Il tempo scorre impietoso. Il futuro scavalca il futuro lasciandosi alle spalle le vestigia di un mondo morente, ma non tutto svanisce per sempre, ciascuno può tenere in vita una parte di passato…
Tornare dopo decenni nel paese di montagna lasciato da bambino fa riaffiorare antichi ricordi ma fa anche scoprire una realtà inattesa.
La storia degli abitanti di un paese di montagna, vite semplici e dure, il senso di appartenenza alla propria comunità: un tempo non tanto lontano, ma che ormai è quasi scomparso anche dalla memoria. Forse, però, i ricordi possono riuscire a tenerlo in vita, evitando che sfumi definitivamente.

Titolo: La strada nera.
Autore: Eward C. Brõwa.
Genere: Narrativa italiana contemporanea.
Autoconclusivo: sì.
Editore: Self-Publishing.
Prezzo: euro 13,99 (copertina flessibile); euro 21,99 (copertina rigida).
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Ieri e oggi. I ricordi, la memoria e la realtà. Il passato consola, ma paragonato al presente lascia l’amaro in bocca. Perché ciò che è stato era tanto e vivo e bellissimo. E l’oggi è solitario, freddo, buio.
E allora, prendiamo i ricordi e usiamoli per illuminare l’adesso, per vivificarlo, per donargli nuova linfa e nuove parole.

Questo è ciò che scopre di volere il protagonista di questa storia di rinascita, dopo trent’anni trascorsi in giro per il mondo, lavorando per una impresa che costruisce infrastrutture. Un uomo di successo, che ha partecipato alla realizzazione di un’infinità di grandi opere: ponti, gallerie, porti, autostrade, dighe, aeroporti. Eppure, a un certo punto, si licenzia e decide di tornare a casa. Casa… L’ultima volta che l’aveva vista era stato vent’anni prima e non per piacere, ma per assistere al funerale dei genitori, morti in un incidente d’auto. E ora, sente il richiamo delle sue montagne, un mondo che gli appartiene da sempre -o è lui che appartiene a quel mondo lontano? – e che lo chiama con una voce potente, impossibile da non ascoltare.

Il lungo volo da Sidney permette a Giacomo – Giaculìn lo chiamavano in paese – di riportare alla mente tante storie e tante persone. L’antico borgo si ripopola nei ricordi. Torna a fremere di vita, di profumi, di suoni. Il ritorno è stato preparato con cura: Giacomo non vuole ostentare ricchezza, desidera solo riappropriarsi del posto che ha dovuto abbandonare. Sa bene che non sarà facile farsi accettare dai compaesani: se li ricorda diffidenti e prevenuti. Deve ricostruire visi e nomi, mestieri e parentele: guai a sbagliare!
La vicenda continua dopo il ritorno. Vi lascio il piacere della scoperta di ciò che avverrà. Degli incontri, delle decisioni che Giacomo prenderà.

Da ogni pagina traspare l’amore di Eward C. Bröwa per quelle terre a lui care e che fanno da sfondo (o da secondo protagonista, sarebbe meglio dire) alla storia. L’autore ne conosce ogni angolo, ogni pietra, albero, ruscello. Ce li fa vedere, come se fossimo al fianco di Giacomo nella sua riscoperta di quel mondo antico.

E. C. Bröwa vive in montagna, scrive storie di natura e di persone, radicate nella realtà, ma in cui, talvolta, il labile confine con l’immaginario diviene soltanto un’ipotesi.
Nei suoi libri è del tutto verosimile che un albero possa narrare, che fra le montagne si celi un varco spazio-temporale verso mondi diversi, o che un lago sveli l’impensabile.
Bröwa ha anche pubblicato i volumi della quadrilogia “Al di là delle Valli Gemelle” e L’albero.

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