Ciascuno ha il suo modo di rilassarsi. C’è chi si piazza davanti alla tv, ma io la detesto. Chi coccola il cane, ma in questo periodo non ho un cane. Chi divora cioccolato, ma cerco di evitarlo.
Per fortuna sul tablet ho la mia biblioteca dei classici. Rispetto ad affrontare una lettura nuova, trovo che rileggere un classico sia meno impegnativo. E che sia pure un ottimo esercizio per chi scrive.

In questi giorni sto rileggendo David Copperfield. In lingua originale, per non dimenticare l’inglese: anche se a dire il vero, quello che parlano i personaggi di Dickens è piuttosto uno slang. In ogni modo sono rimasta colpita dal personaggio di Barkis.
Costui è un vetturale e un personaggio terra terra, del tutto banale. Dickens però riesce a renderlo indimenticabile con una frase fatta di tre parole: Barkis’s willin (in italiano: “Barkis ha intenzione”). Con questo criptico messaggio, Barkis dichiara la sua intenzione di sposare Peggotty, la nutrice di David e fantesca factotum dei Copperfield.
Ogni volta che nell’intreccio del romanzo fa capolino Barkis, Dickens gli mette in bocca queste tre parole. Fino alla fine, quando le pronuncia al momento di morire. Sarà pesante (ma la scrittura di Dickens è così briosa che non si ha questa impressione), in ogni caso rende facile anche al lettore più distratto identificare il personaggio.

Caratterizzare i personaggi secondari non sempre è facile e nel romanzo storico per forza di cose ce ne sono molti: ogni evento è il prodotto non di un solista, ma di un’orchestra intera. Perciò, a questo giro Dickens mi ha dato una lezione.
Alla prossima rilettura, chissà quando, magari me ne darà un’altra. Il classico che si rilegge non è mai uguale a prima, perché noi stessi siamo cambiati.
Tutto questo sproloquio per dire: rileggete i classici, non importa quali. È meglio che qualsiasi corso di scrittura creativa.

Ottavo romanzo scritto da Charles Dickens, “David Copperfield” (l’edizione integrale in italiano potete acquistarla QUI) riscuote subito un enorme successo. Ispirato (come altre opere di Dickens) a eventi della vita stessa dell’autore, questo è senz’altro il romanzo più autobiografico: le stesse iniziali del nome protagonista ricordano le iniziali dell’autore.
Industrial novel, la cui trama si svolge ai tempi della rivoluzione industriale, “David Copperfield” mette in scena più di una settantina di personaggi. Il romanzo inizia con la nascita di David e ci conduce attraverso la sua vita, presentandoci questi personaggi con una capacità narrativa che saprà farceli amare o detestare con i medesimi sentimenti del protagonista.

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