Ho visto quattrocento video, ‘sti giorni, di altrettante persone che se rivendevano una ricetta che alla fine è polacca. Ma io, che col fritto alla fine c’ho un rapporto non rapporto, ho fatto tutto al forno come al solito. E ho mischiato tutte le ricette trovate, perché me piaceva de tutto un po’.

Dicono tutti de grattuggià due patate, ma n’ho capito perché fasse er mazzo quando c’ho il tritatutto caruccio caruccio. Ne ho trovato uno manuale su Amazon a poco più de dieci euro che funziona da paura.
Insomma, famo du patate sminuzzate, tritate, poi mettemole in ammollo in acqua fredda e lasciamocele per venti minuti. Scoliamo, strizziamo con le mani, mettiamo in una ciotola e cospargiamo con un po’ di sale fino. Famo riposa’ per altri dieci minuti e strizziamo nuovamente per togliere il resto dell’acqua che avranno buttato fuori.
Uniamo le patate a due scalogni tritati, a un uovo, a un po’ di prezzemolo e tanta farina quanto basta, famo circa tre cucchiai, ma dipende da quanto so umide le patate. Impastiamo e creiamo delle polpette schiacciate. Mettiamo tutto su carta forno e poi in congelatore per trenta minuti circa.
A ‘sto punto possiamo mette i medaglioni cosparsi con un po’ de olio e.v.o. in forno a 180 gradi per quindici minuti. Mettiamo la funzione grill pe tipo due minuti eeeee…
Voilà!
Oh, co la salsa rosa so na cifra boni!

Di Federica D’Ascani vi ricordiamo “Il bambino che non poteva amare”.

Quando Teresa partorisce e sente per la prima volta il pianto di suo figlio pensa che non possa esserci gioia più grande di quella che sta vivendo: Libero, suo marito, è in una stanza a pochi passi e Paolo, il suo piccolo appena nato, a un soffio.
Ma il tempo passa e nessuno, in sala, la degna di uno sguardo. C’è qualcosa che non va. E poi la sentenza: suo figlio è morto, suo figlio è deforme, suo figlio non merita neanche di essere visto.
La vita di Teresa diventa il fulcro dell’Inferno in una manciata di secondi, e tutta l’allegria provata fino a quel momento scema per lasciare posto a un vuoto incolmabile.
Ma Teresa non sa la verità: Paolo è vivo, Paolo è in buona salute, Paolo ha la sindrome di Down ed è stato appena mandato in manicomio.
C’è stato un tempo in cui nascere diversi era un modo come un altro per non esistere, un tempo in cui bambini e adulti, se pazzi o anormali, venivano semplicemente dimenticati.
E se per Paolo le cose andassero in maniera diversa?
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