L’ultima notte di amore, by Fernanda Romani.

Oggi siamo andati al cinema. Ci tenevo a vedere questo film: un poliziesco italiano capita raramente. Dopo averlo visto direi che è un noir più che un poliziesco e mi è piaciuto molto. Favino è insuperabile, ma anche gli altri attori sono perfettamente nella parte. La storia di un uomo per bene che in una notte rischia di perdere tutto ciò che ha è diretta con un’ottima mano. Quando la suspense ti prende non ti molla più. E Favino ci mostra ogni sfumatura di un uomo tormentato. Magnifico.
Si nota qualche situazione improbabile, ma quale film d’azione non ne ha? Ho trovato un unico aspetto molto fastidioso: il parlato. La recitazione moderna prevede ormai che gli attori non parlino in un buon italiano, ma con toni biascicati oppure in dialetto. Il risultato è un’atmosfera più realistica, ma dove buona parte del parlato risulta incomprensibile. Peccato. Comunque, il film vale la pena.

Milano. In un appartamento è in corso una festa organizzata dalla padrona di casa (Linda Caridi). È una festa a sorpresa per il marito poliziotto Franco Amore (Pierfrancesco Favino). Dopo 35 anni di servizio, l’uomo sta per andare in pensione.
Franco torna da una corsa e trova in casa la festosa folla di amici ad accoglierlo. Si commuove. Riceve però improvvisamente una telefonata da un superiore. Deve abbandonare subito i festeggiamenti. C’è stata una sparatoria e sono morte alcune persone su uno svincolo periferico… Perché chiama proprio lui?
Rivediamo quello che è successo nei dieci giorni precedenti. Amore ha salvato la vita a un boss cinese amico del cugino della moglie (Antonio Gerardi). Il boss, per sdebitarsi, gli ha offerto un lavoro extra come guardia di sicurezza.
Franco non potrebbe accettare, perché non è ancora in pensione. Ma la missione pare molto semplice. Si tratta di scortare una persona dall’aeroporto fino a un luogo a un paio d’ore di distanza. Il poliziotto coinvolge anche l’amico collega Dino (Francesco Di Leva).
Nulla andrà come previsto… (Corriere della Sera)

John Wick 4, by Viviana Giorgi

Bentornato Mr Wick, col tuo impeccabile abito nero, il capello che ti cade negli occhi, un’arma sempre in mano. Di casino ne farai molto, anche in questo quarto episodio della tua vita. Che dire… Bello, molto. Facile da seguire? Così così (meglio ripassare il passato di Wick, prima di incontrarlo di nuovo). Ok, John è un assassino e molti lo vogliono uccidere, anche perché sulla sua testa pende una taglia di 20 milioni di dollari. Ma forse, nonostante la taglia appetibile, è un po’ eccessivo che tutto il film sia un combattimento senza un attimo di tregua.
Solo, contro tutto il mondo, John Wick vincerà? Non faccio spoiler, ma la mia impressione è che la sua vittoria sarà definitiva, in ogni senso.
Bellissima la scena finale, quella del duello, al Sacre Coeur a Parigi. Non solo armi, per Wick, ma anche un cervello da genio.
Ci sarà un John Wick 5? A meno che non sia un prequel la vedo difficile. Comunque, già in produzione per la TV una serie prequel intitolata The Continental.

Il film, diretto da Chad Stahelski, è il quarto capitolo dell’omonima saga cinematografica d’azione di successo incentrata su killer di professione interpretato da Keanu Reeves.
John Wick continua la sua lotta senza confini per cercare di riacquistare la sua libertà, e l’unico modo in cui può farlo è sconfiggere la Grand Tavola. O meglio, chi ne è stato messo a capo: lo spietato marchese de Gramont (Bill Skarsgård), uno che mostra poco o nessun rispetto per anzianità, regole e tradizioni.
Wick dovrà farsi strada fino al marchese affrontando decine e di decine di avversari messi sulla sua strada, tra i quali, soprattutto, un vecchio amico costretto suo malgrado a trasformarsi in nemico, e a una misteriosa nuova leva accompagnata da un cane.
Seminando cadaveri lungo il cammino, John Wick viaggerà dal deserto del Sahara a Osaka, da New York a Berlino per arrivare a Parigi per il confronto finale con la sua nuova nemesi.(Coming Soon)

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Fernanda Romani

Viviana Giorgi