FIANELLO, frazione di Montebuono in provincia di Rieti, piccolo borgo alto medievale scrigno di storia, arte e leggende, dove si sono succeduti gli antichi Romani, i Longobardi, i Savelli e gli Orsini. Numerose sono le “avventure” da raccontare. Tra le tante, Marioara Pop (conosciuta su FB come Mia Pop Longobardi) ne ricorda un’altra. Quella della gattina Speranza, che consumò le sue sette vite in poco tempo.
Tutte le sere, mi recavo a portare da mangiare ai gatti e ai gattini, che vivevano in un capannone nei pressi del borgo. Una sera vidi che una gattina, che di solito mi correva incontro, non si alzava dal cesto in cui si trovava. La presi in braccio e la misi vicino al piattino del cibo; niente da fare, non si reggeva nemmeno in piedi.
La portai subito a casa e, trascorsa la notte dormendo con un occhio solo, il mattino seguente corsi dal veterinario. Dopo gli accertamenti del caso, arrivò il responso: grave trauma dovuto a una caduta dall’alto. La chiamai Speranza e la curai per un mese, seguendo religiosamente le indicazioni del veterinario.
Al termine di questo periodo, Speranza si era ripresa, ma zoppicava un poco ed era molto cagionevole di salute.
Qualche tempo dopo, fu colpita da una grave polmonite, diagnosticata dalle lastre dalle quali risultava che aveva anche il cuore fuori asse, fatto che il veterinario attribuiva alla caduta. Seguirono due settimane di flebo a base di antibiotico.
La piccola si riprese e la unii al gruppo di gatti di casa. A molti di loro piaceva giocare con una pallina di spugna. Speranza se ne innamorò perdutamente. Un giorno, la vidi uscire dalla gattaiola con la pallina in bocca; scese le scale e raggiunse un’aiuola dove di solito scavava per ottenere una comoda toeletta. Si guardò intorno, pose la pallina accanto a sé e, una volta fatto il bisognino, ricoprì la buca e riprese in bocca la pallina. Risalì le scale, oltrepassò la gattaiola e, ignorando bellamente gli altri gatti, riprese a rotolarsi sul tappeto con l’adorata pallina.
Un altro episodio?
Dalla cucina, per accedere alla camera da letto, si devono salire alcuni gradini. All’epoca, a causa di un avvallamento nel pavimento di pietra, rimaneva uno spazio vuoto di circa otto centimetri tra la parete e il pavimento stesso. Ogni sera accompagnavo Speranza in camera. Una volta, però, la sospinsi su per le scale, per mandarla a letto; la luce era già accesa nella stanza; io ero rimasta un po’ indietro e vidi che la gattina si era messa a guardare nella fessura per vedere se la stessi seguendo. Mi è rimasto molto impresso questo episodio, che mi ha fatto capire quanto i gatti possano seguire un percorso logico del pensiero (la gatta, infatti, aveva capito che da quella fessura poteva vedermi).
Ecco un’altra storia. Premetto che i gatti qui a Fianello (circa 25) sono liberi di entrare e uscire da casa tramite una gattaiola; gli altri (circa 20) vivono in alcuni capannoni dove ogni giorno porto loro da mangiare. Era arrivato dicembre e Speranza era scomparsa da alcuni giorni. La cercai disperatamente, notte e giorno. Senza risultato. Alla vigilia di Natale di quell’anno, alle prime ore del pomeriggio, Speranza ricomparve. Si trascinava a fatica. La presi in braccio; ero spaventata, perché la piccola si lamentava. Ovviamente, la portai subito dal veterinario. Frattura del bacino.
Seguirono due mesi di isolamento per Speranza, chiusa nel bagno per non fare sforzi. La gattina riuscì ancora una volta a cavarsela, ma per il rotto della cuffia.
Mentre mi trovavo a Roma, subii un grave incidente stradale che mi tenne lontana da Fianello per quasi un anno (durante questo periodo, mio marito accudì i gatti, facendo la spola tra Roma e Fianello). Nove giorni dopo il mio incidente, Speranza si “lasciò andare” sul letto dove dormiva con mio marito. Seppi della sua scomparsa solo al mio ritorno, dopo quasi un anno, perché mio marito volle tenermi nascosta la sua morte per non arrecarmi dolore.
Piccola Speranza, che continua a vivere nel mio cuore e nella memoria di Fianello.
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