Zorya è un’intrepida cacciatrice dall’aspetto ferino, nata in un mondo primitivo e condannata dalle leggi tribali della sua gente. Ben Sawyer è un agente al servizio di una delle più potenti corporazioni della galassia civilizzata, costretto a un atterraggio di fortuna. Le loro strade si incrociano nelle selvagge foreste di Gwalthur, infestate da bestie simili a dinosauri. I due presto scoprono che il pianeta nasconde segreti di un’antica colonizzazione, e un dio-macchina dormiente in attesa di risvegliarsi. Inizia così la loro fuga, inseguiti da cacciatori feroci e macchine assassine, per riuscire a salvarsi sotto i soli di Gwalthur.

Titolo: Sotto i soli di Gwalthur.
Autrice: Mala Spina.
Genere: Fantascienza.
Editore: Plesio Editore.
Prezzo: euro 3,99 (eBook); euro 12,35 (cartaceo).
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Una bellissima aliena selvaggia e un uomo dello spazio: un tipo di coppia che non ci è nuovo, ma questo non impedisce di godersi il loro incontro e le peripezie che dovranno affrontare assieme.
Zorya è un’umanoide felina. Cacciatrice, guerriera, animata da uno spirito indipendente, si è ribellata alle usanze della sua tribù ed è diventata una reietta.
Ben Sawyer è un naufrago, unico superstite di un’astronave andata distrutta. Unico superstite, ma tutt’altro che solo, visto che si porta dentro la testa la voce di un’intelligenza artificiale, Kowalsky, che ha pensato bene di salvarsi installandosi nell’impianto che fa di Sawyer un cyborg.

Molto cinematografica e molto americaneggiante, la storia procede tra pathos e ironia, problemi etici e rivendicazioni di diritti fondamentali. Quando Ben incontra Zorya, a cui fa l’effetto di un demone pazzo, stupido e senza peli, la cooperazione risulta piuttosto difficile. I continui battibecchi tra l’uomo e Kowalsky, petulante e senza scrupoli, non contribuiscono a migliorare la situazione, ma alzano il livello di divertimento di chi legge: infatti, pagina dopo pagina, troviamo sempre più quell’atmosfera da film hollywoodiano, dove l’eroe vive una serie di avventure mirabolanti, ma non si fa mai sfuggire l’occasione per una battuta.

Mala Spina, abile narratrice che ha consolidato la propria esperienza scrivendo fantasy sward & sorcery, trova in questo romanzo il registro perfetto per il tipo di storia che ha scelto. Ha saputo costruire un ottimo intreccio, che si dipana tra cacce selvagge, intrighi tecnologici e un pizzico di romance, senza rinunciare a contenuti che rendono il romanzo un piacevole veicolo di idee condivisibili. I colpi di scena si susseguono con un ritmo perfetto, lasciando alla trama le giuste pause che ci permettono di gustare l’introspezione psicologica e i momenti di riflessione.
Potevamo dubitare che, malgrado il pessimo inizio, tra Zorya e Ben nascesse un’attrazione? Eppure l’evoluzione che li porta uno verso l’altro è plausibile, caratterizzata dall’estrema diversità delle rispettive culture.

L’autrice, mentre ci conduce nei meandri delle foreste di Gwalthur oppure ci sorprende con l’uso di sofisticate tecnologie, regge sempre saldamente la storia, con le idee chiare e la consapevolezza della  meta. E quando, nel momento in cui crediamo di essere arrivati a vedere la salvezza dei protagonisti, ci mette sotto una doccia fredda e ci porta a chiederci “E adesso come faranno a cavarsela?”, il suo è un trionfo.
Quando chi legge si aspetta una soluzione e invece trova questa domanda, chi scrive ha ottenuto la più brillante delle vittorie. Niente è come sembra e tutto è imprevedibile.
Una volta chiuso il libro restiamo con la soddisfazione di aver trovato azione, divertimento, suspence e un messaggio di fondo che non guasta mai.

Cinque stelline.
Copia acquistata.

Dice di sé Mala Spina: uso uno pseudonimo e sono una scrittrice toscana appassionata di narrativa del fantastico.
Lavoro nel campo dell’editoria, illustrazione digitale e web design.
Scrivo storie Fantasy, Steampunk e Horror.