Basato su un romanzo di Joseph Wambaugh, il cantore della polizia americana ( I nuovi centurioni, I ragazzi del coro, Il campo di cipolle).
Bill Morgan, poliziotto soprannominato Bumper, da venti anni vive in un modesto quartiere della città californiana esercitando le funzioni di vigilanza su ladruncoli, spacciatori di droga, violenti. Il suo modo di fare, da burbero benefico, la sua concezione di “servizio al pubblico” del poliziotto, lo hanno reso molto popolare e gli permettono di rendere servizi molto fruttuosi anche se poco appariscenti e poco in linea con le regole. Ora vorrebbe andare in pensione e sposare finalmente Kathy, una professoressa cui è legato da molto tempo. L’assassinio di Millye, una prostituta che passava a Bumper delle informazioni, costringe il poliziotto a collaborare con la Omicidi e rischia di mandare a monte il matrimonio nonché l’adozione di un orfanello alla deriva. Morgan mette la Omicidi in grado di catturare l’assassino; quindi si vede uccidere sotto gli occhi il suo migliore amico, il serg, Krooks. Rimarrà nella polizia e si sposerà ugualmente.
Titolo originale: The Blue Knight.
Regia: Robert Butler.
Soggetto: Joseph Wambaugh.
Sceneggiatura: E. Jack Neuman.
Produzione: Lorimar.
Fotografia: Michael Magulies.
Musiche: Nelson Riddle.
Montaggio: Marjorie Fowler, Gene Fowler Jr., Samuel E. Beetley.
Anno: 1973.
Nazione: Stati Uniti d’America.
Attori: William Holden, Sam Elliot, Lee Remick, Joe Santos, David Moody.
Recupero finalmente la versione integrale di questa miniserie tv che da noi arrivò pesantemente tagliata. Il cavaliere blu è un romanzo di Joseph Wambaugh, autore oggi purtroppo dimenticato, ma che diede un’iniezione di vigore al Police procedural e, oltre a scrivere ottimi romanzi, ispirò numerose serie televisive.
Erano gli anni ’70 e sullo schermo arrivavano poliziotti in uniforme problematici, a volte vecchi, a volte corrotti, spesso solo logorati dalla vita nelle strade. E Wambaugh la conosceva quella vita perché l’aveva fatta per vent’anni. Proprio come Morgan che è un poliziotto di quartiere capace di restare fedele al motto “proteggere e servire” senza diventare un manganellatore. Sa che per la strada si vive di compromessi ma anche di decisioni. Quasi si convince ad andare in pensione per sposare l’amata Lee Remick (quanto adoravo quella donna…) ma alla fine resta sulla strada. Certo il ritmo è lento, ma la serie non è un vero thriller, lo spunto della ragazza uccisa è solo una delle trame che s’intrecciano per darci un quadro di Los Angeles in quegli anni.
Grandissimo Holden che sembra appena uscito da un film di Peckinpah e magnifico il finale con quella battuta “Lo ucciderai un giorno il tuo, drago”.
Il cavaliere blu cammina ancora per le strade. Era televisione, ma anche grande cinema. Senza troppe regolette, destinato a tutti e capace di avvincere. Sarà perché mi sento affine a Morgan, ma ricordo gli anni ’70 che furono il mio periodo di formazione come inarrivabili. Almeno al cinema.
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