Milano, 15 aprile 1964. Mentre Bobby Solo scala le classifiche con Una lacrima sul viso e la Ferrero lancia la Nutella, la quiete dell’elegante Via Montenapoleone viene turbata da sgommate di auto e raffiche di mitra. In una manciata di minuti i banditi portano via un ingente bottino da una gioielleria. Alcuni di loro parlano con accento francese.

TITOLO: Milano Pastis – La grande rapina del 1964.
AUTORE: Davide Pappalardo.
SERIE: Autoconclusivo.
PREFAZIONE: Gian Luca Margheriti.
GENERE: Giallo.
EDITORE: Excalibur.
PREZZO: euro 17,00 (cartaceo).
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Una storia molto interessante e ben documentata che ricostruisce “in maniera romanzata ma estremamente veritiera” la rapina avvenuta a Milano, in via Montenapoleone, il 15 aprile del 1964.
Se leggete il libro, vi consiglio di non perdere l’interessante prefazione di Gian Luca Margheriti, che inquadra la vicenda nel suo contesto storico.
Dicembre, 1963. In una Parigi illuminata da un sole in agonia, Jo, detto il Sindaco, sta per ricevere una visita che potrebbe cambiare la sua vita di piccolo ma crudele malavitoso. Un’importante organizzazione neo fascista lo contatta perché vuole che raccolga una squadra di uomini pronti a tutto per organizzare un colpo contro un’elegante gioielleria del centro di Milano.
Il vecchio Jo organizza l’evasione di Robert Bresciani dal carcere di Vitry: un’azione violenta, dove il sangue scorre a fiotti e non si ha nessun rispetto per la vita umana, nemmeno per quella dei propri complici. Così, fin dall’inizio, emerge chiara la violenza dei piccoli criminali che dovranno rapinare la gioielleria milanese. Una violenza ottusa e senza senso, una brama di denaro incontentabile, che qualcuno pagherà con la vita e i superstiti con la galera.
Con linguaggio crudo, ma mai sopra le righe, Davide Pappalardo ricostruisce l’intera vicenda, dalla sua progettazione fino ai processi con cui si conclude. Nel mezzo ci sono le indagini, condotte dalla polizia italiana e da quella francese.
Milano Pastis è un libro amaro, una storia dove non tutti i cattivi pagano, perché, si sa, alcuni cattivi non pagano mai. I pesci grossi, quelli che tirano le fila delle azioni violente, delle rapine, degli omicidi, non vengono mai nemmeno sfiorati dalle inchieste.
È così che va la vita, sembra dirci l’autore, è sempre andata così e non cambierà.
Un bel libro, teso, avvincente, con un’interessante ricostruzione storica. Consigliato a chi ama i noir e a chi ha voglia di conoscere un pezzo del nostro passato non troppo lontano.
Cinque stelline. Copia fornita dall’Autore.