Marina Bertamoni è nata a Milano nel 1961.
È laureata in Scienze Geologiche.
È stata finalista in vari premi letterari (tra i quali “Orme Gialle”, “Garfagnana in Giallo” e “Giallo Garda”). Ha vinto il premio ‘Nero Wolfe’ (nel 2011, con il romanzo “La Dea della Luna”, Edigiò) e il premio “Concorso Letterario Internazionale Il Picchio – Città di San Giuliano Milanese” (nel 2015, con il romanzo “Camping Soleil”, I Sognatori).
Nel 2017 ha creato il personaggio di Luce Frambelli, l’ispettrice della Questura di Lodi protagonista dei romanzi “Chi Muore Giace” (2017) e “Dieci Parole per uccidere” (2018), pubblicati da Fratelli Frilli Editori.
QUI i suoi libri.

Quando e dove nasce il tuo protagonista seriale? 
La mia protagonista seriale si chiama Luce Frambelli, è ispettrice della questura di Lodi e compare per la prima volta nel romanzo “Chi Muore Giace” del 2017, pubblicato da Fratelli Frilli Editori.

In quanti romanzi compare?
In totale in tre romanzi, oltre al citato “Chi muore giace”, è presente anche nei successivi “Dieci parole per uccidere” (2019) e “La pazienza della formica” (2020). Il quarto episodio è attualmente in revisione.

Quando hai scritto il primo avevi già previsto che sarebbe ritornato in altri romanzi? In caso affermativo avevi predisposto la conclusione del primo per tenerti “la porta aperta” e hai annotato informazioni per non cadere in contraddizione? In caso negativo cosa ti ha spinto a riprendere il personaggio?
Sì, Luce Frambelli è nata come personaggio seriale. La sua storia personale ha iniziato a diventare parte integrante della trama a partire dal secondo romanzo e ci sarà una rivelazione importante nel quarto.
Tutte le storie sono autoconclusive per quanto riguarda la risoluzione del caso, ma la vicenda personale di Luce, complicata e con risvolti misteriosi legati alla sua infanzia, s’intreccia con le indagini e contribuisce ad aumentare la suspence. Credo inoltre che sia un buon espediente per fidelizzare il lettore e spingerlo alla lettura dei successivi libri che la vedono protagonista. Naturalmente, i tratti principali mi erano chiari già dal secondo romanzo, ma i particolari e alcuni aspetti sono stati affinati man mano che scrivevo. Ho un file intitolato “La storia di Luce”, nel quale annoto lo svolgersi della sua storia di romanzo in romanzo, perché l’incongruenza narrativa è sempre in agguato.

Il tuo personaggio “invecchia”? In caso affermativo, le tue storie sono state in sequenza cronologica o si muovono avanti e indietro nella vita del personaggio? Volendo, il lettore potrebbe individuare in quale anno è ambientata ogni singola storia, anche se tu non l’avessi indicata? Perché hai scelto quegli anni? Se non “invecchia”, come gestisci i legami, se ci sono, fra le varie vicende?
Le mie trame hanno una collocazione temporale e sono in sequenza cronologica. Sono ambientate nel presente, anno dopo anno, e il lettore lo può capire dal contesto e da precisi riferimenti. Ho scelto di ambientare nel presente perché trovo che, in questo modo, sia più semplice scrivere storie credibili, nelle quali il lettore possa facilmente identificarsi. Il romanzo di prossima pubblicazione, in particolare, è ambientato nel 2020 e la pandemia da Covid-19 sarà sullo sfondo, anche perché Luce Frambelli lavora nella questura di Lodi, città e provincia assolute protagoniste della prima ondata d’infezioni.

Se il tuo personaggio si muove quasi sempre in un territorio ben definito, perché hai scelto quei luoghi? È forte il legame personaggio-luoghi o la storia potrebbe essere spostata senza perdere molto?
Ho scelto Lodi e la sua provincia perché sono luoghi che conosco bene, vivendo in un paese che si trova sul confine tra le province di Lodi e Milano. Personalmente, ho difficoltà a scrivere di luoghi che non conosco, perché ho necessità di respirare le atmosfere per poterle descrivere. La mia ambientazione ha una forte connotazione territoriale, legata soprattutto al fatto che Lodi è una città piccola e di provincia, che presenta tutte le caratteristiche comuni a città di questo tipo. Ognuna di esse, però, ha qualcosa di particolare che la contraddistingue e Lodi non fa differenza. Non riesco a pensare a un’indagine di Luce che si svolga fuori provincia, il suo legame con la città che le ha dato i natali è forte e indissolubile.

Il tuo personaggio ti somiglia? Gli hai affibbiato qualche tua abitudine o gusto particolare? Le sue opinioni sul mondo e la vita coincidono con le tue? Ti capita di pensare che tu stai diventando simile a lui? Che si stia impadronendo della tua vita?
Sotto certi aspetti Luce mi assomiglia parecchio. La sua caratteristica principale è di essere affetta da una testardaggine patologica, che le crea non pochi problemi sia sul lavoro che a livello personale. Anch’io sono abbastanza ostinata, ma non al suo livello! Del resto, si tratta di un personaggio di fantasia, che deve avere dei tratti caratteriali un po’ esagerati, per non risultare banale. Condividiamo inoltre l’amore per la razionalità, la precisione e l’affidabilità. Siamo invece molto diverse nel modo di affrontare la vita: Luce è un tipo solitario, che dedica la propria vita al lavoro, inteso quasi come una missione. Non ha una famiglia e non ha amici d’infanzia. Non ha nemmeno un compagno, dopo alcune esperienze amorose che l’hanno profondamente delusa. In tutti questi aspetti, per mia fortuna, siamo del tutto diverse. Quanto alle opinioni sul mondo, sono convinta che ogni autore mette parte di sé in ciò che scrive e quindi nei propri personaggi, perciò spesso le idee di Luce sono le mie, ma non sempre. Mi sforzo di farne un personaggio che vive di vita propria e non un semplice tramite per veicolare le mie convinzioni.

Hai mai pensato e/o provato a uccidere il tuo personaggio seriale? Perché? Hai mai pensato e/o provato ad abbandonarlo e a far nascere un altro personaggio? Perché? Se porti avanti due serie con personaggi seriali, come ti senti passando da uno all’altro?
A Luce è capitato di vivere situazioni pericolose, ma non ho mai pensato di farla morire. Mi piacerebbe andare avanti ancora per un po’ con la serie che la vede protagonista, se le idee e la creatività mi supporteranno. Per carattere, sono un tipo abitudinario e con Luce abbiamo ormai una consuetudine che è diventata la mia ‘comfort zone’ letteraria. Sono però tentata di percorrere strade nuove e creare nuovi personaggi, mi frena la difficoltà di trovare un’idea davvero originale, ciò che dovrebbe aiutare a distinguersi in un panorama letterario, quello del giallo e noir, davvero molto affollato.

Programmi pensieri, gesti ed emozioni (in sostanza, la vita) del tuo personaggio li decidi tu o è lui (o lei) a prendere le redini e fare ciò che vuole? Se decide lui (o lei), questa inquietante situazione si è presentata in quale romanzo (indica il numero d’ordine)? Se decidi tu, per favore dammi la ricetta!
Inizio con un’idea, ma man mano che proseguo finisco per deviare da quanto mi ero prefissa, perché i personaggi prendono vita e mi portano a cambiare molte cose, nella trama, nei rapporti tra loro, perfino nel finale. Per questo non lavoro con una vera e propria scaletta, ma solo con un’idea di base che sviluppo scrivendo, man mano che i personaggi, tutti e non solo la protagonista, mi aiutano a costruirla. Inoltre, scrivendo romanzi seriali, il personaggio protagonista cresce a ogni pubblicazione, diventando sempre più vivo e reale. Il carattere, gli atteggiamenti, le abitudini, si modificano e invecchiano con il personaggio e questo finisce per guidare anche la trama. È uno degli aspetti entusiasmanti e incredibili della scrittura: tu, autore, pensi di essere il padrone della storia e invece a guidare sono i personaggi.
Per quanto ne so, questo capita a moltissimi autori che conosco.

Chi crea un personaggio seriale popola un mondo di coprotagonisti seriali. Come scegli le “spalle”? Sono soltanto funzionali allo svolgimento dell’azione o li usi per dire qualcosa di più sul protagonista, approfondendo la sua vita privata?
La vita di Luce Frambelli si svolge principalmente in questura, per i motivi che ho elencato nelle risposte precedenti. Per questo i comprimari, nel suo caso i colleghi, sono molto importanti. Luce ha un rapporto conflittuale con il collega Fabrizio Calligaris, che se nel primo romanzo è pazzamente infatuato di lei, finisce poi per stufarsi di essere maltrattato e di farle da cavalier servente. Luce non è un’eroina senza macchia e senza paura, ma una giovane donna forte per certi versi e molto fragile per altri, con pregi e difetti. Ho cercato di farne un personaggio positivo ma con qualche lato meno edificante che ne aumenta la credibilità, anche se può renderla antipatica. Nel suo rapporto con Fabrizio si mette in evidenza la sua tendenza a sentirsi superiore agli altri, al punto di usare le persone per i propri scopi. I comprimari servono per   disegnare meglio l’approccio della protagonista alla vita e alle relazioni personali, rendendola più umana e più vera.

Date importanza all’aspetto fisico del protagonista? Alla sua vita interiore? (speranze, delusioni, ideali, ricordi) Ha una vita affettiva? Sessuale? In caso affermativo, pensate che aiuti a dare profondità? In caso negativo, pensate che distolga dall’indagine?
Non do molta importanza alla descrizione fisica dei personaggi, fornisco solo alcune informazioni generali perché preferisco che sia l’immaginazione del lettore a fare il lavoro più grande.
Quanto alla vita interiore, è molto importante e costituisce l’ossatura della caratterizzazione del personaggio. Pensieri, emozioni, reazioni servono per disegnare la sua essenza. Anche la vita affettiva è importante, ma nel caso della mia protagonista è la sua assenza a essere elemento caratterizzante. Come ho detto prima, a causa di alcune delusioni Luce si è chiusa in sé stessa e ha costruito una corazza per proteggersi dalle sofferenze che può provocare l’amore, privandosi così anche delle possibili gioie. Nel primo romanzo prova una fortissima attrazione fisica per un personaggio che è in pratica un coprotagonista, lo scrittore di romanzi erotici Angelo Di Dio, che ritroviamo anche nei romanzi successivi, ma col tempo anche questo sentimento si stempera in una profonda amicizia.

Se il tuo personaggio potesse parlare cosa direbbe di te?
Direbbe che sono un po’ troppo fissata con questa storia della scrittura, ma che in fondo ne è felice.

Puoi scegliere poche righe di un tuo romanzo che userò come spot del personaggio, tre righe che lo rappresentino.
“È in un ritardo pazzesco e la cosa la infastidisce profondamente. Non è da lei mancare, che sia un dovere, un impegno preso o un appuntamento.
Luce Frambelli è sempre puntuale, di questo si può vantare senza paura di essere smentita.”
Da “Chi Muore Giace” (2017)