Il testo descrive l’azione pedagogica, organizzativa e didattica degli insegnanti/ dirigenti, che hanno dedicato le loro migliori energie sia nelle attività educativo-formative sia nella ricerca-azione e sperimentazione, innovando così l’offerta formativa come risposta ai mutamenti sociali del nostro paese e ai bisogni degli studenti. Nel libro vengono poi individuati gli itinerari pedagogici di otto maestri pedagogisti dell’area emiliano-romagnola, che hanno con coraggio e lungimiranza contribuito a far crescere la scuola con il loro impegno e l’attuazione delle loro idee innovative.

Titolo: Una scuola sostenibile. Itinerari pedagogici e tendenze evolutive.
Autore (a cura di): Nicola Serio.
Genere: Saggio.
Editore: Armando Editore.
Prezzo: euro 19,00 (copertina flessibile).
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Ritengo molto significativo e interessante il volume Una scuola sostenibile, poiché si concentra sul focus fondamentale di portare le testimonianze dell’operato di insegnanti, dirigenti, pedagogisti che hanno avuto il coraggio, negli anni ‘70/’80/’90 e in quelli successivi, di sperimentare e fare ricerca-azione per migliorare la scuola a livello organizzativo e didattico-metodologico, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo del potenziale degli allievi, interpretando e veicolando i loro bisogni formativi.
Si tratta dunque di un lavoro di ricerca, fatto di riflessioni e di studi, che ha prodotto in passato determinanti mutamenti in alcune realtà scolastiche, di cui gli autori del testo offrono uno spaccato. Cambiamenti supportati dalla condivisione di insegnanti nel mettere in comune idee, progetti, esperienze, animati dalla passione e dall’amore per la loro professione, interpretando il pensiero di quei maestri pedagogisti (nel nostro caso dell’area emiliano -romagnola), di alto livello culturale,  che, con i loro studi e l’attuazione delle loro idee innovative, hanno contribuito a far crescere la scuola.
Gli autori, in questo libro, hanno ritenuto un dovere, anche di carattere generazionale, raccogliere e consegnare tracce significative, lasciate da chi ci ha preceduto, per ripercorrere, guardando in avanti, sentieri vissuti al fine di incentivare, stimolare gli/le insegnanti di oggi a continuare con passione a fare ricerca per ricostruire una scuola nuova, diversa, appagante e al passo con i tempi moderni.
Nel testo sono presenti i temi pedagogici più attuali della nostra scuola e sono rappresentati alcune tendenze evolutive in atto oggi sia nel campo dell’innovazione didattico-pedagogica che in quella organizzativa e formativa.
Il libro è dedicato alla gente di Romagna e in particolare al mondo della scuola; gli utili della vendita saranno devoluti alla Regione per la ricostruzione.

Al mio commento unisco quello del Prof. Riccardo Pagano, Università degli studi di Bari.

Il testo di Nicola Serio (a cura di), Una scuola sostenibile, Itinerari pedagogici e tendenze evolutive (Armando, 2023), traccia un percorso della scuola romagnola, e non solo, che può essere paradigmaticamente assunto come lo sviluppo che ha riguardato la scuola italiana a partire dagli anni Settanta del Novecento fino a tutti gli anni Novanta. Si tratta di un lungo arco di tempo, circa un trentennio, che ha modificato l’impianto strutturale della scuola italiana, ancora solidamente bloccata, nonostante le non poche riforme, a pregressi modelli gentiliani.
La struttura del testo è diacronica e sincronica. Nella prima parte, la riflessione prende le mosse dalle sperimentazioni metodologico-didattiche che hanno interessato la scuola italiana. Si riconosce il merito a presidi e insegnanti che hanno voluto rinnovare la scuola venendo incontro ai nuovi bisogni formativi di una società italiana, e particolarmente quella della Romagna, altamente industrializzata e, dunque, desiderosa di una formazione scolastica non inchiodata al nozionismo, ma attenta a quel saper fare che traduce le conoscenze acquisite in modalità operative e pratiche. Il riferimento ai provvedimenti legislativi, quali il DPR 419/74 (che prevedeva la sperimentazione intesa come ricerca e realizzazione di innovazioni sia sul piano metodologico-didattico che su quello degli ordinamenti e delle strutture) e il DPR 275/99 (istitutivo dell’autonomia scolastica, art.6, autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo) e art. 11 (iniziative finalizzate all’innovazione) non serve come mero esercizio documentativo, bensì aiuta a far comprendere come anche da parte del legislatore si è avvertita la necessità di rinnovare profondamente la scuola per fare in modo che fosse al passo con i tempi.
Le sperimentazioni metodologico-didattiche hanno inevitabilmente spinto ad una formazione docente (soprattutto quella in servizio) nella quale fosse privilegiata la ricerca-azione, vista come un modello in grado di coniugare le conoscenze disciplinari con le impostazioni pedagogiche attente ai processi di apprendimento per tutti e inclusivi.
A proposito della ricerca pedagogica nel testo si richiamano illustri pedagogisti (C. Scurati, don Lorenzo Milani, R. Massa, R. Laporta, M. Mencarelli, C. Pontecorvo e della Romagna L. Malaguzzi, S. Mariani, P. Perticari) che, proprio negli anni in questione, con i loro studi hanno dato una reale svolta all’insegnamento in funzione di un apprendimento ricco di senso e, soprattutto, calibrato sull’applicazione delle conoscenze acquisite. L’apporto della scuola romagnola è ampiamente sottolineato e si riportano le esperienze significative di San Mauro Pascoli, di Faenza (la “Favola” della scuola materna di via Riccione, oggi scuola dell’infanzia “Charlot” di Faenza), di Forlimpopoli (esperienze di valutazione nella scuola materna statale), di Villamarina di Cesenatico (itinerario pedagogico unitario dai tre ai sette anni). Tutte queste esperienze, anche se conclusesi, hanno rappresentato un momento importante nella innovazione didattica segnando una via di non ritorno.
La parte seconda del testo si apre richiamando alla memoria le esperienze di otto maestri pedagogisti emiliano-romagnoli che si sono battuti per migliorare la qualità della scuola, soprattutto sul piano didattico e pedagogico. La rassegna inquadra, con interventi si può dire monografici, Gianni Balduzzi (la pedagogia attiva ed interazionista) Piero Bertolini (un approccio fenomenologico all’educazione), Rita Bonfiglioli (la pedagogia vocazionale  con fondazione epistemologica ed ermeneutica), Andrea Canevaro (la pedagogia speciale e dell’inclusione),   Giancarlo Cerini (il riformismo pedagogico), Ennio Draghicchio (la pedagogia sistemico-relazionale),  Giampietro Lippi (pedagogia istituzionale e ricerca-azione), Gianfranco Zavalloni (la pedagogia della lumaca).
La parte terza del volume, Tendenze evolutive nella ricerca didattica e pedagogica, tratta de “I problemi e i significati della scuola per costruire quella del futuro: tendenze della pedagogia e spinte professionali”. Si delineano nuovi paradigmi per una nuova scuola, nuovi orizzonti nella ricerca pedagogica, didattica e organizzativa, le crisi endemiche della scuola italiana contemporanea e le sue possibilità di riqualificazione. La parte terza si chiude lasciando la parola a insegnanti e dirigenti i quali tratteggiano la scuola che desiderano per la società italiana.
In conclusione, si può dire che il testo si presenta come uno spaccato di ciò che la scuola è stata e di ciò che la scuola vuole essere. Nel rapporto tra l’essere e il dover essere gli autori mai si lasciano andare a tentazioni nostalgiche, anzi sempre sono aperti al nuovo, alle continue e necessarie sperimentazioni, soprattutto essi manifestano amore incondizionato per la scuola, vera e insostituibile palestra di democrazia.

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