Vi è mai successo di voler inserire in un vostro libro una situazione suggestiva e di calcare troppo la mano?

Non so, forse quei 27 colpi con cui il vostro protagonista ha risposto al fuoco mentre era circondato dai nemici erano un po’ troppi per una pistola sola?
Magari l’aquila con 15 metri di apertura alare che ha fatto da scudo al nipotino della protagonista contro le frecce nemiche non era tanto realistica?
O forse quella scena in montagna dove l’eroina si lancia da una parete verso il monte opposto impugnando due piccozze che si piantano esattamente sulla roccia di fronte era un tantino esagerata ( ma quando l’avete vista in un film era strepitosa)?
Be’, a me è successo con il terzo episodio di Endora.

Uno dei due protagonisti maschili, Daigo, a un certo punto mette in atto una fuga da chi lo teneva prigioniero e cavalca nudo per due giorni. Mi sembrava una situazione fichissima. Daigo è il maschio alpha della vicenda, molte lettrici facevano il tifo per lui, guerriero abile e feroce. Immaginarlo mentre cavalca nudo e selvaggio lo trovavo una specie di omaggio a chi lo apprezzava. Infatti, la cosa piacque molto.

Dopo qualche tempo, mi capitò di raccontare quella situazione in un gruppo. Qualcuno commentò che non era realistica, fisicamente impossibile. Mi giustificai dicendo che il personaggio doveva fuggire dai suoi inseguitori, era una situazione di emergenza.
Risposta: qualunque uomo sia costretto a scappare cavalcando nudo, dopo venti minuti si consegna al nemico.
Ok, ho esagerato.

N.D.R. L’Intelligenza Artificiale – nota bacchettona – si è rifiutata di creare un uomo nudo a cavallo. Così, ha piazzato un paio di pantaloni al nostro Daigo.

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Copertina: creata con Canva mediante utilizzo di un’immagine free e di una fotografia inviata da Fernanda Romani.