Esistono dee invincibili di un mondo “ideale”, divinità idolatrate da ragazze e ragazzi alla ricerca di un controllo interiore, che vi si affidano immolando la propria vita, i propri chili e le speranze di essere e sparire nello stesso istante. Queste dee rispondono al nome di Mia e Ana, ovvero Bulimia e Anoressia, voci guida di una depressione latente che sormonta, avvolge e soffoca.
È proprio di Ana che Marco si ciba, lasciandosi sbranare a propria volta, riuscendo nell’impresa senza alcuna fatica apparente. Dopo la morte di suo fratello, e la scoperta di un sentimento che non vorrebbe provare per il migliore amico, Marco si immerge senza alcuna remora in una bolla ovattata e, insensibile al resto del mondo, si lascia trasportare da un vortice di bilance, chat motivazionali su whatsapp e privazioni fisiche al limite dell’ossessione compulsiva. Ben presto, il baratro si avvicina e incombe, enorme e spalancato sul nulla, e ingloba ogni cosa, anche le motivazioni iniziali ormai dimenticate. Nonostante Ana fosse inizialmente l’unico specchio in grado di riflettere soluzioni, ormai la dea offre solo macerie e morte.
Tuttavia Marco non è l’unica persona a subire le angherie di una divinità implacabile e bastarda come solo una malattia può essere. No, perché l’universo è costituito da innumerevoli corpi celesti che, orbitando attorno a una stella, vivono e subiscono i riflessi di una luce prossima allo spegnimento.
E Riccardo, che scopre di amare Marco più di ogni altra cosa, non è pronto a vedere quel faro allontanarsi fino a diventare niente. Neanche se questo vuol dire rinunciare a un’adolescenza spensierata come quella dei loro coetanei. Neanche se la sua bisessualità lo pone davanti a scelte forse troppo grandi per la sua età.
Perché in fondo siamo solo anime di passaggio che vivono momenti di passaggio. Ma come fai a renderti conto dell’aria che ti sfiora se tu stesso sei convinto di essere un alito di vento?
TITOLO: Leggero come il cielo.
AUTRICE: C. K. Harp (Federica D’Ascani).
GENERE: Narrativa contemporanea.
EDITORE: Self-Publishing.
USCITA: 10 luglio 2020. In prevendita dal 22 giugno 2020.
PREZZO: euro 3,99 (eBook).
LINK per l’acquisto.
Una storia difficile. Un percorso a ostacoli. Ad affrontarli, Marco, “pochi anni e poca carne”. Pochissima. Perché Marco è malato: visnoressia, una brutta bestia, per di più invisibile. L’anoressia dei maschi, di cui non sapevo niente fino a questo libro, profondo, documentatissimo, tenero di C. K. Harp (Federica D’Ascani).
La depressione di cui Marco è preda dopo la morte del fratello Daniele, la separazione dei genitori e un amore mai nato per Riccardo, lo porta a rifugiarsi nelle braccia di un’amica crudele: Ana, cioè Anoressia. Non mangiare, perdere peso, diventare “leggero come il cielo” gli sembrano vittorie per le quali battersi a costo di versare il proprio sangue. I compagni di scuola si rendono conto del demone che lo ha in pugno, ma fanno finta di niente: è troppo divertente dare addosso al frocio di classe, vero? Uniche eccezioni, Giada e Riccardo, cui la giovane età non fornisce all’inizio alcuna arma per lottare a fianco dell’amico. Dell’innamorato. Gli adulti -sono coinvolte due famiglie disfunzionali (come tante, troppe?)- fanno a lungo finta di niente, rifugiandosi in luoghi comuni -gli adolescenti, si sa, una ne pensano e cento ne combinano, è un’età difficile, ma tutto passerà. Niente passa, la situazione precipita: svenimenti in classe, ricoveri. E le fette di salame sugli occhi di padre e madre finalmente cadono. Prima che sia troppo tardi.
C. K. Harp entra in questa vicenda con passo leggero, ma non con leggerezza. Niente ci viene risparmiato del calvario di Marco, ma non c’è alcun compiacimento, solo una profonda empatia. Un sentimento di cui abbiamo un disperato bisogno, ma che stiamo vedendo scomparire dalle nostre vite.
I protagonisti, Marco e Riccardo -in parte anche Giada- sono ragazzi come tanti. Li vediamo (ma li vediamo davvero?) tutti i giorni. Fermi ad aspettare la Metro, oppure davanti a una scuola. Sembrano tutti uguali: vestiti, parole, atteggiamenti seguono cliché consolidati, che ci permettono di non osservarli davvero. Perché se lo facessimo, ci renderemmo conto di quante solitudini disperate nascondano quei visi lisci, su cui la vita sembra non aver ancora inciso i propri segni crudeli.
Una storia difficile, ma piena di speranza. Ne abbiamo bisogno. Leggetela.
Nata a Ostia nel 1984, Federica D’Ascani lavora come editor freelance e per la casa editrice Triskell Edizioni; soggettista e sceneggiatrice di fumetti per Editoriale Aurea, è autrice di diversi romanzi per adulti e per ragazzi, anche sotto lo pseudonimo di C. K. Harp.
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