Un altro mercoledì di chiacchiere. Sulla scia della settimana precedente, torniamo a parlare di Intelligenza Artificiale e mercato editoriale. Pubblichiamo solo alcuni degli interventi -tutti molto interessanti- che sono stati pubblicati nel Gruppo Facebook “Babette Brown legge per voi” (ci trovate QUI).

La scintilla arriva da Roberta Martinetti: Bollino nei libri che indichi che “questo libro non è stato creato con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale”. Siete favorevoli o contrari?

Puntualizza Federica Soprani: Chi legge può decidere se acquistare o no un libro scritto con questo supporto (che non dovrebbe più essere considerata solo una cosa negativa, quanto una scelta dell’autore/autrice).

Copertina creata con Canva e immagini free.

Apre le danze Katy Blacksmith: «Sono a favore di un bollino che identifichi le opere fatte con la IA, e magari anche di una nota che indichi in cosa e quanto massicciamente è stata utilizzata.
Il motivo per cui ritengo importante la trasparenza è sempre la difesa della libertà di scelta del singolo; che sia autore o lettore, ognuno ha il diritto di scegliere in base a tutta la costellazione di fattori, da quelli economici a quelli delle esperienze personali, che fanno parte del suo vivere. E senza trasparenza, senza consapevolezza, non c’è libertà. Mai.
E visto l’argomento, oggi vi propongo Il razziatore, space opera con toni thriller nel quale la libertà di scelta è solo uno dei valori per i quali qualcuno si batte.
Solo su Amazon.»

La segue a ruota Roberta Martinetti (sì, quella che aveva lanciato il sasso, ma NON aveva nascosto la mano): «L’AI in questi campi è come la storia dei barattoli di latta sigillati che bisognava aprire con martello e scalpello perché nessuno si era preso la briga di inventare un apriscatole.
Per dire che PRIMA si crea una cosa che può essere utile e la si butta sul mercato e solo DOPO si pensa a come gestirla.
Nello specifico, voglio sapere se leggo una storia che è frutto del pensiero umano o di una macchina istruita a dare un determinato risultato con quelle caratteristiche.
Senza rancore.
Ne approfitto per dire che Naken Rai è in classifica!»

Pamela Boiocchi è un’appassionata di nuove tecnologie (si dice che abbia un affaire con un certo Viktor, espressione mascolina di IA…): «Bollino sì quando l’AI viene usata. Come si può fare adesso sui post nei vari social, aggiungendo l’etichetta. In modo che sia trasparente l’utilizzo. Dopotutto, non c’è nulla di male ad avvalersi di uno strumento che può migliorare il lavoro, per esempio nel creare immagini per le cover o per i personaggi dei propri romanzi.
Se ben utilizzata l’intelligenza artificiale può fare grandi cose. Approfitto per spammare l’ultimo romanzo che ho scritto con Michela Piazza, Dark Pleasure. L’immagine di copertina è stata realizzata con AI e rielaborata con strumenti di grafica.»

Conclude Federica Soprani: «Assolutamente favorevole al bollino, ma per le ragioni opposte riguardo a quelle di molti. Credo sia giusto dare la possibilità a chi legge, come a chi guarda un video o ascolta un brano musicale, di sapere con cosa è stato generato. Questo non solo per onestà intellettuale, ma per rispetto dell’autore, o creator, o compositore, che si tratti di un umano al 100% o di un umano che ha utilizzato l’Intelligenza Artificiale. Ormai con l’AI si può creare arte, un’arte diversa da quella digitale, come quella digitale era diversa da quella analogica. Ma sempre di arte di tratta. Quindi, sì al bollino, per riconoscere il talento, l’impegno e la capacità di chi crea, a prescindere dagli strumenti, ma nel totale rispetto dell’onestà e della limpidezza per chi vuole sapere.
Vi propongo il trailer del terzo volume della serie Victorian Solstice, della quale io e Vittoria Corella stiamo scrivendo il nuovo episodio: I Giochi del Destino.»

Copertina: immagini free, elaborazione Canva.