La tendenza del momento in UK è il rosa.
Rosa baby nei capelli, rosa cipria per scarpe e accessori.
Dopo considerazioni non proprio positive sul loro aspetto fisico, è doveroso dire che gli abitanti di Manchester compensano le scarse doti esteriori con una squisita gentilezza. In una settimana ci è capitato più di una volta di essere fermati dai passanti che ci abbordavano con: “Can I help you?”, mentre eravamo alle prese con cartine e city mapper,
Il primo giorno, mentre parlavamo sul marciapiedi davanti al nostro palazzo con la persona che ci aveva consegnato le chiavi, un passante, accorgendosi che eravamo appena arrivati e che stavamo chiedendo consigli turistici, si è fermato, si è levato dalla tasca una cartina e ce l’ha regalata.
Martedì mi è toccato il museo del calcio (allo stadio Marito ci è andato da solo mentre io ero a scuola). Cinque piani di coppe, magliette, foto, biliardini, campi sintetici, palloni, cimeli…
Al di là del fatto che forse è trapelato che a me il calcio non piace tanto, non posso che ribadire che gli inglesi i musei li sanno fare! Anche in quel tripudio di cose per me insulse sono riuscita a trovare qualcosa di bello, qualcosa che ha destato il mio interesse.
Dentro il museo c’è una sala cinematografica dove viene trasmesso un video di 11 minuti che racconta la storia della partita di calcio disputata tra i soldati inglesi e quelli tedeschi il giorno di Natale del 1914. Giocarono uscendo dalle trincee e celebrarono così il “cessate il fuoco”. Come abbiano fatto a riprendere i combattimenti il giorno si S. Stefano, non riesco immaginarlo. Il video finisce con i giocatori di oggi che mostrano i ritratti dei giocatori del 1914 con la data di morte: sono tutti deceduti entro il 1918.
Il museo del calcio si trova a pochi passi dalla cattedrale di Manchester che, pur essendo molto antica, ha subito numerosi interventi architettonici.
Attualmente vanta la navata centrale più ampia del Regno, perché nei secoli le varie cappelle costruite al suo interno per volere di ricche famiglie di mercanti che pagavano sacerdoti affinché pregassero per la prosperità economica della famiglia, sono state abbattute fino a confluire in un’unica immensa navata spaziosa e luminosa.
La cattedrale di Manchester non ospita nessun bar, a differenza di quella di Liverpool dove abbiamo passato il pomeriggio di giovedì.
La cattedrale di Liverpool sembra costruita per girarvi un romanzo gotico, è buia, imponente, minacciosa e bellissima. I lavori iniziarono nei primi del ‘900 ma a causa delle guerre terminarono solo nel 1978. L’atmosfera da “Nome della rosa” è stemperata dal mega bar interno (sopraelevato), con tanto di tavolini, luci calde e gente seduta che chiacchiera e si diverte.
A me fa sempre un certo effetto trovare i bar dentro le chiese, il mio parroco mi ha chiesto se usano il fonte battesimale per tenere in fresco il prosecco. Non lo escludo. Non è una pratica che mi sentirei di incoraggiare, ma omnia munda mundis, su questo non si discute.
La terza puntata? Il 26 giugno.
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