Quando nove anni fa avevo scritto la prima stesura del noir che sarebbe diventato Nessun ricordo muore, avevo già in mente il progetto di una trilogia: il primo romanzo avrebbe introdotto Maritano e Ardini, il secondo avrebbe reso ancora più complessi i rapporti fra i due e sarebbe diventata pressante la necessità di capire il passato del commissario.
Il terzo capitolo della trilogia avrebbe fornito le risposte.
Non avevo alcuna idea sulle trame dei singoli romanzi, in verità neppure sul passato di Ardini. Scrivendo il terzo ho cercato di raccogliere tutte le fila e le suggestioni lasciate nei due precedenti. Perché i tre romanzi sono, per me, uno solo.
Più scrivevo il terzo e più capivo quello che volevo dire: è una trilogia sul Male. E niente personifica il Male come chi abusa di persone indifese, soprattutto bambini. Ma il Male non sempre si presenta come Male, è strisciante, si maschera da Bene.
Nel terzo viene citata una parabola, quella del grano e del loglio. È una paginetta scarsa ma inquietante. Ecco, scrivendo questo terzo Maritano ho voluto mettere in scena l’inquietudine che ho provato scontrandomi con quella parabola.
Ma ci stati altri fili da annodare: nei tre romanzi sono presenti figure paterne “anomale”, c’è la duplicità di ambientazione (città e campagna). I primi due sono ambientati in inverno e il terzo in estate, ma è estate che non scalda i cuori: non ci sono le mezze luci (che dispenso in abbondanza nei Mariani) ma sole a picco o tenebra (e in entrambi i casi si vede male).
In tutti e tre è importante il passato perché nessun ricordo muore ed è il passato a renderci vittime e a spingerci al delitto. È il passato a impedire che le porte vengano chiuse e tengano lontana la notte. Le abbiamo ben serrate e ci accorgiamo che siamo rimasti fuori, al buio.
Curiosità? Come è nata l’idea? Da un portiere di notte che va a portare la prima colazione e il quotidiano ai proprietari dell’albergo in cui lavora. Tutto è stato costruito a partire da quel fatto.
Ma niente è così semplice: ricordo un film della Cavani, Il portiere di notte, (Bene e Male intrecciati, vittime e carnefici, passato non esorcizzato), ricordo un verso di Prevert … contre les portes de la nuit.
E quest’inverno sono stata a Varazze, ospite di una emittente privata.
Celle? Gli zii avevano casa per le vacanze, quella descritta.
Con Le porte della notte chiudo la trilogia, ma non escludo la possibilità che Maritano continui a indagare. Avrei una mezza idea e per i miei usi scribacchini è già tanto.
È prassi segnalare una musica guida. Shostakovich: la Sinfonia n. 7 in Do maggiore “Di Leningrado”.
È la musica per un assedio e i miei personaggi sono sotto assedio.
È l’inizio dell’estate e Teresa Maritano è a Celle Ligure con Paola, la bambina di cui ha ottenuto l’affido. Dovrebbe essere una breve vacanza, ma durante una breve gita a Varazze Teresa nota un dettaglio che darebbe un senso a quanto le era stato raccontato nel febbraio precedente da Rolando, quando era andata a chiedergli informazioni sul mobiletto ritrovato nella bottega di Borgo Incrociati in cui era stato ucciso Remo Valsi. Quel dettaglio permetterà al commissario Marco Ardini di ricostruire il suo passato e di capire cosa gli era successo realmente? Teresa esita a comunicargli quanto ha saputo e visto, ma quando scopre altri inquietanti elementi non ha scelta. Deve informarlo perché non ha gli strumenti indispensabili per continuare da sola. Deve informarlo anche se farlo sarà perdere la serenità perché il suo legame con Marco è uno di quelli che fanno soffrire. Insieme dovranno ricostruire una storia lacerata da silenzi e omissioni, mentre lui si perderà nei suoi incubi, mentre nuovi eventi li costringeranno ad agire in fretta per evitare ulteriori vittime. Per evitare che si aprano le porte che tenevano lontana la notte.
Maria Masella è nata a Genova. Ha partecipato varie volte al Mystfest di Cattolica ed è stata premiata in due edizioni (1987 e 1988). Ha pubblicato una raccolta di racconti – Non son chi fui – con Solfanelli e un’altra – Trappole – con la Clessidra. Sempre con la Clessidra è uscito nel 1999 il romanzo poliziesco Per sapere la verità. La Giuria del XXVIII Premio “Gran Giallo Città di Cattolica” (edizione 2001) ha segnalato un suo racconto La parabola dei ciechi, inserito successivamente nell’antologia Liguria in giallo e nero (Fratelli Frilli Editori, 2006). Ha scritto articoli e racconti sulla rivista “Marea”. Per Fratelli Frilli Editori ha pubblicato Morte a domicilio (2002), Il dubbio (2004), La segreta causa (2005), Il cartomante di via Venti (2005), Giorni contati (2006), Mariani. Il caso cuorenero (2006), Io so. L’enigma di Mariani (2007), Primo (2008), Ultima chiamata per Mariani (2009), Mariani e il caso irrisolto (2010), Recita per Mariani(2011), Per sapere la verità (2012), Celtique (2012, terzo classificato al Premio Azzeccagarbugli 2013), Mariani allo specchio (2013), Mariani e le mezze verità (2014), Mariani e le porte chiuse (2015), Testimone. Sette indagini per Antonio Mariani (2016), Mariani e il peso della colpa (2016), Mariani e la cagna (2017), Mariani e le parole taciute (2018), Nessun ricordo muore (2017) e Vittime e delitti (2018), questi ultimi due con protagonista la coppia Teresa Maritano e Marco Ardini. All’inizio del 2019 ha scritto con Rocco Ballacchino “MATEMATICHE CERTEZZE” ottenendo il consenso dei lettori per l’originale trovata di dar vita a un’indagine portata avanti dai due commissari di polizia Mariani e Crema. Per Corbaccio ha pubblicato Belle sceme! (2009). Per Rizzoli, nella collana youfeel, sono usciti Il cliente (2014), La preda (2014) e Il tesoro del melograno (2016). Morte a domicilio e Il dubbio sono stati pubblicati in Germania dalla Goldmann. Nel 2015 le è stato conferito il premio “La Vie en Rose”. 2018, terza classificata alla prima edizione del Premio EWWA.
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