È una Londra vittoriana cupa e inquietante quella dove si muove lo Spettro di Nebbia, giustiziere che appare avvolto da una nuvole di farfalle nere e scompare tra svolazzi di mantello e tracce di fumo. L’ambientazione steampunk creata da Federica Soprani e Vittoria Corella è attenta, dettagliata, feroce e, a volte, onirica.
La rivalità tra i Maniscalchi, fautori della Ergomeccatronica, e i creatori della Meccanogenetronica è molto di più di una disputa scientifica, ma uno scontro tra etica e cieca rincorsa dei risultati. Un diversità di visioni che sta mettendo in pericolo l’intera Europa, soprattutto perché il delirante Dr. Morse incarna il tipico scienziato folle che ambisce al potere assoluto.
Mettere in scena un simile personaggio richiede un notevole sprezzo del pericolo, ma le due autrici sono riuscite a inserirlo in un storia corale articolata e avvincente.
Lo Spettro di Nebbia è una figura eroica e dolorosa, disprezzato dalle forze dell’ordine, come nella migliore tradizione dei supereroi, e adorato da chi ne conosce i segreti, ma anche da chi ha compreso la sua missione.
Mordecai, il tagliatore di diamanti, è stato rapito dal Dr. Morse e dalla sua invincibile figlia, Vassilissa, il suo esperimento meglio riuscito nel campo dell’integrazione fra essere umano e macchina.
E poi ci sono Percival, giornalista pieno di ideali, e sua sorella Catherine, donna indipendente che ha scelto di fare un lavoro maschile. Entrambi troveranno sulla propria strada l’inquietante sergente Murphy, dotato di un braccio meccanico e ferito da bugie portatrici di un odio profondo. Ognuno lotta per ciò in cui crede, ma dove sono la verità e la giustizia quando il vero e il falso vengono manipolati?
La strenua battaglia tra coloro che difendono l’Umanità e chi auspica la sua sottomissione fa vittime che ci lasciano con il cuore straziato, ma fa anche nascere legami imprevedibili. Un’anima ferita e piena d’odio trova sollievo nell’incontro con uno spirito libero; chi sembrava destinato a essere vittima diviene padrone di un desiderio di giustizia e difesa, nato dal metallo e mai stato vivo.
In questa storia disseminata di rimpianti per la genialità sprecata, la creazione ferita, le persone care perdute, gli eventi si susseguono lasciandoci in bilico tra lo strazio, il timore, la speranza e la collera. Le autrici, con grande abilità e misura, hanno saputo creare un perfetto avvicendarsi di momenti vissuti con intensità e di situazioni che ci lasciano con il fiato sospeso.
Una narrazione raffinata e avvolgente, che suscita un senso di soddisfazione nel percepire l’uso profondo della lingua italiana, al servizio di personaggi che restano nel cuore e nella memoria come figure pulsanti di vita.
La trilogia è composta da un’unica storia divisa in tre puntate. Consiglio di comprare tutti e tre gli episodi in una volta sola.
Cinque stelline.
Copie acquistate.
1890. L’assetto europeo manifesta già i germi di una guerra mondiale e vede contrapposte due scuole di pensiero scientifiche: i Maniscalchi inglesi seguaci dell’Ergomeccatronica, che sfruttano esoscheletri potenziati per implementare le capacità di lavoratori e soldati, e i Senza Dio fautori della Meccagenetronica, localizzati nell’Europa dell’Est, che hanno sviluppato terrificanti ibridazioni uomo-macchina. A Londra s’innesca una battaglia senza quartiere tra il misterioso vigilante mascherato Spettro di Nebbia, il Sergente Malachy Murphy e la spietata Baba Yaga, una donna meccanica alle dipendenze del Dottor Anton Morse, genio della Meccagenetronica dai loschi fini. Nella lotta verranno coinvolti anche il giovane tagliatore di diamanti ebreo Mordecai Gerolamus, perseguitato da invisibili e inquietanti demoni, la giornalista d’assalto Catherine “Orlando” Swan e suo fratello Percy, direttore del Giornale.
In questo secondo episodio molti segreti verranno alla luce e il destino di Spettro di Nebbia si incrocerà inesorabilmente con quello dei suoi nemici, a cominciare da Vassilissa, la Baba Yaga.
In questo terzo episodio Spettro di Nebbia è alla resa dei conti con il Dottor Morse e lo scontro, durissimo, porterà a tragiche conseguenze.
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Di Fernanda Romani vi presentiamo il secondo volume della Saga di Endora, “Donne d’ombra e di spada”.
Il reggimento guidato da Naydeia è arrivato nei territori di confine, dove le incursioni dei Qanaki si fanno sempre più sanguinose. E qui, tra agguati, battaglie e assedi, lei deve arrendersi all’idea che anche la sua vita privata non è scevra da pericoli e da scontri. Soprattutto l’unione con l’uomo che ha sempre amato, ma che non ricambia il suo amore.Anche Killiar sta cominciando a pensare che quel matrimonio non sia stato una buona scelta. Continua a rimpiangere Izrhad, la sua prima moglie, una donna con un carattere totalmente diverso, e la sua inquietudine lo porta ad agire in maniera impulsiva e a correre rischi che potrebbero costargli molto, forse troppo.E Daigo, infine, è inquieto. Il suo amore verso Naydeia è senza speranza, il suo astio contro Killiar cresce di giorno in giorno. Eppure l’Aldair è un uomo astuto e intelligente: sa che le sue intenzioni potrebbero fargli rischiare la forca, ma non rinuncerà a costruire le proprie trame.Nel frattempo, a Omira, la capitale, il potente Yadosh sta per cadere in una trappola. Il suo progetto segreto per ridare dignità agli uomini di Endora ha scatenato una ferocia inestinguibile, perché chi ancora porta avanti il complotto storico che ha dato il potere alle donne non può permettere che le cose cambino. Persino un uomo furbo e senza scrupoli come lui può trovarsi avviluppato in una rete di inganni, tessuta da una nemica di grande intelligenza. All’orizzonte si profilano nubi nere per tutti…A Endora il matrimonio può essere una condizione molto pericolosa. Per un uomo.
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