Dopo oltre settant’anni dalla caduta del fascismo, mai come ora l’idra risolleva la testa, soprattutto su Internet, ma non solo. Frasi ripetute a mo’ di barzelletta per anni, che parevano innocue e risibili fino a non molto tempo fa, si stanno sempre più facendo largo in Italia con tutt’altro obiettivo. E fanno presa. La storiografia ha indagato il fascismo e la figura di Mussolini in tutti i suoi dettagli e continua a farlo. Il quadro che è stato tracciato dalla grande maggioranza degli studiosi è quello di un regime dispotico, violento, miope e perlopiù incapace. L’accordo tra gli studiosi, che conoscono bene la storia, è piuttosto solido e i dati non mancano. Ma chi la storia non la conosce bene – e magari ha un’agenda politica precisa in mente – ha buon gioco a riprendere quelle antiche storielle e spacciarle per verità. È il meccanismo delle fake news, di cui tanto si parla in relazione a Internet; ma è anche il metodo propagandistico che fu tanto caro proprio ai fascisti di allora: «Dite il falso, ditelo molte volte e diventerà una verità comune». Per reagire a questo nuovo attacco non resta che la forza dello studio. Non resta che rispondere punto su punto, per mostrare la realtà storica che si cela dietro alle «sparate» della Rete. Perché una cosa è certa: Mussolini fu un pessimo amministratore, un modestissimo stratega, tutt’altro che un uomo di specchiata onestà, un economista inetto e uno spietato dittatore. Il risultato del suo regime ventennale fu un generale impoverimento della popolazione italiana, un aumento vertiginoso delle ingiustizie, la provincializzazione del paese e infine, come si sa, una guerra disastrosa. Basta un’ora per leggere questo volume, e sarà un’ora ben spesa, che darà a chiunque gli strumenti per difendersi dal rigurgito nostalgico che sta montando dentro e fuori il chiacchiericcio sguaiato dei social. Prefazione di Carlo Greppi.


Titolo: Mussolini ha fatto anche cose buone. Le idiozie che continuano a circolare sul fascismo.
Autore: Francesco Filippi.
Genere: Saggio.
Editore: Bollati Boringhieri.
Prezzo: euro 6,99 (eBook); euro 10,20 (copertina flessibile).

Questo è un libretto (non è dispregiativo, semplicemente lo tenete in una mano), agile, serissimo anche se con una vena a tratti canzonatoria, che de-costruisce tutta una serie di “miti” che circolano nel nostro Paese dagli Anni Venti del Novecento.
Nato come una breve raccolta di “bufale fasciste”, all’inizio composto da sole 35 pagine, doveva servire all’Associazione Deina come vademecum per i tutor che accompagnano migliaia di ragazzi nei luoghi della memoria europei. L’idea di farne un libro è sorta dopo il clamore suscitato da “Istruzioni per diventare fascisti” di Michela Murgia e da “M. Il figlio del secolo”, di Antonio Scurati.
Sono sprofondata con tutte le scarpe nel debunking delle “bufale” sul fascismo e risalita alle origini delle stesse. Un saggio che ho letto come un romance: di corsa e con il fiatone in gola.
Ricchi i riferimenti bibliografici e filmografici. A pagina 130, anche le fonti on line per il fact checking.

Francesco Filippi (1981), storico della mentalità e formatore, è presidente dell’Associazione di Promozione Sociale Deina, che organizza viaggi della memoria e percorsi formativi in collaborazione con scuole,  istituti storici e università in tutta Italia. Ha collaborato alla stesura di manuali e percorsi educativi sui temi del rapporto tra memoria e presente. Tra le sue ultime pubblicazioni, “Appunti di Antimafia. Breve storia delle azioni della ‘Ndgrangheta e di coloro che l’hanno contrastata” (con Dominella Trunfio, 2017) e “Il litorale austriaco tra Otto e Novecento. Quanti e quali confini?” in “Piacenza, Trieste, Sarajevo, un viaggio della memoria” (a cura di Carla Antonini, 2018).