Siamo certi che passato, presente e futuro non siano dimensioni temporali simultanee? Tre storie intersecate grazie a dei viaggi astrali, narrate da Dunia, una donna della nostra epoca che nasconde un segreto: fin dall’infanzia è in contatto con altre due realtà femminili in diverse rappresentazioni temporali: Dymfna e Deena. Durante un viaggio a Stonehenge nel 2019 riceve un forte messaggio e, finalmente, accetta di rivelare quello che sa. Il romanzo racconta i percorsi individuali delle tre donne, inevitabilmente interconnessi, anche dal senso di responsabilità del genere umano per la salvaguardia del Pianeta. Ogni azione comporta un’inevitabile conseguenza nelle altre fasi temporali e il messaggio è forte e urgente: solo comprendendo che siamo tutti Uno, Natura inclusa, e agendo tempestivamente animati da una coscienza collettiva, ci salveremo. Introduzione di Paolo Restuccia.
Titolo: L’ultima lettera di Einstein.
Autrice: Daniela Cicchetta.
Genere: Narrativa contemporanea.
Editore: Miraggi Edizioni.
Prezzo: euro 5,94 (eBook); euro 14.25 (copertina flessibile).
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Dunia vive oggi, Dymfna viene dalla Britannia del 54 a.C., Deena esiste in un futuro che mai vorremmo, Daria è una donna sapiente la cui anima conosce molte cose, ma non le ricorda. Donne, come Daniela Cicchetta che questo splendido romanzo corale e fuori dal tempo lo ha scritto, offrendo una lettura dello spaziotempo originale, complessa, poetica, forse consolatoria. Una scrittura che riesce a trovare una cifra diversa per ciascuna delle voci che si alternano, una capacità di connessione con un girotondo di anime e di rivelazioni, compresa la bellissima, inattesa, ultima lettera di Einstein. E nel giro di poche pagine tocca temi come la crisi climatica, la pandemia, la colpevole cecità dei governi di fronte al grido d’aiuto del pianeta, arrivando a immaginare un futuro capace di mettere fuori legge una lingua e inventarne una in grado di traghettare l’umanità superstite verso una telepatia istituzionale che premia la logica e annulla emozioni, piaceri, perfino il gusto del cibo. Ho amato ognuna delle protagoniste, ho sofferto l’incomprensione cui Daunia viene condannata (come sempre accade alle anime troppo sensibili, troppo connesse a quel che veramente conta), ho temuto per la sacerdotessa Dymfna, ho avuto pena per Deena. Mi sono immersa nella riflessione sui concetti di presente, passato e futuro e sul valore del tempo. Un romanzo che ho amato fin nelle virgole. Leggetelo!
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Copertina creata con Canva. Immagini: copertina del libro recensito; foto inviata da Laura Costantini.
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