Recensione di Anna Castelli 

Ho conosciuto Luca Bartolomeo Checchinato tramite condivisioni Facebook di amici che, avendo come me una specializzazione artistica, apprezzano le belle cose con cognizione di causa.

Mi ha affascinato subito il suo omaggio a “Il bacio” di Hayez ma, scorrendo il sito http://www.lucachecchinato.it/, si percepisce subito una mente vulcanica supportata da un gran talento.

Il graphic novel “Oignòn. Cercatori di stelle” è un progetto molto ambizioso: l’autore incanta il suo pubblico con la morbidezza spontanea del tratto: gli oignòn, questo il nome dei suoi personaggi, sono appunto curvilinei come cipollotti (da qui il nome), completati da un utilizzo del colore finalizzato a una sapiente tridimensionalità, per regalare al lettore una sensazione di soffice sicurezza. Mi hanno riportato alla mente con molta nostalgia il celeberrimo “Tofffsy” di Pierluigi de Mas, ma Luca riesce a oltrepassare gli episodi autoconclusivi di quel cartone animato anni ‘70 creando un intero mondo in cui far muovere con maestria i suoi protagonisti secondo i canoni tipici delle saghe fantasy, a partire da una mappa dettagliata dove vivono le sue creature. Inoltre Luca, ben consapevole delle mode, non disdegna di regalare al suo mondo qualche pennellata steampunk in abiti e macchinari.

Il capitolo introduttivo di “Oignòn. Cercatori di stelle” è stato costruito per mettere in scena una calibrata alternanza di testo e disegni, oltre a contenuti speciali volti a farci conoscere, un esempio tra tanti, anche l’aspetto di abile acquerellista dell’autore.
Da quando ho divorato il volumetto, devo confessare di essere rimasta con il desiderio di leggere di più: senza anticipare nulla, dico solo che Luca ha ben orchestrato l’inizio di un’avventura che potrebbe rivelarsi epica; mi fa pensare a una sorta di opera rock che sembra concepire in forma di graphic novel ciò che il compianto Freddy Mercury sciorinava su spartito: fantasia, maestria, consapevolezza delle proprie capacità grafiche e di sceneggiatura.

Si può ben dire che “Oignòn. Cercatori di stelle” sia una di quelle opere d’arte che ti fanno esclamare: “Zitto e prendi i miei soldi!”