Una setta dal latino secta,  è in generale un gruppo di persone che segue una dottrina religiosa, filosofica o politica minoritaria la quale, per particolari aspetti, si discosta da una dottrina preesistente già diffusa e affermata. La definizione di setta è dibattuta e il termine ha assunto un significato negativo o dispregiativo. Generalmente per setta si intende un culto guidato in modo assolutista e dispotico da un leader il cui fine è lo sfruttamento degli adepti. Sembrano comunità amichevoli, accoglienti e comprensive. Nella realtà sono gruppi chiusi e ambigui che spesso approfittano del disagio psicologico e sociale delle persone per schiavizzarle. Ci sono delle peculiarità comuni alle sette: un leader dalla personalità forte e dalla capacità manipolatoria, con grande cinismo e versatilità criminale e imprenditoriale, una struttura piramidale e un vero e proprio programma di proselitismo, che si basa sulle debolezze dell’interlocutore e sull’isolamento dello stesso.

In Italia le sette sono più di 500 fra psicosette, gruppi di natura spirituale e pseudo religiosa. Oltre 13 milioni di italiani si affidano a guaritori e santoni, spesso anche online. Si tratta di un fenomeno trasversale che comprende tutti i ceti sociali e che si decodifica nell’aumento delle richieste di aiuto delle vittime di maghi e guru. La gente si rivolge a questi personaggi per la fragilità dovuta a un lutto, a difficoltà economiche, alla perdita del lavoro, a dispiaceri sentimentali.

COME SI ENTRA IN UNA SETTA
I santoni si avvicinano alle persone più a disagio, in difficoltà, in stato di necessità, alla ricerca di risposte esistenziali di un’età tra i 30 e i 50, prevalentemente e spesso di cultura medio-alta. I guru sanno rispondere al bisogno di ascolto e comprensione offrendo un senso di appartenenza. Può succedere a tutti nei momenti di maggiore fragilità. Fino a qualche anno fa, il pericolo maggiore proveniva dalle sette di tipo religioso. Poi hanno iniziato a diffondersi nuove forme di aggregazione, le psicosette. La gente avverte la necessità di spiritualità e si avvicina per questo a certe comunità che offrono corsi di tecniche veloci di apprendimento, di sviluppo della memoria, di potenziamento della propria anima. Il gruppo diventa la famiglia e l’adepto viene spinto a regalare anche tutto il proprio patrimonio. La manipolazione può anche portare a compiere atti criminali mediante azioni di suggestione con cui l’adepto viene convinto ad agire nell’interesse della setta.

Allontanarsi è difficile proprio a causa dell’isolamento che viene praticato convincendo le vittime che i familiari sono entità negative, che vogliono il loro male e che sono all’origine della loro sofferenza. Nei casi più fortunati in cui si riesce a venire fuori da quello che è un vero e proprio incubo, fatto di violenze, sequestri, riti, privazione di cibo e sonno per indebolire la volontà, la vittima sente un fortissimo disagio psicologico, non riesce a riconoscersi, ad accettare e comprendere come sia stato possibile essere manipolati fino a quel punto.

COME UNA SETTA MANIPOLA I CERVELLI DEGLI ADEPTI
Ve lo spiego con l’esempio concreto di Renee Linnell, oggi scrittrice. Era una surfista e modella americana in cerca di un cambiamento, quando ha scoperto la University of Mysticism, una setta che l’ha convinta a dare fuoco a tutti i suoi beni terreni e a tagliare i ponti con amici e famiglia. Il tutto le è costato 500 mila dollari, più anni di analisi. In una sua biografia, The Burn Zone, Linnell riflette sui motivi che spingono una persona a non comprendere di essere stata risucchiata in una setta e spiega che purtroppo ci vogliono anni per esserne consapevoli. Scrive Linnel: “È successo tutto molto lentamente, in modo insidioso. All’inizio è come vincere alla lotteria: ti sembra di aver finalmente trovato qualcuno che ti capisce, che sembra comprendere quello che cerchi. Vede la vera te, la te completa, la te nascosta, la te che nessun altro vede, la te che era destinata alla grandezza. Siedi di fronte a questa persona e senti così tanta Luce… senti Dio. La setta ti riempie di amore, attenzioni, ti rimette in piedi. All’improvviso, stai facendo cose che non pensavi di saper fare. Stai crescendo, ti stai espandendo. Incontri persone che la pensano come te. Hai un obiettivo, una guida. Finalmente, per la prima volta, hai un posto nel mondo. Sei piena di un’energia nuova, la vita prende una qualità magica. Ogni giorno è una nuova avventura. Vuoi raccontare a tutti della tua nuova Maestra, dei tuoi nuovi amici. E poi la Guru comincia a mostrarti il tuo io e il modo in cui devi cambiare. Lentamente, la guru ti indica tutti i tuoi difetti. L’insicurezza comincia a insinuarsi in te. Poi arriva l’occulto o qualche altro tipo di forza oscura, magari il diavolo. Ogni volta che l’intuito ti dice di scappare, di allontanarti dal gruppo, ti viene detto che sono le forze occulte che cercano di portarti fuori strada, o il diavolo che cerca di farti cadere. Cominci a vedere tutti quelli fuori dal gruppo come nemici. Amici e famiglia diventano il nemico. Credi che vogliano portarti fuori strada, che non capiscano, o che stiano cercando di rubare la tua energia. Quindi tutti i tuoi punti fermi sono scomparsi, la tua autostima è scomparsa, il tuo intuito è scomparso, la tua vita è scomparsa. E ti attacchi disperatamente all’unica cose in cui ora confidi: la tua guru”.
 

ALCUNI DATI SULLA TIPOLOGIA DI PERSONE CHE FANNO PARTE DI SETTE
Circa due milioni di italiani sono coinvolti nelle sette, ma il numero potrebbe essere di molto superiore; è difficile fare una stima precisa della situazione. La libertà di culto è sancita dalla Costituzione.  Il 55 % delle vittime sono sia uomini che donne, ma più spesso uomini, fra cui molti professionisti, il 35% è costituito da giovani. Ogni setta si connota in modo diverso: le più diffuse sono le psicosette con il 41% di seguito. Esse si presentano come gruppi di studio che insegnano a potenziare la mente. Poi esiste un 30% di culti estremi, tra satanismo e spiritismo, un 16% di sette magico-esoteriche e un 13% di sette pseudo religiose.

Al loro interno avviene una manipolazione mentale sugli adepti fatta di false promesse, di abusi sessuali, di allontanamento da famiglie e amici, oltre che di un impoverimento economico (risulterebbe un fatturato di 8 miliardi di euro, secondo un rapporto del Codacons). La Comunità Papa Giovanni XXIII, nota associazione impegnata in prima linea nel contrasto al disagio sociale, con il suo servizio Antisette, ha dichiarato che sono state oltre 2.400 le richieste di aiuto, di consulenze e informazioni, pervenute dall’inizio del 2018 al servizio anti-sette. Il 39% delle chiamate è giunta dal Nord Italia, il 32% dal Centro e il 29% dal Sud.

TESTIMONIANZE
ALBERTO. Ho 52 anni. Sono rimasto per trent’anni intrappolato in una setta religiosa. Ero entrato completamente nel sistema che ti fa sentire in colpa di tutto. La vita personale, quindi lavorativa e privata, mi era stata stravolta, ero in balia di quante offerte di denaro riuscivo a fare. È un processo manipolatorio che porta a una nuova identità. Mi avvicinai alla comunità per curiosità, ero alla ricerca di qualcosa, del diverso, della novità, ero in crisi esistenziale, fragile. Visitai la comunità, ma avevo molti dubbi. La curiosità mi spinse a partecipare a degli incontri in una loro sede e dopo circa tre mesi mi addentrai ulteriormente. La vita all’interno delle sette è gestita in modo piramidale, all’apice vi è un leader carismatico che mette in atto un particolare progetto di persuasione. Il leader capì i miei interessi per alcune discipline, mi assecondò proponendomi di seguire dei corsi professionalizzanti a pagamento. Per dodici anni continuai la mia vita frequentando i corsi che poi il capo rese per me obbligatori. Inoltre dovevo svolgere lavori per la comunità o in forma gratuita o con una misera retribuzione in nero. Quindi non avevo un vero lavoro, non avevo costruito niente, non potevo permettermi di trasferirmi e comprarmi una casa. Mia sorella si era sempre dimostrata critica nei confronti della mia scelta, ma ero maggiorenne, quindi potevo prendere decisioni autonome. Mia madre è morta con il dispiacere di un figlio perso e disperso, mio padre non mi ha più parlato. Elena mia sorella cercava di incontrarmi, però in comunità trovavano sempre delle scuse per non farmela vedere. A un certo punto il senso di vuoto cominciò a insinuarsi nella mia mente. Mi sentivo come uno che a seguito di una botta perde la memoria e sé stesso. Ho iniziato a vedere chiaro attraverso le lettere che Elena depositava per me in quell’unico luogo esterno alla setta, dove a volte mi recavo, ovvero l’edicola che frequentavamo insieme a vent’anni. Il titolare mi consegnava di volta in volta le missive, non le cestinavo, nemmeno le leggevo. Quando il pacco è diventato bello alto, ho iniziato a percorrerle con lo sguardo, poi con maggiore concentrazione. Elena è riuscita a fare breccia nella mia mente. Il coraggio per uscire l’ho trovato grazie a lei e a un suo amico psicologo. Mi hanno sostenuto nei momenti di minacce e ritorsioni da parte del leader. Oggi ho la mente sgombra, è una sensazione bellissima di leggerezza. Ho il conto in banca vuoto, però mi è tornata la voglia di vivere e ricominciare. Sono ripartito da zero, accettando un posto di lavoro in un mercato rionale della mia città. Devo svegliarmi all’alba e far fatica ad alzare i bancali, ma sono felice.

SITUAZIONE LEGISLATIVA
Lo Stato Italiano non ha mai risposto alle indicazioni delle varie raccomandazioni europee agli stati membri, in cui si chiedeva maggiore attenzione al fenomeno delle sette e l’adozione di politiche preventive. Sono poche le associazioni di volontariato che si occupano del fenomeno, con scarsi mezzi e tanti rischi. Nel 1981 in Italia è stato abrogato il reato di plagio contemplato dall’art. 603 del codice penale. Da quel momento abbiamo un vuoto legislativo che non permette di aiutare le vittime. Nel 2006 la Polizia ha creato una squadra speciale per il monitoraggio delle sette, vista la loro pericolosità, macchinosità e proliferazione. Attraverso l’attività di indagine emergono reati come: appropriazione indebita di denaro, frodi o addirittura furti di informazioni, detenzione o spaccio di stupefacenti, violenza sessuale, anche di gruppo, maltrattamenti, estorsioni, truffe e per quanto riguarda le sette sataniche anche profanazione di cimiteri. Il corpo della Polizia Postale è stato implementato per attenzionare e bloccare i crimini in rete. Secondo me il vuoto legislativo andrebbe colmato, vista l’entità del fenomeno e il tipo di crimini che possono venire commessi. Una volta dentro è sempre più difficile uscirne, anche a causa del timore di minacce e ritorsioni.

COME PREVENIRE IL FENOMENO DELLE SETTE
Penso che sia fondamentale attuare un’opera di prevenzione capillare a partire dalla scuola primaria per favorire lo sviluppo del pensiero critico, della consapevolezza sociale sui pericoli legati alle sette, imparare a cogliere i campanelli di allarme, a collaborare con le associazioni e con gli esperti, formare le forze dell’ordine a ricevere le vittime in modo accogliente. E necessario spiegare alle bambine e ai bambini quali sono i pericoli della rete perchè le sette sataniche adescano i minori anche in rete. Quello delle sette è un fenomeno poco conosciuto che non è sufficientemente portato all’attenzione dell’opinione pubblica, mentre sarebbe opportuna una divulgazione maggiore circa i rischi in cui possono incorrere giovani e meno giovani, psicologicamente deboli, se vengono avvicinati da individui decisi ad agire sulla loro volontà. Abbandonare una setta è molto difficoltoso, le vittime ne escono distrutte psicologicamente e piene di vergogna, chiedendosi come sia potuto succedere. Hanno bisogno di ricostruirsi interiormente, di rifarsi una vita normale. Credo esistano dei nodi fondamentali nella società odierna, ovvero l’individualismo, l’egoismo e un eccesso di consumismo, che hanno provocato fenomeni quali il cyberbullismo, la diffusione di droga, alcol, gioco d’azzardo, prostituzione, settarismo. Dobbiamo riporre fiducia nelle famiglie, riconoscendo il loro ruolo centrale nella società, predisponendo per esse risorse e stabilità.

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