Siete impazienti? Bene, eccovi la seconda (e ultima) puntata di “Natale a Lovangeles”, il racconto natalizio che Silvia Mango ha voluto regalarci.
del mattino di Natale. Non vedo l’ora che Bill si svegli. Non vedo l’ora di
fare colazione con lui, accoccolarmi con fare licenzioso sulle sue ginocchia e
magari continuare sulla scia dei festeggiamenti notturni.
ora fa, uno tra le braccia dell’altro, ha domandato: «Ti chiedi mai da dove
vieni? »
dire da dove vieni, dove vai, qual è il tuo scopo nella vita?»
con due occhi che strabuzzavano a destra e sinistra, certi tipi di discorsi non
sono proprio da lui. Poi ho capito e mi si è stretto il cuore. Che carino.
Stava soltanto cercando di fare conversazione dopo l’amore.
vorrei chiacchierare, lui continua a dormire.
suona il citofono. Può essere solo mia madre, quella guastafeste! Guardo
allarmata Bill che placido continua a sonnecchiare ed esco furtiva dal letto,
infilo un vestaglione di pile, largo, lungo, scolorito e a dir poco
inguardabile ma che sicuramente godrebbe della simpatia di mia madre e mi avvio
all’ingresso. Sto infilando distrattamente i piedi nelle pantofole in
coordinato, apro la porta e….Ooooooh cazz!
madre!!!
spalancato così tanto la bocca che mi ci vuole una tenaglia per richiuderla.
quello che Brian (sì è lui! Il mio ex fidanzato) sta per appiopparmi sulla
bocca.
dice sorridendo, porgendomi un pacchetto di cioccolatini.
rispondo, senza degnare la scatola di uno sguardo, «Anche a te»
»
è il caso… io non sono…» bofonchio. Dopotutto quello che mi ha fatto, Brian ha
ancora il coraggio di presentarsi la mattina di Natale a casa mia e per giunta
come se nulla fosse. Che faccia tosta!
cosa?», mi incalza lui. Ha sempre lo stesso sguardo irresistibile da canaglia,
la fossetta sulla guancia e quel non so che di selvatico e tenero insieme, come
un felino poco addomesticato. E nonostante gli avessi lanciato mille
maledizioni, gode di ottima salute ed è sempre bellissimo.
strano», esordisco nel tentativo di recuperare l’aplomb che non ho mai avuto,
«ma c’è un uomo nel mio letto.»
detto.
Bill…vorrà dire che farò gli auguri anche a lui», suggerisce, proprio come se
fossimo tre vecchi compagni di merende. E in un amen me lo ritrovo dentro casa.
la vestaglia in vita, con un rapido movimento dei piedi getto le vecchie
pantofole in un angolo dietro la porta e lo precedo in cucina, camminando con
incedere solenne e maestoso come la Mammy di Via col vento, tra pantaloni,
camice e paia di scarpe disseminate qua e là lungo il corridoio nemmeno fosse
un percorso minato.
mai stato il mio forte», minimizzo.
a cosa pensa. E’ la stessa cosa a cui ho pensato anche io. Alla storia del mio
reggiseno incastrato nel lampadario di sua nonna…e nonostante tutto, nonostante
la notte appena trascorsa, nonostante Bill sia a pochi metri di distanza,
registro con fastidio un sussulto per nulla innocente.
cucina e la luce del sole inonda la stanza, qui a Los Angeles la neve esiste
solo nei negozi o nei parchi divertimento. C’è un piacevole tepore e a dire la
verità non sembra neanche Natale. O forse è la presenza di Brian a rovinare
tutto.
preparare la moka ma le dita mi tremano così tanto che rovescio mezzo barattolo
di caffè per terra.
davvero mortificata.
a ripulire e mette la moka sul gas. «Sei nervosa? Non ho intenzioni bellicose,
lo giuro. Bevo il caffè e, se vuoi, tolgo subito il disturbo.»
davvero molto presa di Bill, immagino.»
perché diamine sono così tesa? Non sto facendo nulla di male eppure questa
situazione non mi piace per niente e ho come la sensazione che non possa che
peggiorare.
preso? »
domande! E’ presissimo di me! »
fa davvero molto piacere. E poi la fiducia in un rapporto è essenziale…»
preoccupava per me e io come al solito a pensare male.
lancia uno sguardo obliquo, uno di quegli sguardi apparentemente innocui, che
possono dire tutto come niente. Eppure, non so per quale motivo, mi ritrovo a
girare la testa altrove, impensierita.
qualcosa che non so? », sbotto, dopo un attimo di silenzio insolitamente lungo.
così per dire.» Dopodiché mi sfiora il fianco per aprire l’anta e prendere il
barattolo dello zucchero. Si destreggia all’interno della mia cucina
meglio di quello che farebbe Bill e non lo sopporto. Così come non sopporto le
sue stupide allusioni.
io », gli dico, strappandogli di mano il barattolo. Evito il suo sguardo e mi
metto a cercare qualcosa a caso, pur di tenermi occupata.
essere utile», aggiunge con il tono più candido del mondo. E come se niente
fosse si avvicina sempre di più a me, incastrando per bene i suoi occhi verdi
dentro i miei. Indietreggio come un gambero sino a toccare la credenza alle mie
spalle. Lui mi cinge la vita con le braccia, i raggi del sole irradiano sul suo
corpo e sui suoi capelli una luce calda e luminosa.
angelo. Ma del peccato!
Lo blocco.
questo?» E senza spostarsi di un millimetro mi porge il cucchiaino che era
posato sul bordo della credenza.
stato Bill a parlare. « E tu, cosa stai cercando da Loretta? »
minaccioso è ovvio che non sta pensando al ristoro di una colazione calda.
Brian per precipitarmi da Bill.
Brian spegne il gas e inizia a versare il caffè nelle tazzine, mentre Bill mi
lancia uno sguardo inceneritore che potrei trasformarmi da un momento all’altro
in un mucchietto di polvere da spazzare via.
vorrei dire una fesseria, ma mi è parso di scorgere un sorriso di scherno sulle
labbra di Brian.
anche tu? », gli chiede Brian.
cicuta? No grazie! »
storia si ripete.
leggermente la testa poi, sotto gli occhi di Bill, mi lancia uno sguardo carico
di commiserazione ed è chiaro più che mai che gli eventi stanno prendendo una
brutta piega.
a farci gli auguri di Natale», cerco di spiegare a Bill, nel tentativo di
rendere la visita di Brian del tutto inoffensiva. Ma ho la gola secca e il
cuore che sta per schizzare sul soffitto tanto mi sento male.
spallucce. «… e poi Loretta è stata così gentile da invitarmi a prendere il caffè.
»
guarda e lo fa con quel modo tutto suo, che non ha bisogno di tanti giri di
parole per esprimersi, perché ormai lo conosco, è troppo onesto, è troppo
corretto per non provare disgusto da tutta questa situazione. Ed è sul punto di
andarsene quando Brian lo precede. «Beh, ancora auguri!», dà una pacca sulla
spalla di Bill e ci saluta, lasciandoci come regalo di Natale una tensione
nell’aria densa come la colata di una vernice tossica.
permettere a Brian di entrare in casa mia? Come ho potuto essere così stupida?
Non riesco a fare altro che abbracciare forte Bill nel tentativo di riportarlo
a me, a noi, alla notte appena trascorsa ma lui mi allontana con estrema
delicatezza. Il brutto della situazione è che lo capisco. Insomma, come avrei
reagito al suo posto? Minimo minimo mi sarei messa a urlare come un
pazza, a lanciare oggetti per aria, ecco… avrei sfogato tutta la mia rabbia, la
mia frustrazione, la mia delusione contro qualcosa o qualcuno. Invece Bill sembra
impassibile e questo mi fa sentire ancora più piccola e inutile.
bicchiere d’acqua?», chiedo, mesta.
nel farlo gli sfioro le dita. Mi sento d’un tratto così patetica. E’ tutto
diverso da come l’avevo immaginato. Se solo avessi una bacchetta magica per
tornare indietro.
mio regalo di Natale da scartare?», chiedo.
labbro.
bicchiere sul tavolo. «Vuoi aprire il mio?»
per educazione. Faccio un bel respiro. Se dopo tutto quello che abbiamo
passato, la nostra storia dovesse finire ora, ancora prima di iniziare vorrà
dire che mi mangerò le mani da qui al resto dei miei giorni.
tanto piaciuto…»
che si spezza. Come fa a non accorgersi che se potessi butterei giù a
picconate il muro che si è erto tra di noi per saltargli al collo e non
lasciarlo mai più?
deve, finire così.
in camera. E’ meglio che esca a fare due passi.»
Non andartene, per favore. Non prima di aver chiarito.
naso e tutto d’un fiato gli dico: «Ho bisogno di una boccata d’aria fresca.
Vengo con te!»
tralice. Se ho rovinato tutto farò di tutto per rimediare. A costo di mettere
la mia dignità sotto i piedi.
giornata splendida. » Aggiungo. «Potremmo andare in spiaggia, che dici?»
di picche è dietro l’angolo ma chissenefrega ormai.
alza le spalle. Sembra perplesso, poi guarda fuori dalla finestra e dice: «
Mettiamo le scarpe da ginnastica allora»
credere alle mie orecchie! Ho voglia di urlare, saltare, ballare. Gli lancio le
braccia al collo.
gli dico ricoprendolo di baci. Un sorriso si sta piegando sul suo volto
nonostante le resistenze.
il sollievo è contagioso. E’ come se avessimo superato il nostro primo esame
insieme e capisco che è solo ora che comincia il bello.
Bill cambi subito idea.
sento cosa ha da proporre, lo perdono.
può aspettare, torniamocene in camera….»
c’è di peggio di tuo padre in prigione? Tua madre che si trasferisce da te.
“Dopo mesi in cui non è
successo più nulla ecco, di nuovo, il finimondo. So già che mi pentirò di non
avere apprezzato a sufficienza la rassicurante monotonia delle mie giornate.
Siamo finiti sul lastrico. Non conosco ancora i dettagli. A presto con gli
aggiornamenti.” Loretta Cammareri, sceneggiatrice italoamericana, vive a Los
Angeles e ha un blog. Quello che non può immaginare è che la sua tranquilla
esistenza, fatta di ex amiche stronze diventate famose e sogni in celluloide
ancora da realizzare, sta per essere sconvolta. Per sempre. Il padre, il boss
delle mozzarelle più buone della California, è scappato, pieno di debiti e di
capi d’imputazione, e la madre, sconvolta e abbandonata, sta per trasferirsi da
lei. Peggio di così non poteva andare, ma Loretta non è un tipo che si
demoralizza e cerca subito un buon avvocato. Per fortuna che la vita, come il
migliore dei film, riserva anche piacevoli sorprese e così l’avvocato si rivela
essere, oltre che un re del foro, anche un “re di cuori”. E quando meno te lo
aspetti Los Angeles può diventare LoVangeles… Un divertente viaggio nella
Hollywood di oggi, una passeggiata a due sul Red Carpet.
Non ho capito. Cioè?
Non hai capito il racconto? Che cosa non è chiaro, Teresa?
Grazie Babette e grazie Silvia Mango per questo meraviglioso regalo di Natale che, per chi come me ha adorato Lovangeles, riempie proprio il cuore.
Bello bello! Silvia… ce ne vorrebbe ancora 😉
Scusate, stamattina era un po' sfasata.
Lo confesso: non ho letto Lovangeles. E ho fatto un po' di confusione fra Lovangeles e Natale a Lovangeles.
Adesso ho capito tutto (era ora, dite). Una cosa sola non mi è piaciuta: lei prova ancora attrazione per il suo ex?
Silvia, ricorda sempre che non ho letto il romanzo e che sono monogama.
Conoscendo Brian, è difficile non trovarlo attraente XD Non so, a me questo personaggio piace molto, forse anche più del protagonista. Silvia hai mai pensato di fare un seguito tutto per lui?
Anche a me Brian piace. E' il classico sciupafemmine, bello e maledetto. Mi piacerebbe vederlo capitolare davanti a una ragazza acqua e sapone. Silvia, pensaci un po'.
Ragazze eccomi!!! Scusate il ritardo con cui rispondo. Sono giorni di vere maratone questi! Volevo prima di tutto ringraziarvi per aver letto il mio racconto di Natale e ovviamente Babette, straordinaria padrona di casa! E grazie per i vostri commenti. E' sempre bello ricevere un riscontro al proprio lavoro. Allora rispondo per ordine. Corinne, sei carinissima come sempre. Sapere che Lovangeles ti è piaciuto mi riempie di felicità. Teresa cara, ti capisco…pensa che conosco mio marito dal primo anno delle superiori e ti assicuro che da allora di anni ne sono passati e pure tanti!…così mi sfogo (e mi diverto pure, lo ammetto!) a inserire le mie protagoniste in situazioni intricate e complicatissime! Cara Eiry e cara Babette non siete le uniche a trovare più attraente Brian. Forse perché oltre ad essere il classico sciupafemmine ha anche delle debolezze e fragilità che lo rendono più umano…io stessa, alla fine, avevo un debole per lui! Perciò sono tutta orecchie, cosa pensate, un seguito su Brian senza Loretta e Bill? Magari dal suo punto di vista? Più ci penso e più l'idea mi intriga…Fatemi sapere cosa ne pensate, suggerimenti e consigli! Mi piace confrontarmi con voi! Grazie ancora! Baci baci!!! Silvia Mango
Io voto a favore della storia di Brian, e sarebbe carino anche il suo pov, così lo conosciamo meglio. Loretta e Bill, magari accennati, per la serie "loro felici e contenti, io (Brian) ancora alla ricerca del vero amore". Se scrivi quel libro hai una lettrice assicurata! *_*
Loretta e Bill da lontano. Giusto per farci sapere che stanno bene e si amano. Simpatica l'idea del POV.
Anche l'idea della ragazza acqua e sapone che lo fa capitolare non è male! Silvia
Eiry ti prendo in parola!!! Silvia