EDITORE: Mondadori (2012,
Collana Emozioni).
PAGINE: 256.
PREZZO: euro 2,99 edizione
digitale.
Vere Mallory, duca di Ainswood, il più grande
libertino d’Inghilterra, ha dissipato la giovinezza fra alcol e belle donne in
una spirale che sembra condurlo al baratro. Finché un giorno due occhi di
ghiaccio trafiggono i suoi: sono quelli della bellissima Lydia Grenville,
indomita giornalista che si è messa al servizio dei più bisognosi, donne e
bambini dei bassifondi. A Vere è sufficiente rubarle un bacio per percepire la
passione che si cela in lei, in apparenza fredda e misteriosa. Ma Lydia non può
permettersi di cedere alla seduzione di quell’uomo impossibile, fermamente
intenzionato a vincere la dura corazza che si è costruita nel corso degli anni.
Se solo riuscissero a superare i loro intimi turbamenti, potrebbero finalmente
schiudere insieme la porta della felicità…

Il romanzo è il quinto (ed
ultimo) della serie “Scoundrels”.
Continuazione de “Il lord
della seduzione” (Lord of Scoundrels), questo libro è arrivato sul mercato
editoriale italiano ben cinque anni dopo la pubblicazione delle vicende di Lord
Belzebù. Misteri delle Case Editrici italiane, sui quali stendiamo un velo
pietoso.
Stile, architettura della
storia e personaggi sono tutti di prim’ordine. Tant’è vero che, dopo avere
terminato la prima lettura, ho rigirato il libro (d’accordo, ho premuto “copertina”
sull’e-reader) e ho ricominciato. Una storia bellissima, intricata,
appassionante e passionale come poche. Tiro il fiato un momento.
Dramma e commedia, dialoghi
scoppiettanti, situazioni  che riportano
alle storie di Dickens ed alle sue amare riflessioni sulla vita dei poveri e
dei derelitti nell’Inghilterra dei primi decenni dell’Ottocento: troverete
tutto questo e molto altro ne “L’ultimo libertino”.
Naturalmente (lo
dice il titolo, del resto),  uno dei
protagonisti è un libertino con la L maiuscola, visto che si tratta
nientepopodimenoche di Vere Mallory, Duca di Ainswood. Troppe morti in famiglia
gli hanno spalancato la strada verso il titolo e lo hanno reso un uomo solo e
incattivito, che cerca l’oblio nell’alcol e nelle donne di facili costumi. Quelle
che si pagano con il denaro, non con i sentimenti. Di fronte a lui, ben
piantata sulle lunghe gambe, la giornalista Lydia Grenville, abituata a
circolare negli ambienti più malfamati alla ricerca di storie sempre nuove con
le quali avvincere i lettori. Un’eroina che ci piace da subito: niente smorfie
o sospiri da damigella in pericolo! Lydia ha vent’otto anni, sa badare a se
stessa e non si lascia certo bagnare il naso da quell’aristocratico
nullafacente, vizioso e senza scrupoli. Non solo, è l’emblema alto sei piedi di
come una donna sia in grado di elevarsi con le sole proprie forze da un’esistenza
grama per assurgere al benessere ed alla fama.

Naturalmente
i due si innamorano, anche se per buona parte del romanzo non se ne accorgono
(o non vogliono accorgersene. Noi lo intuiamo subito, mica per niente siamo
lettrici di romance da sempre). Del resto, quasi (attenzione a quel quasi…)
tutta la loro attenzione è rivolta a risolvere, nell’ordine: rapimento di
fanciulla, furto di gioielli, segreti di famiglia, fuga di due ragazzine e
sequestro delle stesse. C’è anche un cane, Susan, bavosa creatura di
irresistibile simpatia. Parteggiamo tutti per lei quando, all’arrivo nella
magione del Duca, si trova davanti a quattro meravigliosi esemplari maschi
della sua razza. Due minuti e li mette sotto le sue zampone pelose. Ah, le
donne!
Una splendida storia, in cui
l’amore comincia con un pugno, e che prosegue dritta come un treno su binari
sconnessi ma in discesa. La conclusione è ovvia (leggiamo romance proprio per
non avere brutte sorprese!), ma ci lascia con un simpatico sorriso ebete di
profonda soddisfazione.
Quattro belle stelline.