Da mesi il commissario Mariani aspetta inutilmente l’arrivo dell’ispettore Iachino che gli aveva detto di aver bisogno di parlargli in confidenza. Perché il discorso, anche se riservato, non può essere affrontato per telefono? E perché l’ispettore non arriva? Carrara non è lontana da Genova. Ma la vita privata deve essere accantonata, perché c’è un caso. L’omicidio di Viola Caffarena non fa notizia, perché la vittima non era una persona importante e, pur avendo una quarantina d’anni, viveva come se fosse stata molto più anziana. È questo a incuriosire il commissario e a spingerlo a ricostruirne la vita tassello dopo tassello. Mentre è impegnato con il caso Caffarena, Mariani è testimone di un suicidio. La vittima era persona ben imparentata e il commissario viene incaricato di fare chiarezza prima che i media azzardino ipotesi dannose per il buon nome della famiglia.
Titolo: Mariani e le parole taciute.
Serie: Commissario Antonio Mariani, Volume 19°.
Autrice: Maria Masella.
Genere: Romanzo giallo.
Editore: Fratelli Frilli Editori.
Prezzo: euro 12,66 (copertina flessibile).
#copiaacquistata
Mai nessuno giudichi felice un uomo
prima del giorno della morte,
prima che la sua vita sia trascorsa priva di dolore
Edipo Re, Sofocle
Torna Antonio Mariani, il commissario. E torna una serie “gialla” fra le più amate.
Questa volta, Maria Masella ci lancia un contentino (il matrimonio fra Antonio e Francesca procede a gonfie vele). Ma è un gesto carogna, perché subito dopo ci mette di fronte a qualcosa di inaspettato, che ci colpisce come un pugno. E di cui mi vendicherò, non so come, non so quando. Ma lo farò. Attenta prof!
La vicenda appare semplice: una donna è stata uccisa e le prove sono poche, annegate da una cascata d’acqua riversata da un rubinetto lasciato aperto. Dall’assassino? Dalla vittima? Mariani indaga, coadiuvato dall’ispettrice Petri. Caffarena Viola, 44 anni, nubile, lavora in nero, non ha amici, qualche parente lontano. Uno di quei casi che non destano l’interesse della stampa. Che invece si accanisce su un suicidio che tocca una delle famiglie più in vista di Genova. Mariani viene incaricato di far luce “con leggerezza” su questa morte, ma noi lo conosciamo: un caso è un caso e va risolto. Nel frattempo, Iachino non si fa vedere, nonostante le telefonate, nonostante la promessa di parlare di qualcosa di importante. Già, Iachino… Qui Maria Masella colpisce duro, con una botta che ci lascia tramortiti. D’accordo, non proseguo con la storia, non vi lascio perdere nemmeno un “ma, accidenti”, “no, questo non me lo dovevi fare”, “siamo matti?”. Non ho pietà di voi, visto che il libro l’ho letto e ci ho smadonnato sopra come pochi. Tanta paura e poi… (queste quattro parole ve le devo, altrimenti non dormite, stanotte).
Le indagini vanno avanti e Mariani ci accompagna passo dopo passo. Genova fa da sfondo alla storia, con le sue strade, le piazze, i vicoli malfamati. Gente modesta si mescola alle famiglie bene in un puzzle di cui, fino all’ultimo, non troviamo il bandolo. Poi, tutto si aggiusta, tutto -o quasi- trova la soluzione.
Aleggia una strana malinconia, in questo romanzo, come se Maria Masella volesse anticiparci qualcosa che deve ancora venire, ma di cui non saremo contenti. Ogni tanto, la stuzzico, per lenire le mie paure, ma lei non si sbottona. Una diga contro cui si spezzano le mie domande, la curiosità, l’affetto per questo protagonista che mi ha preso il cuore fin dal primo volume.
Eh, già, il commissario. Mariani sta invecchiando. Con grazia. Con un po’ di rabbia per quella figlia maggiore che torna a casa con labbra ben baciate. Con l’amore per Francesca, un legame che finalmente non lo terrorizza più. Mi piace quest’uomo, Maria Masella lo ha fatto crescere di storia in storia. Spero che mi accompagni ancora a lungo.
Grazie.
Maria Masella
Marri
Lamasella
Grazie.
Grazie
Maria Masella
Marri
Lamasella