Il freddo e controllato Julian Spenser, marchese di Dryden,
pretende per sé solo il meglio. E ora ha trovato la moglie perfetta, la bella
ereditiera Lisbeth Redmond, la cui dote gli permetterà di recuperare l’ultima
proprietà di famiglia. Tuttavia basta uno sguardo alla sua dama di compagnia,
Phoebe Vale, per scombussolargli i piani. Perché Phoebe è indipendente,
intelligente e con un malizioso senso dell’umorismo e Julian ne è fatalmente
attratto. Ancor più quando lei rifiuta di divenire la sua amante. Ma le
attenzioni del marchese non passano inosservate e Phoebe si ritroverà a essere
la beniamina della buona società. Julian, allora, dovrà tirar fuori le unghie per non
perderla…
EDITORE: Mondadori (dicembre 2013).
PAGINE: 187.
PREZZO: euro 2,99 edizione digitale

Se lasciate da parte la faida fra Redmont ed Eversea, che
dura da qualche anno con svariati volumi e che non è ancora finita, potete
leggere tranquillamente questo romanzetto senza infamia e senza lode. Ve lo
dimenticate subito e state improvvisamente meglio.
Un romanzo umoristico, lo dico subito, perché implacabilmente,
totalmente, gloriosamente avulso da qualsiasi rapporto con l’epoca, gli usi, i
costumi, il linguaggio, le classi sociali, eccetera, che stravolge
arbitrariamente sino a ricavare momenti di fronte ai quali si ride a crepapelle
tanto sono assurdi!
Abbiamo una vergine ventiduenne, maestra di scuola, che
agogna di leccare il marchese di Dryden. Così, senza colpo ferire, non appena lo
vede in tutto il suo splendore. Allora… forse l’autrice non ci ha avvertito che
siamo in una realtà parallela, alle prese con un romanzo distopico? Perché non
mi risulta che le timorate signorine stabilmente collocate nell’Ottocento
fossero aduse ad esprimere tali sentimenti! Magari  oggi, al primo incontro, una guarda le ampie
spalle, il sorriso assassino, il conto in banca e la Maserati (pardon, la carrozza)
parcheggiata sul marciapiede e dice a se stessa: questo me lo farei volentieri.
Ma leccarlo? Come un gelato? Un ghiacciolo al limone? Magari, in un secondo
tempo, che diamine, un po’ di riguardo per le verginelle del XXI secolo (ci
sono ancora, a 22 anni).
Insomma, fra scene improbabili ed altrettanto improbabili
dialoghi, la vicenda si conclude con il più classico degli happy end. Ce lo
aspettavamo, che dire, però io li butterei tutti ai coccodrilli questi
personaggi ridicoli!
Che voto? Una stellina, è Natale, sono buona!