Tullo non ama gli dei. Non capisce l’ostinazione con cui il suo re, Numa Pompilio, li onora e li compiace con feste e preghiere. Come se i numi, quegli esseri oscuri e capricciosi, fossero lì per ascoltare le richieste degli uomini. Le sue, di sicuro, non le hanno mai esaudite, neanche il giorno in cui hanno lasciato morire Clara, la sua splendida moglie, una ragazza in boccio che faceva invidia alle ninfe.
No, Roma non ha bisogno di sacrifici e orazioni; ciò che le serve è un sovrano che pensi al popolo, non a Giove. Un condottiero che renda l’Urbe sempre più forte, rispettata, temuta, perché nessuno osi attaccare i suoi cittadini. E quando, al funerale stesso di Numa, il popolo lo acclama come Lupo di Roma, suo terzo re, Tullo sa che la guerra e la conquista saranno l’unico scopo della sua esistenza.
Perché Tullo Ostilio è un uomo feroce, infelice e tormentato dai fantasmi del passato, dai sensi di colpa per la morte di Clara. Ma è anche un monarca che ama intensamente il suo popolo, e a quella gente, alla sua potenza, consacra la vita.
Le città vicine cadono sotto la straordinaria abilità dei guerrieri romani; anche l’odiata Alba Longa, la città fondata dal figlio di Enea, patria di Romolo, viene distrutta.
Rimane da combattere la battaglia più temeraria: quella contro gli dei.

TITOLO: Tullo Ostilio, il lupo di Roma – Il terzo re.
AUTORI: Franco Forte, Mina Alfieri, Scilla Bonfiglioli.
GENERE: Romanzo storico.
SERIE: I sette re di Roma.
EDITORE: Mondadori.
PREZZO: euro 6,99 (eBook); euro 13,30 (cartaceo).
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Se nel dizionario Latino-Italiano cerchiamo la parola “Hostis” apprenderemo che questo sostantivo maschile della terza declinazione significa nemico, rivale, ma anche “straniero”. Straniero, sì, perché nelle società antiche lo straniero, il diverso (il barbaro, dicevano i Greci) rappresenta il nemico da combattere e allontanare. Non è che ai nostri giorni le cose stiano in maniera molto differente. Comunque, torniamo ai nostri Re.
Al contrario di Numa, saggio, forte e devoto, Tullo Ostilio, come il nome stesso dichiara, è un uomo dai molti avversari e dalle tante fragilità. Il suo primo e più grande nemico è il sommo Giove, che Tullo insulta allegramente svariate volte al giorno. Perché Giove non solo gli è nemico, ma è anche colpevole di tutto il male che il re ha subito e dell’enorme dolore con il quale è costretto a convivere. La giovanissima e bellissima moglie Clara è morta senza che lui riuscisse a proteggerla ed è con il senso di colpa devastante che gli deriva da quella perdita che Tullo deve fare i conti ogni giorno. Dolore, odio, rabbia si fondono insieme e la miscela che ne deriva è distruttiva. Anche se, nel fondo del suo cuore, Tullo è un uomo buono, capace d’amore, i sentimenti non riescono a penetrare la rigida corazza con la quale il senso di colpa lo protegge. Così, ogni volta che un sentimento affiora, l’ostilità, il rancore e la morte sono pronti a distruggerlo. Spesso, non esiste pietà nemmeno per i morti.
È da questo profondo risentimento verso ciò che la vita gli ha tolto che nasce il suo amore per la guerra. Tullo Ostilio è il re che dà inizio all’espansione di Roma, conquistando persino Alba Longa. A chi osserva che Numa non si sarebbe mai comportato come lui, il terzo re risponde con le parole del fratello Avilio, come Clara vittima di una morte prematura: “La pace è per i morti. Ma la guerra è per i vivi”. Così, Tullo continua a sfogare il tormento che lo divora combattendo, uccidendo e maledicendo Giove, fino a che non sarà Giove stesso, per mano dei suoi nemici, a colpirlo con uno dei suoi fulmini.
Splendido romanzo, coinvolgente ed emozionante. Ho amato Tullo, nonostante tutto. Non era poi così cattivo. Era solo molto infelice.
Da non perdere. Cinque stelline.

Macrina Mirti è conosciuta anche come MARIA CRISTINA GRELLA. Voglio segnalarvi SANGUE SOTTO L SABBIA – Un’indagine del commissario Irene Bruno.

Thriller – racconto lungo (30 pagine) – Irene Bruno pensò che avrebbe desiderato più di ogni altra cosa trovarsi su una di quelle navi, lanciata verso mari lontani. Ma non poteva perché, nonostante tutto, la sua vita era lì. Con i cadaveri. Con i casi da risolvere. Anche quelli più difficili…

L’estate è ormai finita, a Napoli, quando il corpo di una donna viene scoperto su una spiaggia frequentata solo dalle prostitute e dai loro clienti. Nella tasca della vittima, il commissario Irene Bruno trova un documento di riconoscimento: la vittima è Silvia Serluca, baronessa e avvocatessa. Devastata da un’infanzia dolorosa, la giovane e bellissima Silvia stava cercando di costruirsi una nuova vita insieme a un uomo. Un uomo sposato con una donna di potere e senza scrupoli. Irene comprende subito che la sua non sarà un’indagine semplice, ma è decisa a risolvere il caso.

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