L’UK e il cibo.
Cucinare nelle Isole Britanniche non è facile, mangiare o bere sì: ci sono bar, caffetterie, pub, ristoranti, pizzerie, take away, fast food, tea room ogni due metri.
Cucinare è tutta un’altra storia.
Nei supermercati trovi cibi precotti, sottovuoto, prodotti da far rinvenire nel forno, ma la roba fresca da cucinare è rara e costosa. È assai consueto vedere le persone che mangiano per strada, camminando o in treno e in autobus, per cui la mia mania di mangiare a casa dopo aver cucinato è abbastanza ostica da praticare.
Eppure anche in UK vanno le trasmissioni di cucina. Bake off per esempio (di cui c’è anche una versione italiana), è molto seguita, ma la mia preferita, quella che seguivano tutte e tre le famiglie di cui sono stata ospite nei miei precedenti soggiorni, è lo show di Gino D’Acampo.
Gino D’Acampo è l’opposto di Benedetta Parodi. La Parodi con le sue trasmissioni tipo “Cotto e mangiato” insegna agli italiani a tirar via in cucina e a sveltire quelle pratiche a cui noi dedichiamo sangue, sudore e lacrime; Gino D’Acampo, invece, mostra come sia possibile curare un piatto nei minimi dettagli.
Tanto per cominciare, Gino parla un fluent but easy English (si legge fluent bat isi inglish) condito con un rassicurante accento calabrese; poi spiega per filo e per segno cose che io grosso modo so già fare per cui, quando mi trovavo in salotto con i miei amici inglesi a guardare le sue trasmissioni, per me era un “bere in bianco”. Il Gino, per strafare, si fa vedere che si reca in Calabria e stacca direttamente dalle piante, selezionandoli uno ad uno, i pomodori per la amatriciana, poi insieme alla zia sceglie il tipo di pasta da cucinare. Tutto questo manda in estasi i britannici.
Questa lunga premessa era per dirvi che nel centro di Manchester, dentro il mega store “Next”, c’è uno dei tanti ristoranti del nostro Gino!
Un’ultima considerazione prima di chiudere.
Dopo tanti viaggi nel Regno Unito, ho capito come alla Rowling sia venuta l’idea geniale di dividere la popolazione in babbani e maghi. Camminando per le strade dei centri principali, Londra, Edinburgo, Manchester o anche Liverpool, dopo un po’ si fa l’occhio su due tipologie:
- i presunti babbani, nelle camicie bianche e inamidate, nelle divise da lavoro, i golfini pastello e le gonne a fiori, con pettinature scolpite dalla lacca, pettinini e accessori vari
- i presunti maghi con i capelli rosa (o azzurri, o verdi, o viola), in abiti abbinati in modo improbabile, ma con un inaspettato effetto stylish (si legge stailish) che ti fa sperare che da qualche parte Hogwarts esista davvero.
Le puntate precedenti sono state pubblicate il 12 e il 19 giugno.
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