Beatrice da Vela, docente di Latino e materie letterarie presso il liceo Carlo Livi (Prato), è autrice di racconti e romanzi storici (Quasi una commedia, Leucotea 2015; Nocturnales. Le ultime giacobine, Triskell edizioni, 2018, L’ampolla di vetro, Nua edizioni 2022). Ha scritto, con Benedetta Pintus, il saggio Siamo Marea. Come orientarsi nella rivoluzione femminista (Villaggio Maori, 2019).
Il romanzo Un orizzonte più scuro (Nua edizioni, 2024), seguito di L’ampolla di vetro, è la sua pubblicazione più recente.
Due righe per presentarti?
Ciao! Sono Beatrice e di professione sono un’insegnante. Sono una persona dalle tante, troppe passioni: amo tantissimo leggere, mi definisco goth (per gusti musicali, di abbigliamento e in parte letterari), adoro tutto quello che ha a che fare con l’informatica e le nuove tecnologie. Nel tempo libero mi piace suonare, cantare e dedicarmi a piccoli progetti artistici (scrapbooking, miniature, disegno ad acquerello o matite). Un’altra mia grande passione è la politica, intesa come impegno civile in movimenti e associazioni.
Che genere scrivi?
Ho pubblicato prevalentemente romanzi storici, ma non disdegno il romance, la narrativa generalista o il genere gotico moderno. In generale non bado troppo al genere, ma vado dove mi portano le storie e i personaggi.
Come scrivi? Penna e quaderno? Tecnologia a tutto spiano?
Scrivo la prima bozza rigorosamente a mano con la mia piccola collezione di penne stilografiche e inchiostri di colori diversi.
Solo dopo passo al computer: Scrivener è il mio programma di elezione. Quando affronto progetti complessi o con molti dettagli storici un altro programma che uso spesso è Aeon Timeline. In generale, essendo una “smanettona”, mi piace spesso provare anche nuove soluzioni.
Quando scrivi? Sei un’allodola, o una civetta (non equivocare)?
Sono proprio un’allodola. Anche oggi sto compilando questa intervista alle 6.30 di mattina, dopo un’oretta di scrittura. In realtà, se potessi, l’ideale per me sarebbe dormire nelle ore più calde del giorno (per me una vera tortura) e vivere dalle ultime ore del pomeriggio alla mattina verso le 11.
Coinvolta sempre in quello che scrivi, oppure distaccata?
Sono coinvolta in fase di ideazione, i personaggi mi devono parlare e farlo in modo ricorrente… Durante la stesura, però, so che devo tenere l’emotività sotto controllo per mantenere un certo equilibrio.
Scaletta ferrea, o sturm und drang?
Scaletta ferrea. Sono una programmatrice seriale, non solo nella scrittura, ma anche nella vita. Ho bisogno di certezze e di abitudini, il mondo ci pensa da solo a essere caotico.
Metodica nella scrittura, oppure “quando-posso-non-so-se-posso”?
Cerco di essere il più metodica possibile, anche se non sempre mi riesce perché la natura della mia professione significa che nei dieci mesi di intensa attività scolastica non stacco praticamente mai.
Pubblichi con una casa editrice (o più di una), oppure sei una self pura? O metà e metà?
Ho sempre pubblicato con case editrici perché non ho la forma mentis adatta per autopubblicarmi, il mio perfezionismo prenderebbe il sopravvento e mi bloccherebbe (ho questo problema con i post sul mio sito, figuriamoci con un libro intero!).
Ti servi di beta reader e di un/una editor, prima di mandare il testo alla casa editrice?
Non proprio. A volte faccio leggere il testo in anteprima a mio padre, perché è il mio critico più puntuale e inclemente.
I social: li usi per far conoscere e promuovere i tuoi libri?
Diciamo che ci provo. Faccio molta fatica a espormi, anche se ho studiato i social principali e le sue regole, perché le relazioni sociali, anche quelle filtrate attraverso la Rete, mi spaventano. Sembrerà assurdo, ma tanto mi riesce bene analizzare, catalogare e rendere verosimili le interazioni dei miei personaggi quanto sono molto incapace di gestire la mia socialità.
Poi sono molto introversa, per cui spesso preferisco ascoltare che parlare.
Se sì: quali sono i tuoi preferiti? Perché? Quali riscontri hai notato?
Amo molto Instagram perché permette una maggiore varietà di forme espressive e quindi è una buona occasione per provare qualcosa di nuovo. Prima stavo molto anche su Facebook, ma da qualche anno a questa parte il clima su quella piattaforma è divenuto insostenibile: le interazioni serie e argomentate hanno sempre meno posto, sempre che prevalga un tipo di discorso dicotomico e aggressivo nel quale vengono soppresse le sfumature e i ragionamenti critici. Ben inteso, non do la colpa di questo a Facebook, che è un mero strumento: probabilmente rende più visibile una tendenza generale della nostra società.
Hai una newsletter? Se sì, ogni quanto invii un aggiornamento?
No, anche se sto pensando di costruirne una. Il mio problema, come al solito, è superare il perfezionismo e l’ansia da prestazione.
Hai un sito web? Se sì: è home made, oppure ti sei rivolta a un/una professionista?
Sì, ho un sito internet (QUI) che ho costruito interamente da sola (sempre perché l’informatica mi affascina). Quest’estate, una volta finiti gli Esami di Stato, pianifico di farvi delle modifiche.
Progetti per il futuro?
Tantissimi! Sto scrivendo il seguito de Un orizzonte più scuro, lavorando a un romanzo lgbtq+ ambientato durante la comune di Parigi e a un romanzo storico-gotico che avevo dovuto lasciare da parte per altri progetti. Infine, sto portando a termine un altro romanzo, che è un regalo per la mia adoratissima moglie: è un romance lgbtq+ che parla di un tema a noi molto caro, quello della neurodivergenza.
I libri di Beatrice da Vela potete trovarli QUI.
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