A Rammusa, una cittadina della Sicilia barocca dove la mafia non spara e non ammazza più da anni, vengono assassinati marito e moglie nella loro gioielleria. Si pensa a una rapina finita male, ma il magistrato che indaga sospetta del figlio della coppia, Stefano Macrì, studente universitario di 27 anni.
Per il giovane comincia un atroce calvario. Confidava nello Stato per avere giustizia per i suoi genitori, invece è costretto a liberarsi di un’accusa infamante. Per farlo, Stefano è tentato di cedere a logiche e dinamiche che ha sempre eticamente respinto. Sa che anche nella Sicilia dei giorni nostri, ci sono uomini potenti che contano ancora, che non fanno più la guerra allo Stato ma vogliono che niente e nessuno possa insidiare la tranquillità raggiunta. Don Tano Culella è uno di questi. Al boss quello che è accaduto non è piaciuto e anche lui vuole capire chi abbia osato fare una cosa simile nel suo paese. Quando viene a sapere che il principale sospettato è Stefano, capisce che qualcosa non quadra. Conosce quel ragazzo da quando era un bambino, abitano nello stesso palazzo. Fatalmente, i destini di don Tano e di Stefano si incroceranno, perché hanno lo stesso obiettivo: la ricerca della verità.
Un romanzo civile e di impegno sociale che affronta ed elabora temi di scottante attualità del sistema penale italiano che contempla il fine pena mai: una pena di morte in vita.


Titolo: Dove non batte il sole.
Autore: Carmelo Sardo.
Genere: Narrativa contemporanea. Romanzo civile.
Editore: Bibliotheka.
Prezzo: euro 4,99 (eBook).
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Il parere di Adriana Sardo (solo un’ononimia…)
Questo romanzo contribuisce in modo incisivo al dibattito sull’ergastolo ostativo, un castigo perpetuo, punitivo ed espiativo, non rieducativo e non rispettoso della dignità umana dei detenuti.
Espone il senso di disperazione di chi vive in carcere, anche ingiustamente, di chi vorrebbe redimersi, ma si vede negata qualsiasi possibilità di riscatto.
Le atroci sofferenze e vicissitudini di Stefano, la profonda umanità dell’appuntato Cocilovo, l’atteggiamento paternalistico di Don Tano, la determinazione e l’amorevolezza di Costanza, travolgono empaticamente il lettore, lasciando un messaggio indelebile nel suo cuore e nel suo animo: la Giustizia ha il dovere di garantire anche a chi è invisibile il diritto alla speranza e a una finestra sul mondo.

Carmelo Sardo intraprende la carriera come cronista nel 1983 al Giornale di Sicilia e alla televisione Teleacras di Agrigento, dove conduce le principali edizioni del telegiornale e dove diviene nel 1992 il primo professionista nella storia delle tv private della provincia di Agrigento[senza fonte]. Collabora per sei anni (1987-1992) al quotidiano L’Ora di Palermo, occupandosi anche di inchieste sulla mafia agrigentina. Negli ultimi due anni a Teleacras, (1995-1997), è stato direttore del telegiornale succedendo a Giovanni Taglialavoro. Nel 1997 si trasferisce a Roma e diventa inviato della trasmissione di Rai Due Cronaca in diretta per due stagioni. Il primo luglio 1998 il passaggio al TG5 assunto da Enrico Mentana. Dopo sette anni alla redazione del TG5 di Milano, passa alla sede di Roma; conduce per tre anni l’edizione della notte del TG e oggi è caporedattore delle cronache. (Wikipedia).