Nata a L’Aquila, Marilena Fonti (QUI la sua Pagina-Autore) risiede a Viterbo.
Bachelor of Arts in Lingue e Letterature Straniere Moderne e Master of Arts in Letteratura Comparata presso la University of Connecticut, Storrs, Connecticut.
Laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università degli Studi della Tuscia, Viterbo (tesi di traduzione del tedesco)
Corso di Perfezionamento in traduzione Letteraria, Università di Siena, Siena.
Docente di lingua inglese alla Scuola Sottufficiali dell’Esercito, all’Università degli Studi della Tuscia, come docente a contratto, al Liceo Classico-Linguistico fino al settembre 2020.

Bene arrivata. Due righe per presentarti?
Marilena Fonti, nata a L’Aquila, docente di lingua inglese nelle scuole superiori e, come docente a contratto, nell’università per dieci anni. Studi negli USA e in Italia, appassionata di letteratura da sempre e di traduzione da diversi anni.

Che genere scrivi? Oppure, svolazzi di genere in genere come una leggiadra farfalla?
Non scrivo in un genere definito. In questo momento sto lavorando a una raccolta di racconti gialli, ed è la mia prima esperienza in questo genere come autrice, anche se come lettrice ne ho frequentato molti.

Come scrivi? Penna e quaderno? Oppure, tecnologia a tutto spiano?
A volte prendo appunti con penna e qualsiasi cosa abbia a disposizione in quel momento, poi magari non mi ricordo dove l’ho scritto, se in quaderno, blocco note o vecchia agenda, e impazzisco alla ricerca degli appunti. Comunque scrivo solo al PC, rileggo spesso e così è più facile correggere o modificare. L’ultima lettura, e l’ultima revisione, la faccio in genere sul testo stampato.

Quando scrivi? Allodola, o gufo?
Quando lavoravo, sono in pensione da poco più di un anno, scrivevo prevalentemente di sera, spesso fino a molto tardi, anche perché erano gli unici momenti di silenzio totale. Adesso mi rendo conto che scrivo più spesso di mattina, a volte ancora in pigiama, mentre la sera, talvolta anche il pomeriggio, li dedicò alla lettura.

Coinvolta sempre in quello che scrivi, oppure distaccata?
Coinvolta, non riesco a essere distaccata.

Scaletta ferrea, o sturm und drang?
Scaletta ferrea decisamente no: abbozzo di scaletta e profilo dei personaggi principali. Poi man mano che si va avanti la scaletta si modifica e personaggi si aggiungono a quelli già esistenti.  Uno dei problemi, che mi porta via parecchio tempo  è quello della scelta dei nomi: avendo io scritto parecchi racconti, ho sempre paura di usare gli stessi nomi , anche perché tendo a usare quelli che  per un motivo o per l’altro, mi piacciono.

Metodica nella scrittura, oppure “quando-posso-non-so-se-posso”?
Cerco di essere metodica, ma proprio non mi riesce. Forse perché ho iniziato a dedicarmi alla scrittura in un momento in cui dovevo ritagliarmi i momenti in cui farlo, lavoro permettendo.  Come tutti dovrebbero sapere, gli insegnanti si portano molto del lavoro a casa, e non è sempre possibile fare altro. Spero di trovare un metodo e un ritmo più coordinato presto. Sono fiduciosa.

Leggi molto? A noi piacciono i topi di biblioteca.
Sì, sempre e da sempre. Sono anche un po’ sospettosa di quelli che non lo fanno.

I concorsi: nota dolente. Sì, o no?
Io ho iniziato a scrivere grazie a un concorso della Perrone Editore. In una giornata di neve, in cui ero a casa perché la scuola era chiusa, gironzolando su internet mi sono imbattuta in un loro post in cui proponevano un concorso per racconti brevi, alla conclusione del quale i migliori sarebbero stati pubblicati.  Ne ho scritto uno nella stessa giornata e l’ho inviato. È stato scelto e pubblicato in antologia. Parlo del 2012. Recentemente con lo stesso racconto ho superato la prima selezione in un Premio piuttosto importante.  Ho partecipato ad altri concorsi, e mi è andata sempre bene. Sono comunque riconoscimenti e piccole soddisfazioni, che ripagano della scarsità di vendite, non facilitate da un sistema di piccole case editrici con metodi di vendita farraginosi e lenti. Quindi sì, direi concorsi sì.

Progetti per il futuro?
Scrivere e leggere, non necessariamente in quell’ordine. What else?

Bibliografia

1.     pubblicazione della traduzione di alcuni racconti dello scrittore americano Thomas Wolfe, dal titolo Il bambino perduto, La Caravella Editrice, di Viterbo, 2009;
2.     traduzione di alcune poesie della raccolta Interlunar, di Margaret Atwood (1939- ), pubblicate dal Centro Culturale L’Ortica di Forlì con il titolo Interlunare nel 2014 (la pubblicazione è il premio per essere risultata vincitrice della X edizione del Premio Letterario Nazionale “Città di Forlì” nella sezione traduzione);
3.     pubblicazione di racconti in alcune antologie per i tipi di Laura Capone Editore, La Caravella Editrice, Giulio Perrone Editore, Edizioni EEE, Historica, GOX, Jona Editore, in alcuni casi come risultato di concorsi letterari;
4.     pubblicazione della raccolta di racconti Belle ombre imperfette, per i tipi di EEE nel 2019. Questa raccolta di racconti nel 2019 si è classificata seconda nella sezione Racconti del Premio Letterario EquiLibri; era tra le opere finaliste nel Premio Residenze Gregoriane, nel 2019; Premio Speciale Amarganta team nella VII edizione del Premio Letterario Amarganta, 2021; si è classificata seconda nella narrativa edita del premio letterario Le parole di Lavinia, del Centro Studi Femininum Ingenium, 2022.
5.      pubblicazione del romanzo I punti ciechi, EEE Edizioni Tripla E, nel 2022. Questo romanzo, come inedito, ha ottenuto una Menzione d’onore alla V edizione del Premio Letterario Residenze Gregoriane;
6.     Pubblicazione del saggio Walter Serner e la Tigre – Il romanzo di un dadaista, Rosabianca Edizioni, nel 2022.