, con la quale ha stretto un forte legame
affettivo.
Il linguaggio colloquiale e spigliato induce il
lettore a immedesimarsi con il personaggio e a sentirsi coinvolto nelle sue
vicende, tanto da desiderare di seguirne gli sviluppi anche dopo l’ultima riga.


Editore: Marlin (Collana “Il
Portico”).
Prezzo: euro 14,88.
Raistan Van Hoeck, tenebroso vampiro olandese,
ripercorre una fase dei tre secoli che compongono la sua vita e,
contemporaneamente, ci prende per mano per farci vivere le sue avventure nel
presente. Tra incursioni nella storia (Luigi XVI e la Rivoluzione francese),
vicende di amore e di amicizia, sesso sfrenato e fiumi di sangue, Raistan ci
racconta del momento più drammatico della sua esistenza: diventato Generale
Supremo del Clan a cui appartiene, verrà catturato con l’inganno da Greylord,
comandante delle truppe lycan, per mano del quale subirà una perdita che lo
trascinerà sull’orlo della follia. Come sopravvivrà a eventi così devastanti? Chi
correrà in suo aiuto? Nel presente invece, Vincent, il capo del suo Clan,
deciso a punirlo per aver messo in pericolo la segretezza della razza vampira,
ricorrerà a uno spietato killer licantropo, Blackspear, lanciato come un
segugio infernale sulle sue tracce, fino all’imprevedibile epilogo nei tetri
tunnel delle stazioni abbandonate della London Underground.

Raistan ed io… ovvero, la recensione!
Raistan Van Hoeck fa la sua
comparsa in un racconto che lo mette a contatto con una famiglia di umani e con
il suo lato migliore. Quella parte di sé che ricorda ancora cosa vuol dire
essere un uomo. Quella parte di sé che viene tenuta celata in profondità, quasi
rinnegata.
La simpatia immediata che il
vampiro suscita in noi stenta a sopravvivere nel corso della lettura del primo
volume. Niente animali succhiati per sopravvivere, niente animo gentile e
protettivo nei confronti degli umani, questi fratelli minori, fragili e
destinati a una breve vita! Raistan è al vertice della piramide alimentare e
non lo dimentica, seminando cadaveri sul suo cammino. In questo, è un vampiro
vecchio stile e confesso che, dopo tanti vampirelli all’acqua di rose che
sembrano far parte di un club di vegetariani, un crudele predatore mi occorreva
proprio. Bellissimo, naturalmente: alto due metri, biondo, dalle fattezze
angeliche bloccate per sempre all’età di 28 anni (beato lui!). Legato a filo
doppio alla sua creatrice, una vampira millenaria, che lo salva molte volte,
anche quando la speranza sembra definitivamente morta. E scusate il gioco di
parole.
Raistan non disdegna gli
amori umani, nemmeno quelli mercenari, anche se sa che sono legami effimeri,
destinati ad una fine prematura per ovvi motivi. È protettivo, quando prova dei
sentimenti nei confronti di qualcuno, così come è un nemico implacabile nei confronti
dei Lycan, gli storici nemici della razza vampirica.
Come vive un vampiro? Raistan
se la cava benissimo: è un killer abile e spietato, che le maggiori potenze del
mondo si contendono a suon di milioni per garantirsi i suoi infallibili
servigi. Per il resto, il solito tran tran: lunghi sonnellini in una bella
cassa, durante le ore diurne e tutta vita al tramonto del sole. Con l’evolversi
della tecnologia, le notti sono diventate più vivibili: le grandi metropoli
sono illuminate a tutte le ore e Raistan può finalmente dimenticare il tempo in
cui solo qualche rara fiaccola donava un po’ di chiarore alla notte.  
Il nostro eroe non è
invincibile, anche se ci piacerebbe crederlo: vittorie fulminanti si susseguono
a sconfitte dolorose che lo lasciano pesantemente ferito nel corpo e
nell’anima. Alcune scene sono bestialmente crudeli e narrate con penna spietata
dall’autrice, alla quale non difetta una certa fantasia nell’inventare torture
raffinate e terribili.
I due libri sono il racconto
in prima persona delle vicende che Raistan ha affrontato in tre secoli di vita.
Un intreccio tra passato e presente, che vede alternarsi l’Olanda del XVII
secolo, la Francia della Rivoluzione e il fascino della Londra del XXI secolo.
I salti temporali sono gestiti con mano ferma dall’autrice, che riesce a creare
un arazzo smagliante.
Nel primo volume troviamo
qualche sbavatura che non ci impedisce di gustare a pieno una storia ricca di
fatti e di personaggi. Alcuni di questi li troviamo nello scorrere dei secoli,
altri appaiono e scompaiono come meteore. E sono gli umani.
Uno stile ricco e un
linguaggio curato (permettetemi di rompere una lancia a favore di chi usa un
lessico adeguato e ha cura della punteggiatura!) rendono fluida la narrazione e
piacevole la lettura.
La buona prova fornita da
Lucia Guglielminetti con il primo volume ottiene una conferma con il secondo
volume, “Sette giorni per i lupi”. Si notano la crescita dell’autrice e la
padronanza con cui maneggia una storia complessa, avvincente, ricca di
sfumature. Davanti a noi vengono spalancate nuovamente le porte di un mondo tanto
crudele quanto affascinante, nel quale entriamo e dal quale non vorremmo mai
allontanarci.
Attendo con ansia il prossimo volume e colloco
definitivamente Raistan Van Hoeck nel mio harem vampirico.
Cinque stelline.
Andiamo a conoscere la colpevole… uhm l’autrice di questa saga:
Lucia Guglielminetti (Asti
1969), laureata in Lingue e Letterature straniere, insegna inglese nella scuola
secondaria di I grado. Vive in un paesino della provincia astigiana con il
marito e tre figli. Ama la musica rock, compagna inseparabile delle sue notti
trascorse nel mondo di Raistan Van Hoeck, la lettura, il cinema, i gatti e
tutto ciò che riguarda i vampiri.
Scrive da sempre racconti, ma
negli ultimi anni ci ha regalato i primi due romanzi della tetralogia dedicata
al vampiro Raistan Van Hoeck. “L’ospite inatteso”, il racconto da cui prende
avvio RVH, ha vinto il premio “Le ali della fantasia” e si è piazzato tra i
finalisti al premio “Fantastique 2010”.
Lucia Guglielminetti ha una
sua pagina su Facebook e cura il sito www.raistanvanhoeck.jimdo.com, dedicato al protagonista della serie.
Hanno scritto di lei:
La Stampa – Una storia coinvolgente, ricca di
colpi di scena. Da un vampiro come Raistan, tutto fuoco e gelo, chi sa quante
donne vorrebbero farsi mordere il collo!

Dark – Lucia
Guglielminetti possiede una straripante vena narrativa che sa incanalare
stilisticamente, creando pagine di sicura presa sul lettore. Raistan è un
personaggio unico nella letteratura d’intrattenimento ispirata al mondo dei vampiri.



Ho fatto due chiacchiere con Lucia.
Lucia, perché questo amore sviscerato per i vampiri?
I vampiri mi sono sempre
piaciuti, sin da quando ero una ragazzina. Amo il loro essere antichi, la loro
alterità rispetto al genere umano. Il mio primo “amore vampirico” è
stato Barlow de “Le notti di Salem” di Stephen King, un tipaccio che
di romantico non aveva nulla, ma che mi aveva comunque affascinata per il suo
potere e il suo carisma. Pochi anni dopo è stato il Dracula di Coppola a farmi
innamorare. Ho sempre colto la solitudine e la tristezza di fondo di personaggi
di questo genere, che è la cosa che mi attrae di più e mi fa tifare per loro.
E’ qualcosa che caratterizza anche Raistan, sin dal primo racconto in cui si è
manifestato, anche se in fondo lui è felice di essere quello che è.
Quali sono (se ce ne sono) gli autori e i romanzi ai
quali ti sei ispirata?
Ho letto molti libri e visto
molti film sull’argomento, ovviamente, ma non ho seguito nessun modello
particolare, anzi, ho cercato di tenermene il più possibile lontana.  Volevo tuttavia che i miei fossero vampiri veri,
con le caratteristiche tradizionali, anche se ho tralasciato alcune cose, tipo
la paura per i simboli religiosi. Sono soprattutto veri per la loro brama di
sangue e per gli scarsi scrupoli morali che si fanno per procurarselo. Anche
l’aspetto sessuale è importante, quando si parla di vampiri, secondo me. Una
cosa che non amo dei vampiri della Rice, ad esempio, è il fatto che non possano
fare sesso. Una parte del carisma di queste figure è anche dovuto al loro
innegabile sex-appeal. Amore e morte strettamente legati. Che cosa c’è di più
irresistibile?
Com’è nato Raistan?
Dico sempre che sono i
personaggi a scegliersi gli autori e non il contrario, quindi non posso dire
come sia “nato” Raistan. Posso però dirti che si è manifestato per la
prima volta con un breve racconto, “L’ospite Inatteso”. Alla fine
però mi sono resa conto che c’erano ancora un sacco di cose da raccontare su di
lui – di fatto una vita intera e lunga tre secoli – e non mi sono più fermata.
Quanto tempo hai impiegato per scrivere i primi due
libri della serie?
Ho impiegato circa sei mesi
per ogni libro che ho scritto, senza contare il tempo necessario per la
revisione assieme all’editor della Casa Editrice.
Com’è la tua giornata di scrittrice? Caotica,
immagino, visto che devi ritagliarti del tempo fra mille incombenze!
Guarda, ho scritto i libri
tra il 2009 e il 2011, due anni in cui ero disoccupata, quindi avevo molto
tempo libero. La scrittura mi ha salvato dalla noia e mi è servita per capire
che potevo riuscire davvero in qualcosa. Sono stati due anni meravigliosi, per
me. In seguito, terminata la quadrilogia di RVH, ho ancora scritto uno spin-off
che farà felice (forse) i lettori e ho cominciato l’avventura del sito e del
blog, ma come hai detto tu le giornate sono molto piene e spesso riesco a
scrivere solo di sera. Comunque una giornata non è completa se non metto giù
qualche pagina. Amo molto anche scrivere racconti brevi, sia su Raistan che su
altri argomenti, e non è detto che prima o poi non pubblichi anche una
raccolta.
A che punto sei con il resto della tetralogia di
Raistan?
Sia il terzo che il quarto
volume della saga, più lo spin off, sono già scritti, aspettano solo di essere
pubblicati. Speriamo che il mio editore continui ad avere fiducia in me, anche
perché sono come il vino: col tempo miglioro!
A parte i vampiri, ci sono altri personaggi che ti
piace far vivere nelle tue pagine?

Non ho preclusioni per altri
personaggi, ho scritto racconti brevi in cui appare un po’ di tutto. Dipende da
chi vorrà venirmi a trovare per raccontarmi la sua storia, io sono pronta!