VELMA J. STARLING CONSIGLIA IO, TRAFFICANTE DI VIRUS, DI ILARIA CAPUA (BUR).
Avvertenze: Da usare sotto la sorveglianza di un adulto.
Una bambina attratta dalla scienza, poi studentessa di veterinaria con la passione della ricerca. Una donna determinata a raggiungere i propri obiettivi personali e professionali che diventa una scienziata di livello internazionale, il cui contributo allo studio dei virus è riconosciuto in Italia e all’estero. Una storia positiva di successo, finalmente, in un Paese come il nostro in cui non si fa che parlare di cervelli in fuga… Purtroppo no. Perché Ilaria Capua, virologa di fama mondiale, pluripremiata e riconosciuta da tutta la comunità scientifica, qualche anno fa scopre dai giornali di essere indagata, lei che ha dedicato la vita a combattere malattie ed epidemie, per un presunto traffico di virus e vaccini. Un’accusa vergognosa, preceduta da una campagna stampa infamante e risolta dopo anni in un proscioglimento. Eppure, scrive la Capua, “ho imparato molte cose da questa vicenda e penso di essere diventata una persona migliore. Se dovessi distillare un pensiero, uno solo, che incarna il mio vissuto, è che per sopravvivere l’essenziale è essere resilienti, e nessuno può farlo al nostro posto”. Oggi Ilaria Capua dirige un centro di ricerca di eccellenza dell’Università della Florida. Una scelta sofferta, fatta per proteggere la famiglia e il suo lavoro dopo essere rimasta incagliata nei paradossi della giustizia, e ha deciso di raccontare la sua storia per non perdere la speranza. Perché un Paese come l’Italia deve imparare a investire nel futuro e deve ritrovare il coraggio di salvaguardare i propri talenti.
Consiglio un libro che non è di narrativa in senso stretto, ma racconta comunque una storia: quella dell’inchiesta giudiziaria, tanto pesante quanto farlocca, che colpì Ilaria Capua nel 2014 e si risolse con pieno proscioglimento nel 2016. La nota scienziata italiana, che ora risiede negli Stati Uniti (e questo anche grazie a coloro che che la misero sotto torchio con un raro misto di incompetenza e malafede), ripercorre le tappe della sua carriera e della sua vicenda alle prese con articoli e inchieste, ma anche, più in generale, con l’inefficienza della burocrazia italiana e le ingerenze politiche nel percorso della ricerca scientifica. Volendo anche fare la tara al fatto che il testo sia scritto dalla diretta interessata (con l’aiuto di un giornalista/editor), ne viene fuori un desolante ritratto di quell’Italia “ai piani alti” (politica, magistratura, giornalismo, baronie universitarie) che quando ha la fortuna di ritrovarsi con un’eccellenza della ricerca scientifica mondiale, finisce per spedirla all’estero. Le parti più interessanti del libro sono, secondo me, quelle in cui si sostiene il principio della resilienza e del voler ricominciare, anche più e più volte se necessario, sempre giocando al rialzo, caparbiamente, con aspettative e obiettivi.
BABETTE BROWN CONSIGLIA (MA NEMMENO TANTISSIMO) QUALCUNO DA DESIDERARE, DI MARY BALOGH (MONDADORI).
Dopo la morte del marito, il conte di Riverdale, con cui ha vissuto per vent’anni senza sapere che era già sposato, Viola Kingsley è irrequieta e infelice sebbene circondata dall’affetto dei figli e di tutta la famiglia. Superati, o quasi, il dispiacere e la vergogna per essere stata privata del titolo nobiliare e del patrimonio, sente tuttavia che la sua vita è vuota finché un giorno, per caso, si imbatte in un vecchio spasimante respinto quattordici anni prima: Marcel Lamarr, marchese di Dorchester. Nonostante una fuga d’amore lontani dal mondo, però, nel giro di un paio di settimane il loro senso del dovere sembra avere di nuovo il sopravvento quando…
Bei personaggi (tanti, da perdere il conto), ottima ambientazione, storia che regge bene. Eppure, non tutto mi ha convinto. Avrei tagliato qualche scena ripetitiva. Arrivata al lieto fine, avevo un po’ il fiato corto: finalmente ce l’avevamo fatta.
GRAZIA MARIA FRANCESE CONSIGLIA LA VIRTÙ FEMMINILE DI HARUMI SETOUCHI (BEAT).
Dopo essere stata acquistata dalla più famosa okiya (casa di geishe) di Kyoto, Tami diventa una delle più ricercate geishe giapponesi, ammirata e amata da nobili, industriali, uomini politici. Tami ama i kimono dalle falde larghe che si agitano “come una marea che si ritiri da una spiaggia”, ama truccarsi come “una marionetta del Bunraku” e ubbidire ai riti più sottili della sua arte, ma non esita a fuggire con il suo amante a Hollywood, a vestirsi all’occidentale, a gettarsi tra le braccia di una giovane ereditiera americana, a invaghirsi di un giovane studente a Parigi e, infine, a ritirarsi in un piccolo tempio tra i boschi di bambù di Saga e, col nome di Loto della Saggezza, condurre una rigorosa vita monacale e lasciare ancora nutrirsi alla fiamma del desiderio soltanto i suoi bellissimi occhi. Romanzo che ci conduce nelle stanze segrete dell’animo femminile, là dove la “virtù” contempla anche il coraggio della trasgressione.
Come si potrebbe sconsigliare un libro così? Fruga nei meandri dell’animo!
“Kida afferrò le mani delicate di Mille Draghi.
– Guardami negli occhi, ti sto parlando seriamente. L’anno prossimo dovrò tornare a New York, ma là non si è uomini se non si ha accanto una moglie. Me ne serve una. A dire la verità, una moglie non è che un ornamento: voglio una donna bella, che sappia stare in società, altrimenti meglio farne a meno. Tu per questo sei perfetta. Che ne dici della mia proposta?
Mille Draghi ricambiò la stretta di Kida. Il mondo le pareva a un tratto gaio e luminoso, come se all’improvviso fosse stato strappato il sipario che ne impediva la vista…”
A proposito, pur essendo molto diverso nella trama, il film “Memorie di una geisha” è palesemente scopiazzato da qui.
MACRINA MIRTI CONSIGLIA (CON QUALCHE “MA”) AURORA NEL BUIO DI BARBARA BARALDI (GIUNTI EDITORE).
Aurora Scalviati era la migliore, fino al giorno di quel conflitto a fuoco, quando quel proiettile ha raggiunto la sua testa. Da allora, la più brava profiler della polizia italiana soffre di un disturbo bipolare che cerca di dominare attraverso i farmaci e le sedute clandestine di una terapia da molti considerata barbara: l’elettroshock. Quando per motivi disciplinari Aurora viene trasferita in una tranquilla cittadina dell’Emilia, si trova di fronte a uno scenario diverso da come lo immaginava. Una donna viene uccisa proprio la notte del suo arrivo, il marito è scomparso e l’assassino ha rapito la loro bambina, Aprile, di nove anni. Su una parete della casa, una scritta tracciata col sangue della vittima: “Tu non farai alcun male”. Aurora è certa che si tratti dell’opera di un killer che ha già ucciso in passato e che quella scritta sia un indizio che può condurre alla bimba, una specie di ultimatum. Ma nessuno la ascolta. Presto Aurora capirà di essere costretta ad agire al di fuori delle regole, perché solo fidandosi del proprio intuito potrà dissipare la coltre di nebbia che avvolge ogni cosa. Solo affrontando i demoni della propria mente potrà salvare la piccola Aprile ed evitare nuove morti…
Bel romanzo, ma ci sono alcuni ma… Leggetelo e poi ditemi che cosa ne pensate. Barbara Baraldi scrive bene, la storia è intrigante, ma secondo me il personaggio femminile è troppo caricato e la soluzione del caso un po’ troppo forzata.
Qualcun altro lo ha letto e vuole darmi la sua opinione?
Le Pagine-Autore delle nostre “recensore”:
Commenti recenti