I consigli dei lettori… Che saranno mai? Presto detto. I lettori che fanno parte del Gruppo Facebook (QUI se volete iscrivervi) amano consigliare alcuni dei libri letti, scrivendo un post con una breve recensione. Cominciamo con Amalia Frontali?

Gosford Park incontra Inception, Agatha Christie e Black Mirror. Un romanzo geniale. Un rompicapo impossibile da risolvere. Una trappola da cui faticherete a liberarvi.
«Il debutto straordinario di Stuart Turton è qualcosa in cui il lettore non si è mai imbattuto fino ad ora». Financial Times
«Complesso, affascinante e sconcertante… Un debutto straordinariamente raffinato». The Times
«Questo libro mi ha fatto impazzire. È assolutamente originale e unico. Non riuscivo a togliermelo dalla testa». Sophie Hannah
«Da capogiro… abbagliante come il finale di uno spettacolo di fuochi d’artificio». Guardian
«Preparatevi a impazzire. Una lettura scoppiettante!» Daily Express
«Le sette morti di Evelyn Hardcastle è unico nel suo genere, una lettura brillante. L’ho divorato». Ali Land
«Diabolicamente intelligente. Diverso da qualsiasi cosa abbia mai letto, un trionfo assoluto». A. J. Finn
«Strabiliante e con un cast di personaggi straordinariamente bizzarri, questo è un mistero da “camera chiusa” come nessun altro». Sarah Pinborough

Titolo: Le sette morti di Evelyn Hardcastle.
Autore: Stuart Turton.
Genere: Giallo (atipico).
Traduzione: Federica Oddera.
Editore: Neri Pozza.
Prezzo: euro 9,99 (eBook); euro 15,30 (edizione cartacea).

È un romanzo che avrei normalmente rifuggito perché “va di moda” e io ho un po’ di repulsione per il trendy a ogni costo. Poi me lo sono trovato davanti e la curiosità ha potuto, per una volta, più dello snobismo.
Dopo averlo finito, ne riporto un’impressione un po’ ambivalente. Se vogliamo vederla in termini di stelline, ne assegno 4/5, ma la verità è che si tratta di un romanzo difficile da inquadrare, da descrivere e, va da sé, da recensire. E tuttavia lo consiglio. Non a tutti però.

Non lo consiglio a chi cerca uno storico. Dietro questa ambientazione anni ’20 c’è tutto meno che un’attenta ricostruzione e il senso pittorico di doverla rendere. È accurata, gradevole, una bella e robusta patina, un perfetto fondale di teatro, al quale non bisogna avvicinarsi troppo, per non vederne i difetti tutti insieme.

Non lo consiglio a chi cerca un giallo alla Agatha Christie, anche se il delitto a porte chiuse, il grande maniero, gli ospiti dell’alta società che erano presenti al tragico incidente vent’anni prima, tutto sembra deporre in quella direzione. Sarebbe una crudele delusione, visto che il romanzo non è un giallo classico né vuole esserlo, come ben si capisce dopo poche righe.

Non lo consiglio a chi cerca un thriller o un noir, manca la base tensiva, del tutto. Meno che mai a chi ha inclinazioni romance: se c’è un elemento mancante (mancanza che non disturba) è quello romantico, erotico o sentimentale.

A chi lo consiglio? A chi ama i compicapi, gli enigmi, le sfide. È un meraviglioso, spassoso, intrigante, bellissimo stimolo mentale. Un puzzle in cinque dimensioni (tre + tempo + mente umana) che avvince, depista e trascina pagina dopo pagina, con una coerenza generale ammirevole e una gustosissima deriva allucinatoria. Il giallo e l’ambientazione british inizio Novecento sono pretesti per una escape room di altissimo livello, che gioca con la letteratura. L’autore deve essere un po’ genio un po’ folle e mi riprometto di leggere tutto quello che ha scritto.
Mi è piaciuto molto, a dire la verità, e la stellina mancante è solo perché il finale non mi ha soddisfatta e perché, in generale, lo spessore è tutto nella costruzione. Che sono snob, si era detto.

Amalia Frontali (QUI la sua Pagina-Autore su Amazon) ha appena pubblicato “La chioma di Berenice”, un romance storico che sta riscuotendo un notevole successo.

Il Cairo, 1817
Forte della migliore educazione britannica, a diciott’anni Sarah Bane si sentirebbe pronta per soddisfare la legittima aspirazione di ogni brava ragazza: convolare a nozze con un gentiluomo di forma e di sostanza, passabilmente innamorato e rigorosamente inglese.
Si trova invece imbarcata per l’Egitto, dove lo zio diplomatico le ha combinato un matrimonio di convenienza con un avventuriero italiano, carente di ascendenza, fortune e delle più elementari nozioni di buona creanza. Per quanto male assortita sia l’unione, ribellarsi per Miss Bane è inconcepibile.
Così, con le peggiori premesse, per la fresca sposa del carismatico Giovanni Belzoni, circense di successo, esploratore dilettante, ingegnere amatoriale e aspirante archeologo, inizia una straordinaria e rocambolesca luna di miele lungo il Nilo…

In coppia con Amaryllis L. Medlar ha pubblicato “La sorte della sposa“, quarto volume della Saga della Sposa): Russia, 1883. La Tempesta infine si placa e, contando i danni, si inizia a tornare in porto. Ma non tutto ciò che si trova è come lo si ricordava: alcuni legami ne sono usciti rinsaldati, altri spezzati per sempre. Si finisce, volenti o nolenti, di fronte a uno specchio, costretti a chiedersi se davvero non ci sia una differenza, tra chi si è veramente e chi si vorrebbe o dovrebbe essere.
In una Finlandia sottomessa all’Impero russo iniziano le insofferenze e le insurrezioni; in Russia ci si tormenta sul fatto che la reputazione valga più della realtà; nella lontana Wellington il confine fra il vero e il falso è più sottile che mai; a Stoccolma una famiglia che si era allargata, si stringe nuovamente sul suo nucleo originario.
Le inquietudini della fine del secolo, come una corrente sotterranea, serpeggiano nella società intera e ci portano, in dissolvenza, alle soglie del ventesimo secolo.
La Sorte della Sposa è il quarto e ultimo volume della Saga della Sposa, una serie di romanzi epistolari a narrazione corale che accompagnano i numerosi personaggi, nella loro evoluzione personale e familiare, per tutta la seconda metà del XIX secolo, fra i fasti dell’Impero Russo, la notte artica di Svezia, le danze sfrenate della Puszta, passando per la perfida Albione, fino al selvaggio West. E anche molto più lontano.